Il pellegrinaggio dei vescovi toscani in Terra Santa, iniziato il 9 giugno, si trova ora in una situazione di emergenza. Le tensioni scoppiate nella regione hanno reso impraticabili i collegamenti diretti per il rientro in Italia. Da Gerusalemme, dove sono stati bloccati, si tenta un trasferimento verso la Giordania per poter raggiungere l’aeroporto aperto e ripartire per casa.
Chiusura dei collegamenti a gerusalemme e sospensione dei voli da tel aviv
La città vecchia di Gerusalemme è stata chiusa, con tutte le vie d’accesso interromposte. Questo ha fermato il percorso dei pellegrini, impossibilitati a muoversi liberamente. L’aeroporto di Tel Aviv, previsto come punto di partenza per il rientro questa sera alle 20, è stato improvvisamente chiuso. La decisione segue gli attacchi militari effettuati da Israele nelle prime ore della giornata.
Le autorità israeliane hanno bloccato il traffico aereo, congelando di fatto i voli in uscita. Questo ha lasciato i vescovi e il loro seguito in attesa a Notre Dame, una zona periferica di Gerusalemme, dove cercano indicazioni e soluzioni per proseguire il viaggio. Le comunicazioni con gli aeroporti vicini e le forze dell’ordine giordane sono costanti, nel tentativo di capire se lo spazio aereo giordano rimanga aperto e quali voli siano operativi per il rientro in Italia.
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Tentativo di uscita via terra
In questo momento, l’unica opzione sulle tracce dei pellegrini è uscire da Gerusalemme via terra, nel tentativo di raggiungere la Giordania, da dove si spera di poter volare verso casa. Ogni spostamento resta però incerto, vista la chiusura totale e la volatilità della situazione sull’area.
Attacco israeliano all’iran e conseguenze sulla sicurezza nella regione
Secondo il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, la tensione è al culmine a causa di un attacco israeliano sul territorio iraniano, avvenuto di primo mattino. L’aggressione ha provocato immediatamente un’escalation con la chiusura totale di Gerusalemme e dell’aeroporto.
Padre Faltas, che ha raccontato la situazione in un video pubblicato sul sito ufficiale, ha descritto un quadro di forte agitazione. Ha spiegato che da Israele sarebbero partiti missili verso l’Iran, con la possibilità che altri vengano lanciati nelle ore successive. Tutta la zona è stata messa in stato di massima allerta, con restrizioni severe alle attività e ai movimenti pubblici.
Rischio di nuove escalation
Il rischio di nuove escalation è motivo di grande preoccupazione per chi si trova in città, soprattutto per i gruppi di pellegrini. L’attenzione si concentra sulla sicurezza, mentre le autorità locali e internazionali monitorano la situazione, senza ancora riuscire a fornire date certe né modalità di spostamento sicure per chi deve lasciare la regione.
Organizzazione del trasferimento verso la giordania e prospettive per il rientro
I vescovi toscani, insieme agli accompagnatori, stanno cercando di uscire dalla città chiusa usando strade alternative. L’obiettivo è raggiungere la Giordania, paese confinante con Israele, che al momento non ha sospeso il suo spazio aereo. Da lì si potrebbe prendere un volo per l’Italia, se le condizioni lo permetteranno.
Sul posto si sta lavorando alacremente per organizzare un trasferimento sicuro e rapido verso il confine, mentre si attendono risposte dalle compagnie aeree e dai controllori del traffico aereo giordani. Il cambio di programma è forzato e rende difficile mantenere scadenze e orari, scombussolando i piani dell’intero gruppo.
Incertezza sulla durata dell’emergenza
Non è chiaro quanto durerà questa situazione di emergenza e come si evolveranno i rapporti diplomatici nella zona. Quel che resta è la necessità di garantire la sicurezza dei pellegrini e permettere il rientro in Italia appena possibile. Le comunicazioni vengono aggiornate continuamente per fornire indicazioni precise su possibili date e punti di partenza alternativi rispetto a Tel Aviv.