Un progetto importante prenderà forma entro il 2027 nell’Appennino centrale, grazie a un intervento che coinvolge sette musei distribuiti tra i comuni di Castelraimondo, Cingoli, Matelica, Pioraco, San Severino Marche, Sefro e Treia. Si tratta di un piano finanziato con fondi statali destinati alle aree colpite dal sisma del centro Italia e inserito nel contesto del Pnrr. L’obiettivo è migliorare gli spazi espositivi e potenziare le strutture culturali per rafforzare l’offerta turistica e culturale di questa zona.
Finanziamenti e fonti dei fondi per la valorizzazione museale
Gli interventi in arrivo sono possibili grazie a un investimento complessivo di 3,5 milioni di euro, erogati dal “Fondo complementare aree sisma centro Italia 2009-2016“. Questo fondo rientra nel Piano nazionale complementare al Pnrr, pensato per dare impulso a progetti di rilancio nelle regioni colpite da eventi sismici. Il progetto si inserisce nel programma “Radici“, una iniziativa promossa come partenariato speciale pubblico-privato, che mira a valorizzare il patrimonio culturale e favorire lo sviluppo locale attraverso la cultura.
La scelta di investire in sette diverse strutture distribuite tra vari comuni dell’area testimonia la volontà di creare un sistema integrato di gestione museale, capace di attrarre visitatori e stimolare la crescita economica locale. Il progetto risponde anche a una necessità concreta: molte di queste strutture hanno bisogno di interventi urgenti per adeguare gli spazi, conservare i materiali esposti e accogliere un pubblico più ampio.
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Interventi previsti nei musei dei comuni coinvolti
Gli interventi si dividono tra riqualificazione degli ambienti e ampliamento delle aree espositive, con un diverso livello di finanziamento a seconda della struttura e del progetto specifico. A Castelraimondo, il museo nazionale del costume folcloristico riceverà 200mila euro per aggiornare le sue esposizioni e migliorare gli spazi. Stessa cifra destinata al museo della carta e della filigrana di Pioraco, noto per custodire testimonianze di tecniche artigianali antiche, e al museo della civiltà contadina “Ferretti Florindo” a Sefro, che conserva tracce della tradizione agricola locale.
A Cingoli, il polo museale-Pinacoteca avrà a disposizione 300mila euro per sviluppare una più ampia offerta culturale. La stessa somma è stata assegnata al museo civico archeologico di Matelica e al museo civico archeologico “Giuseppe Moretti” di San Severino Marche. Questi ultimi due musei conservano importanti reperti archeologici e testimonianze storiche del territorio.
Il nuovo polo culturale di treia e il parco archeologico
L’intervento più rilevante riguarda Treia, dove un finanziamento da 2 milioni di euro sarà utilizzato per recuperare un casolare e trasformarlo in un polo culturale. Questo segna l’avvio di un progetto più ampio che prevede la creazione di un parco archeologico incentrato sull’antica città romana sita in zona. Il recupero dell’edificio permetterà di ospitare eventi, mostre temporanee e altre attività culturali legate alla storia del sito.
Il progetto a Treia rappresenta un primo passo strategico per mettere a valore un’area ricca di testimonianze archeologiche e storiche, legando la valorizzazione delle strutture museali a iniziative attente alla fruizione pubblica e alla promozione turistica. Va considerato che il parco archeologico potrà diventare un polo attrattore per turisti e studiosi, contribuendo a dare nuova vita al territorio.
Obiettivi e tempi per la gestione integrata dei musei
Il progetto punta a una nuova gestione integrata dei musei, con l’idea di coordinare le attività e creare un sistema unitario per promuovere il patrimonio locale. Questa modalità dovrebbe migliorare l’efficacia dei singoli musei, favorire scambi di esperienze e mettere in rete le offerte culturali.
Il termine fissato è il primo gennaio 2027. Entro quella data gli interventi dovranno essere completati e le nuove strutture operative, pronte per ospitare visitatori e iniziative. L’ambizione è trasformare le realtà esistenti in un sistema con una proposta culturale articolata, capace di attrarre interessi e dare nuovo impulso all’Appennino centrale.