Il festival internazionale del Riso tornerà a Vercelli dal 12 al 14 settembre 2025. L’evento unirà cultura, tradizione e attività legate al mondo del riso, con mostre, tour guidati, incontri e appuntamenti commerciali. Vercelli diventerà, per tre giorni, un palcoscenico dove si intrecciano storia, natura e produzione agricola. L’obiettivo è far conoscere il territorio e la sua identità, valorizzando il ruolo del riso come elemento centrale della comunità.
La provincia di vercelli e la strategia dietro il festival
Le ultime settimane hanno visto una definizione precisa dell’organizzazione di Risò, che si presenta come punto di riferimento per il mondo risicolo europeo. Il presidente della provincia, Davide Gilardino, ha sottolineato come l’evento sia “una rivincita per il vercellese e un modo per far conoscere il territorio al di fuori dei confini locali”. La provincia, tra le maggiori produttrici di riso in Europa, sfrutterà anche la storica borsa Merci attiva a Vercelli, che farà da cornice ai incontri B2B previsti l’11 settembre.
La rete dei Borghi delle vie d’Acqua
Gilardino ha richiamato l’idea che la forza del progetto sta nella collaborazione tra i 56 comuni formanti la rete dei Borghi delle vie d’Acqua. Il festival punta a intrecciare aspetti culturali, economici e ambientali attraverso una visione aperta sul mondo, centrata sulla consapevolezza delle proprie radici.
Leggi anche:
Un cuore culturale che attraversa natura e patrimonio artistico
Il cuore del festival sarà il Risò Village, allestito in piazza Antico Ospedale, dove si terranno panel tematici sul riso e una mostra dedicata al rapporto tra natura e uomo. La narrazione si svilupperà attraversando le risaie, definite dal presidente come “il segreto meraviglioso della vita” di questo territorio. La manifestazione si articola anche attorno alla città di Vercelli e ai suoi borghi, portando in primo piano terra, acqua, riso e persone.
Il sindaco Roberto Scheda ha spiegato che il festival avrà una valenza culturale decisiva per far emergere la conoscenza del territorio. Saranno predisposti itinerari turistici ed educativi capaci di valorizzare il ruolo di Vercelli nel mondo legato al riso, ma anche nel campo culturale. L’investimento nella cultura, ha detto il primo cittadino, “permetterà di migliorare altri aspetti della vita collettiva”.
Tra le iniziative spicca l’esposizione del Vercelli Book, un antico manoscritto in inglese medioevale oggi simbolo di incontro tra epoche e culture. Tra gli eventi di rilievo ci sarà anche la conferenza gratuita con il professor Alessandro Barbero, che si terrà nella basilica di Sant’Andrea, gioiello gotico della città.
I tour tematici per scoprire vercelli
Il festival propone due itinerari principali per esplorare Vercelli. Il primo sarà dedicato all’anima medievale della città, con una visita guidata nel contesto storico e monumentale. Alessandro Barbero ha ricordato come nel medioevo Vercelli avesse un rilievo internazionale notevole, fatto da riscoprire oggi.
Il secondo percorso si concentra sull’elemento acqua, che ha segnato profondamente paesaggio e identità locale. Tra i siti da visitare ci saranno piazza Roma con la sua fontana firmata da Attilio Gatti Garman e il monumento alla mondina che ricorda le lavoratrici delle risaie. Altri punti chiave saranno il museo Borgogna, seconda pinacoteca del Piemonte, e la sede dell’associazione di irrigazione Ovest Sesia con allestimenti che raccontano la storia e la scienza dell’acqua.
Altri tour tra Baraggia e Grange
Sono in programma anche quattro altri tour focalizzati sulle terre della Baraggia, un’area naturale di spicco, e sulle Grange, che custodiscono tradizioni e tracce di storia millenaria. Questi percorsi offriranno un’esperienza immersiva tra borghi, castelli, monasteri e paesaggi unici.
Il richiamo a personaggi storici e la continuità con la tradizione agricola
L’evento porta in primo piano alcune figure di rilievo legate alla storia di Vercelli e della sua agricoltura. Camillo Benso conte di Cavour viene ricordato come promotore della modernizzazione agricola e dell’irrigazione in questa zona, mentre Galileo Ferraris rappresenta l’ingegno tecnico e scientifico con radici profonde nel territorio.
Questi protagonisti testimoniano il legame tra scienza, politica e terra, offrendo una base storica alla visione concreta dello sviluppo locale e agricolo. Il festival intende ribadire questo legame, evidenziando le radici e lo sguardo sulla contemporaneità.
Risò come vetrina per il riso italiano e la sua promozione
Secondo Natalia Bobba, presidente dell’ente nazionale Risi, Risò diventerà un appuntamento importante per il settore risicolo nazionale, affiancandosi alla storica fiera del riso di Isola della Scala. L’evento coinvolgerà operatori del mondo agricolo, istituzioni e pubblico, mettendo al centro la promozione e la divulgazione delle varietà di riso italiane e del lavoro legato alla coltivazione.
La scenografia scelta per enfatizzare questo legame tra riso e territorio sarà il sagrato della basilica di Sant’Andrea, che ospiterà sette piccole risaie con varietà classiche italiane come Roma, Carnaroli e Arborio. Due microaree racconteranno la vegetazione spontanea tipica delle Terre d’Acqua, creando un forte impatto visivo e simbolico tra storia, agricoltura e arte.
Con questa rappresentazione, il riso non sarà solo una coltura ma “un messaggio che parla di identità, lavoro e paesaggio”. L’evento stimolerà il dialogo attorno a un valore agricolo storicamente radicato e sempre attuale nell’economia e nella cultura locale.