Vertenza Softlab a Caserta: presidio davanti alla Regione Campania e nuovi sviluppi per i lavoratori

Vertenza Softlab a Caserta: presidio davanti alla Regione Campania e nuovi sviluppi per i lavoratori

I dipendenti di Softlab a Caserta protestano contro la chiusura entro il 2025, coinvolgendo Regione Campania e Ministero per garantire ricollocazione e pagamenti degli ammortizzatori sociali.
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La chiusura di Softlab a Caserta entro il 2025 mette a rischio oltre 130 posti di lavoro; i dipendenti, supportati dai sindacati, stanno mobilitandosi con istituzioni e imprese per garantire la ricollocazione e il sostegno economico. - Gaeta.it

La situazione dei dipendenti di Softlab, azienda informatica di Caserta, si aggrava con la decisione di chiudere entro la fine del 2025. La vertenza coinvolge oltre 130 famiglie. In queste settimane, i lavoratori hanno intensificato la mobilitazione per evitare il collasso occupazionale e trovare nuove soluzioni. Un presidio si è svolto a Napoli, presso la Regione Campania, per seguire un importante incontro con le istituzioni regionali e per chiedere interventi concreti.

Mobilitazione e presidio: la protesta dei lavoratori softlab davanti alla regione campania

Il 10 aprile 2025, i dipendenti di Softlab hanno organizzato un presidio davanti agli uffici della Regione Campania, nel Centro Direzionale di Napoli. Lo scopo era partecipare all’incontro con l’Assessore alle Attività Produttive Antonio Marchiello, convocato per fare il punto sulla vertenza e sul futuro occupazionale. L’incontro si è svolto negli uffici della Presidenza del Consiglio Regionale, con la presenza anche del Presidente Gennaro Oliviero.

Un confronto con le istituzioni

Durante il confronto, Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta, ha sottolineato la necessità di verificare i progressi fatti insieme a Confindustria Caserta nel tentativo di ricollocare i lavoratori. L’Assessore Marchiello ha confermato disponibilità da parte di alcune aziende industriali locali, come Seri Industrial S.p.A., Getra S.p.A., e Tech-Tron S.r.l., all’accoglienza di una parte del personale coinvolto.

La Fiom ha ribadito con forza la richiesta di una gestione trasparente dell’intera vertenza, precisando che la soluzione dovrà coinvolgere tutti i dipendenti, senza escludere nessuno. Il presidio è servito a mantenere la pressione sulle istituzioni affinché accompagnino con attenzione ogni fase della ricollocazione e si evitino nuovi silenzi o vuoti annunciativi.

Il prossimo tavolo ministeriale: impegno e ruolo della regione campania nella vertenza softlab

L’incontro ha ufficializzato inoltre la data del prossimo tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy , fissato per il 15 maggio 2025. Questo appuntamento viene considerato cruciale per la definizione delle prospettive lavorative dei dipendenti Softlab. Percuoco ha evidenziato l’importanza di vedere la Regione Campania presente a questo confronto, per dimostrare un impegno istituzionale chiaro verso un territorio che registra una crisi industriale profonda.

Al tavolo ministeriale sono attese proposte concrete per sostenere i lavoratori e verificare la reale possibilità di ricollocamento. Il ruolo della Regione Campania sarà centrale per sostenere queste misure e favorire un raccordo efficace tra imprese e sindacati. Dopo anni di incertezza, la convocazione al Mimit rappresenta un’occasione per dare seguito ai numerosi appelli lanciati dai lavoratori e dai rappresentanti sindacali.

Un percorso difficile: la storia della crisi softlab e il legame con la vertenza jabil a marcianise

La vertenza Softlab è legata a doppio filo a quella dello stabilimento Jabil di Marcianise, dove lavoravano oltre 400 operai. I dipendenti Softlab sono infatti ex addetti Jabil usciti in seguito a una riduzione della capacità produttiva del sito di Marcianise, noto per aver fatto spesso ricorso alla cassa integrazione. In Softlab, partita con 250 operai, sono rimasti circa 130 lavoratori che tuttora affrontano situazioni di sospensione dal lavoro frequenti.

In origine, Jabil aveva versato somme significative a Softlab con l’impegno ufficiale di garantire la continuità produttiva e la ricollocazione occupazionale. Questo impegno è stato assunto anche davanti al Ministero e alla Regione Campania. In realtà l’attività produttiva non ha mai raggiunto un livello tale da sostenere tutto l’organico e la fine dell’attività, programmata per fine 2025, rappresenta una battuta d’arresto grave per l’intera comunità lavorativa coinvolta.

La crisi non si è fermata alla riduzione del personale ma ha riguardato anche le difficoltà nello sbloccare gli ammortizzatori sociali: fino all’inizio del 2025, infatti, i dipendenti non avevano ricevuto il pagamento della cassa integrazione relativa alla cessazione dell’attività prevista fino al 31 dicembre.

Pagamenti degli ammortizzatori sociali dopo le pressioni dei sindacati

Tra fine marzo e inizio aprile 2025, la mobilitazione sindacale su Inps e Ministero ha ottenuto risultati concreti. In particolare durante la settimana di Pasqua, le richieste di CdL e sindacati hanno portato al pagamento delle somme arretrate relative ai primi tre mesi dell’anno ai lavoratori Softlab.

Questo pagamento ha alleggerito un fardello economico difficile da sostenere per le famiglie coinvolte, costrette a convivere con l’incertezza del futuro. La vicenda conferma la fragilità della situazione occupazionale, ma indica anche che la pressione sindacale e la presenza istituzionale possono mettere in movimento procedure che sembravano bloccate.

Il caso Softlab rimane un nodo aperto, con un percorso che nei prossimi mesi, e soprattutto dopo il tavolo del 15 maggio, dovrà chiarire la sorte di chi ha investito un pezzo importante della propria vita lavorativa in questa azienda.

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