La ricerca di sapori autentici ha spinto molti a viaggiare per centinaia di chilometri soltanto per provare un prodotto da forno specifico. Nato grazie anche alla diffusione dei social, il bakery tourism accomuna appassionati in tutto il mondo. Tanti si mettono in cammino, in macchina o in treno, pur di toccare con mano quei luoghi e quelle botteghe dove nascono brioche particolari, pane locale o dolci tradizionali. L’esperienza va oltre il semplice gustare: è una vera immersione nelle storie e nelle tradizioni del cibo artigianale.
La scoperta dei sapori locali attraverso i social
Il web ha ampliato la visibilità di pasticcerie e panetterie che prima restavano nell’ombra, spesso piccole realtà di paesini poco conosciuti. Instagram o TikTok mostrano direttamente gli angoli di questi negozi, le mani esperte dietro le vetrine, la preparazione dei prodotti. Un video di pochi secondi può scatenare l’interesse di qualcuno che decide di affrontare un viaggio solo per assaggiare una specialità locale. A quel punto, scatta la voglia di verificare che quello che si vede corrisponda a realtà, trasformando il desiderio in un pellegrinaggio.
Grandi nomi e qualità artigianale
Non si tratta solo di piccoli negozi nascosti, ma anche di grandi nomi come Cédric Grolet a Parigi o Iginio Massari a Brescia. Questi professionisti hanno alzato l’asticella, creando dolci che diventano oggetto di culto. La crescita di questa tendenza deriva dalla maggiore attenzione verso ingredienti di qualità e prodotti artigianali, che spesso esprimono metodi di lavorazione unici. Nei confronti dei clienti si crea un legame fatto di attesa, gusto e partecipazione attiva, molto diverso dall’acquisto di prodotti industriali. Il bakery tourism permette di vivere il cibo in modo integrale: il profumo dei forni, l’aspetto visivo, il sapore si fondono in un’esperienza multisensoriale.
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Pellegrinaggi internazionali per il pane e i dolci più ricercati
Il fenomeno non riguarda solo l’Europa. In Corea del Sud ha trovato un nome preciso: bbangjisullae, ovvero pellegrinaggio per il pane. In Scozia il Guardian ha raccolto voci di viaggiatori che hanno percorso centinaia di chilometri solo per un dolce o prodotto da forno specifico. Darcie Maher, titolare di una panetteria a Edimburgo, racconta di clienti arrivati dal Canada o dalla Nuova Zelanda per assaggiarli. Alcuni, definiti “bakery pilgrims“, hanno camminato a piedi per centinaia di chilometri pur di raggiungere una bottega particolare.
L’esperienza del viaggio
Arrivare all’alba per comprarsi un prodotto appena sfornato o prenotare lunghi viaggi pensando solo a questo è ormai una realtà diffusa. Taste Atlas ha addirittura creato mappe dedicate a questi percorsi culinari, rendendo visibili le tappe di chi si muove in cerca di quel pane o dolce perfetto. Questi pellegrinaggi fissano un momento che, sebbene semplice, contiene lunga attesa, profumi intensi, e infine la prova del gusto. La diffusione di questa pratica rivela un’attenzione crescente verso la qualità, i metodi tradizionali e il valore culturale racchiuso in ogni prodotto da forno.
I luoghi italiani di riferimento per il bakery tourism
L’Italia non è assente da questa mappa di viaggi gastronomici. Diverse regioni offrono prodotti che richiamano appassionati da più parti. In Toscana, il pane toscano Dop, senza sale, è ricercato per accompagnare salumi e formaggi tipici. L’Emilia-Romagna richiama per la piadina autentica, con ricette antiche custodite e tramandate in modo scrupoloso.
Specialità regionali da non perdere
Chi ama i lievitati non può perdere la focaccia barese o la puddica di Brindisi, mentre in Puglia e in generale al Sud spiccano prodotti come il pasticciotto leccese. La Sicilia attira per la focaccia messinese e lo sfincione palermitano, oltre al rinomato abbinamento tra brioche e gelato. In Sardegna, il pane carasau e il pane guttiau rappresentano un richiamo forte per chi cerca sapori unici. A Napoli e Roma invece si confrontano appassionati per la migliore sfogliatella o il maritozzo più soffice e saporito.
Queste specialità spingono a viaggiare con l’obiettivo preciso di vivere l’esperienza del cibo in modo autentico. Visitare le botteghe, osservare le tecniche di preparazione, respirare i profumi dei forni, provare prodotti esclusivi: tutto rende questi pellegrinaggi momenti intensi, che superano il semplice turismo di passaggio. A questo punto, raccogliere il sacchetto con il pane o la brioche appena comprata diventa un premio e una tappa centrale del viaggio gastronomico.