Ventuno anni dalle giornate di melfi la fiom cgil rilancia la difesa dello stabilimento stellantis e dell’indotto nel potentino

Ventuno anni dalle giornate di melfi la fiom cgil rilancia la difesa dello stabilimento stellantis e dell’indotto nel potentino

La Fiom Cgil rilancia l’appello per salvaguardare l’occupazione nello stabilimento Stellantis di Melfi e nell’indotto in Basilicata, ricordando la storica mobilitazione del 2004 e denunciando le difficoltà attuali.
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La Fiom Cgil rilancia l’allarme per la salvaguardia dell’occupazione nello stabilimento Stellantis di Melfi e nell’indotto automotive in Basilicata, richiamando la storica mobilitazione del 2004 e chiedendo interventi concreti per garantire futuro e lavoro nella regione. - Gaeta.it

La Fiom Cgil torna a chiedere attenzione per la salvaguardia dell’occupazione nello stabilimento Stellantis di Melfi, ex Fiat, e nell’intero indotto dell’automotive in Basilicata, con un appello che ricorda la storica mobilitazione di ventuno anni fa. La segretaria generale regionale Giorgia Calamita sottolinea la necessità di continuare la lotta per i diritti dei lavoratori e per garantire la sopravvivenza della fabbrica in un momento segnato da crisi e incertezze produttive.

Lo sciopero del 2004 che cambiò lo stabilimento di melfi

Nel 2004 la fabbrica di Melfi salì alla ribalta nazionale per uno sciopero durato ventuno giorni, inizialmente lanciato contro le gabbie salariali e la deroga al divieto del lavoro notturno per le donne. La mobilitazione nacque il 17 aprile e culminò il 9 maggio con un accordo firmato da Fiat e sindacati. La partecipazione degli operai e delle operaie lucani fu massiccia, così come il coinvolgimento della Fiom nazionale.

Un gesto simbolico di pace e resistenza

Quella protesta portò all’attenzione pubblica le condizioni lavorative nello stabilimento, mettendo sotto pressione l’azienda. Un’immagine simbolo scattata dal fotografo Tony Vece per l’ANSA riprendeva un gesto pacifico della segretaria Calamita, che porgeva un mazzo di fiori ai poliziotti, un simbolo di rivendicazione non violenta. Da quella azione nacque un senso di comunità e di resistenza solidale che ancora oggi anima la Fiom Cgil in Basilicata.

Le sfide attuali per la fabbrica stellantis di melfi

Ventuno anni dopo, la situazione non è migliorata per lo stabilimento Stellantis di Melfi. Secondo la Fiom Cgil, gli incentivi all’esodo posti dall’azienda stanno svuotando progressivamente la fabbrica. Mentre la produzione tenta di rinnovarsi con nuovi modelli, si registra una continua cassa integrazione. Questo coinvolge non solo i diretti dipendenti dello stabilimento ma anche gli addetti dell’indotto.

Impatto sull’economia locale

Il calo di attività deve al contempo un impatto sull’economia locale, che da sempre dipendeva pesantemente dall’industria automobilistica. La perdita di posti di lavoro e la diminuzione delle commesse rischiano di compromettere la vitalità industriale dell’area di Melfi e dell’intera Basilicata. La Fiom segnala questa emergenza con urgenza, invitando a non abbassare la guardia né lasciare indietro i lavoratori.

La mobilitazione continua per il futuro industriale e occupazionale

Giorgia Calamita evidenzia la determinazione della Fiom Cgil nel restare impegnata a difesa delle condizioni di lavoro e dei posti occupazionali. La mobilitazione non si fermerà fino a quando le istituzioni e l’azienda non chiariranno le prospettive produttive per Melfi. Il messaggio è chiaro: lo stabilimento e il suo indotto devono essere tutelati e mantenuti attivi.

La Fiom rinnova l’eredità di quelle ventuno giornate di lotta, ribadendo che la resistenza è necessaria e non si arrenderà alle logiche che riducono la forza lavoro e mettono a rischio un’intera area industriale in Basilicata. A quel punto il confronto con Stellantis e le autorità locali resta aperto, con la richiesta di misure concrete per garantire continuità e sviluppo nel settore automobilistico regionale.

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