L’isola di Ventotene si prepara ad accogliere dal 19 al 21 giugno la quattordicesima edizione del festival letterario gita al faro. L’evento raduna scrittori, intellettuali e lettori attorno a temi legati alla memoria e alla storia, con particolare attenzione al ruolo dell’isola come luogo di confino politico. Nel 2025, anno dell’ottantesimo anniversario della liberazione, il festival punta a coinvolgere il pubblico in una riflessione profonda su un periodo cruciale del Novecento italiano, scandito dalle vicende di uomini e donne detenuti nell’arcipelago per motivi politici.
Organizzazione e finalità del festival gita al faro 2025
Gita al faro nasce da un’idea di francesca mancini, laura pesino e vania ribeca, con la direzione artistica di loredana lipperini. Questa edizione viene promossa dall’associazione per santo stefano in ventotene onlus, con la collaborazione della libreria ultima spiaggia. Il comune di Ventotene e la lega navale italiana hanno concesso il patrocinio all’evento, mentre intesa sanpaolo figura come partner del festival. Il festival si distingue per l’attenzione rivolta alla cultura e alla memoria storica locale, facendo rivivere il passato dell’isola e dei suoi luoghi simbolo attraverso incontri, presentazioni e dibattiti.
Il legame con il territorio è centrale, specie considerando che Ventotene e l’adiacente carcere borbonico di Santo Stefano sono stati luoghi di confino politico durante il regime fascista e la seconda guerra mondiale. Il festival si propone come un’occasione per riportare l’isola al centro del dibattito pubblico, non solo come meta turistica ma soprattutto come simbolo di resistenza e democrazia. Il contesto dell’ottantesimo anniversario della liberazione accentua il valore storico e civile delle iniziative in programma, che onorano la memoria dei confinati e riflettono sull’importanza di non dimenticare quella stagione.
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Ospiti e memoria del confino politico
La programmazione del festival pone l’attenzione sulle diverse sfaccettature del confino politico e del lascito della resistenza attraverso interventi di esperti e autori. Annalena benini, direttrice del salone del libro di Torino, guiderà il pubblico in un percorso sulla figura di virginia woolf, tema ricorrente di gita al faro fin dalla prima edizione. Woolf rappresenta un simbolo di riflessione pacifista, e la sua opera verrà riletta nel contesto delle sfide storiche e culturali affrontate sul confino.
Paola caridi, giornalista e saggista, approfondirà il rapporto tra la storia del confino a Ventotene e le crisi mediorientali contemporanee. La sua analisi mette in luce legami spesso trascurati tra la memoria europea del confino politico e il presente segnato da conflitti e tensioni in aree lontane, ma con implicazioni globali.
Infine, tornerà a Ventotene wuming 1, autore del romanzo gli uomini pesce, dedicato ai confinati dell’isola. Il suo intervento sarà accompagnato da un omaggio alla scrittrice fabrizia ramondino, cui sarà riservata la serata conclusiva del festival con la nuova edizione del libro l’isola riflessa. Questo momento riconferma l’importanza della letteratura per mantenere viva la testimonianza storica del confino e per nutrire la riflessione civile.
L’attenzione al carcere borbonico di santo stefano e le nuove pubblicazioni
Il carcere borbonico di Santo Stefano costituisce un ulteriore punto focale della rassegna. L’associazione per santo stefano in ventotene onlus da tempo si impegna a conservare la memoria legata a questo luogo, simbolo della detenzione politica prima e durante il fascismo. Al festival verrà presentato il libro io non ho ucciso di giulia ciancaglini, parte della collana 99celle edita da ultima spiaggia. Il volume raccoglie storie e testimonianze legate alla complessa storia del penitenziario, narrandone aspetti meno noti e offrendo nuove prospettive sulla vita dei detenuti e sul funzionamento della prigione.
Questa iniziativa editoriale si inserisce in un contesto più ampio di recupero della memoria, necessario per comprendere fino in fondo le dinamiche politiche e sociali che hanno attraversato l’Italia nel corso del Novecento. Al carcere borbonico è attribuito un significato importante proprio per la sua funzione di luogo di isolamento e repressione, ma anche per le storie individuali che testimoniano resistenza e dignità umana.
Riflessione civile e cultura a gita al faro 2025
Il festival gita al faro mantiene la sua vocazione di luogo in cui si incontrano letteratura, memoria e attualità. Nel 2025, con un programma pensato per stimolare il pubblico a riscoprire la storia dietro i muri di Ventotene e Santo Stefano, diventa un’occasione concreta per riflettere su temi di ampio respiro come la libertà, la repressione politica e l’importanza della memoria collettiva. La scelta di ospitare figure che rappresentano varie chiavi di lettura storiche e culturali rende il festival una porta aperta verso la comprensione di un passato che continua a influenzare il presente.
L’edizione di quest’anno rilancia così l’impegno civile di gita al faro, che prosegue la missione di tenere vivo il ricordo e di promuovere un confronto critico attraverso la scrittura e il racconto. Ventotene, in questo contesto, torna protagonista con una storia che non si limita a essere ricordata come episodio storico, ma si offre come stimolo a ripensare le radici della democrazia e la tutela dei diritti civili.