Vent'anni di trapianti di organi nelle marche: un percorso di vita e donazione ad ancona

Vent’anni di trapianti di organi nelle marche: un percorso di vita e donazione ad ancona

Vent’anni di trapianti nelle Marche con quasi 1.700 interventi all’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche; evento ad Ancona per promuovere la donazione e sensibilizzare su sfide e storie di vita reali.
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Vent'anni fa nelle Marche è stato eseguito il primo trapianto d’organo; da allora sono stati effettuati quasi 1.700 interventi, con un impegno continuo nella promozione della donazione e nel supporto ai pazienti, celebrati in un evento che ne sottolinea il valore umano e sociale. - Gaeta.it

Sono passati vent’anni dal primo trapianto d’organo eseguito nelle Marche, un momento che ha segnato l’inizio di un percorso importante per la regione. Dal 30 maggio 2005 a oggi, l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche ha effettuato quasi 1.700 interventi di trapianto, comprendenti rene, pancreas, fegato e combinazioni tra questi organi. La storia e i risultati di questa esperienza sono al centro di un evento promosso dall’Ato Marche, l’associazione che si occupa di trapianti di organi, cellule e tessuti, con l’obiettivo di diffondere la cultura della donazione e l’importanza del dono. Il raduno, previsto il 30 maggio ad Ancona, rappresenta un momento per riflettere sul valore della donazione come gesto di solidarietà e speranza.

Il primo trapianto nelle marche: un punto di svolta per la sanità regionale

Il 30 maggio 2005 è una data che ha segnato un radicale cambiamento nel campo sanitario delle Marche. In quel giorno, l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche ha realizzato il primo trapianto d’organo nella regione, più precisamente di rene. Da allora, questo centro è diventato un punto di riferimento per gli interventi di trapianto in tutto il territorio marchigiano e non solo.

Inoltre, l’attività non si è limitata al rene, ma si è ampliata includendo pancreas, fegato e trapianti combinati, arrivando a un totale di circa 1.700 operazioni eseguite. Oggi, la rete trapiantologica delle Marche si distingue per la capacità di unire competenze chirurgiche, mediche e assistenziali, riuscendo a garantire assistenza non solo durante l’intervento, ma anche nel lungo periodo dopo il trapianto. Questo sviluppo ha aumentato le possibilità di cura per i pazienti e ha contribuito a ridurre le liste di attesa.

Un evento per mettere in luce volti e storie

L’evento previsto ad Ancona nell’area di Portonovo vuole mettere in luce non solo i numeri, ma anche i volti e le storie di chi ha vissuto questa esperienza, evidenziando il valore umano che accompagna ogni trapianto.

L’ato marche e la promozione della donazione nel territorio

L’Ato Marche rappresenta un punto di riferimento per la promozione della cultura della donazione di organi in tutta la regione. Fondata 30 anni fa, questa associazione ha accompagnato passo dopo passo lo sviluppo dei trapianti in un territorio che ha saputo imporsi anche su scala nazionale.

Durante la presentazione dell’evento presso il Consiglio regionale a Palazzo delle Marche, sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni insieme ai medici che operano nel settore. Il presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, ha sottolineato come la regione punti a sostenere tutte le iniziative che rafforzano la cultura del dono e la ricerca scientifica collegata ai trapianti, dimostrando così un impegno istituzionale attivo. L’Ato non solo lavora per sensibilizzare la popolazione ad accettare la donazione, ma sostiene anche i pazienti nel percorso che precede e segue il trapianto, seguendo i controlli e offrendo supporto concreto.

Il coinvolgimento delle amministrazioni comunali

Tra le azioni più concrete vi è il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Infatti, nel momento in cui i cittadini rinnovano i documenti di identità nelle anagrafi, viene proposta la dichiarazione di volontà alla donazione. Questa pratica si è dimostrata fondamentale per aumentare il numero dei consensi, anche se ultimamente si registra qualche difficoltà nello stesso.

Storie di vita: le testimonianze di chi ha ricevuto un trapianto

Le storie personali raccontano la realtà dei trapianti oltre i numeri e le statistiche. Andrea Brecciaroli, 55 anni, originario di Senigallia, ha ricevuto un trapianto di rene nel 2016. Prima dell’intervento ha vissuto un periodo difficile, in cui si è sottoposto a dialisi per molte ore al giorno, legato alla macchina nel suo domicilio. Dopo il trapianto, però, ha ripreso la sua attività fisica e ora è persino atleta golfista nella nazionale dedicata ai trapiantati.

Il racconto di Brecciaroli richiama l’attenzione sulle tante persone che si trovano in lista d’attesa e sull’importanza di non perdere tempo per esprimere il consenso alla donazione. Il suo appello verso i cittadini è chiaro: quando si rinnovano i documenti in Comune, è fondamentale dire sì alla donazione.

Un’altra testimonianza toccante arriva da Filottrano, dove Cristina Falappa ha donato un rene alla figlia Desiré Ombrosi, oggi libera dalla necessità delle frequenti dialisi. Desiré ha potuto completare gli studi universitari e svolgere una vita normale grazie al gesto della madre. Questa esperienza mette in luce quanto la donazione possa cambiare il destino di chi soffre per gravi patologie renali. Per molti, il sì alla donazione non rappresenta la morte, ma una speranza concreta di vita.

Iniziative e sfide nel futuro dei trapianti nelle marche

L’appuntamento del 30 maggio vuole celebrare non solo i risultati raggiunti, ma anche le persone dietro questa realtà: medici che operano da anni con passione, pazienti e donatori che hanno dato vita a questo processo. L’evento si terrà a Portonovo, presso l’hotel Seebay, con la presenza di figure fondamentali per il centro trapianti di Ancona, come il chirurgo epato-biliare Andrea Vecchi, il direttore della Nefrologia Andrea Ranghino e altri protagonisti che nel tempo hanno contribuito a consolidare la rete trapiantologica.

Aumento delle opposizioni e calo delle donazioni

Un tema delicato emerso durante gli incontri è l’aumento delle opposizioni alla donazione. I dati nazionali indicano un incremento del 4% nel rifiuto da parte dei cittadini, una tendenza che preoccupa chi si occupa di trapianti. Nel primo semestre del 2025 si è registrato anche un calo nel numero delle segnalazioni di donazioni nella regione, condizione che incide direttamente sulla quantità di trapianti eseguiti.

I medici evidenziano la necessità di mantenere alta l’attenzione su questi temi, rafforzando le campagne di informazione e sensibilizzazione. La donazione rimane l’unica strada per garantire interventi salvavita, e senza organi disponibili il trapianto non può esistere. Il coinvolgimento delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini serve a mantenere viva questa possibilità per tutti i pazienti in attesa.

Tra le sfide concrete vi è quindi la necessità di migliorare la diffusione della cultura del dono, far riconoscere chiaramente l’importanza del consenso e accompagnare i cittadini nella scelta consapevole. Essere parte attiva in questo percorso significa dare a molte persone una reale opportunità di vivere.

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