Vendichiamoci dei nostri ex, al centro del processo per aggressione a torino nel 2023

Vendichiamoci dei nostri ex, al centro del processo per aggressione a torino nel 2023

A Torino, nel quartiere borgo Filadelfia, si apre il processo per una presunta aggressione sessuale avvenuta il 23 ottobre 2023; al centro del dibattito la frase “vendichiamoci dei nostri ex” e un video-prova.
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A Torino è in corso un processo per una presunta aggressione sessuale avvenuta nell’ottobre 2023 nel quartiere borgo Filadelfia, con al centro la frase dell’imputato "Vendichiamoci dei nostri ex" e un video che documenta parte dell’episodio. - Gaeta.it

Si è aperto a Torino un procedimento che riguarda una presunta aggressione sessuale avvenuta nell’ottobre del 2023. La vicenda, risalente a un appartamento nel quartiere borgo Filadelfia, ha portato in aula una frase particolare: “Vendichiamoci dei nostri ex”. Queste parole, pronunciate dall’imputato poco prima dell’episodio, sono ora al centro di un acceso dibattito giudiziario.

I fatti del 23 ottobre 2023 a borgo Filadelfia

Il caso si svolge in un’abitazione del borgo Filadelfia, area residenziale di Torino. Il 23 ottobre del 2023, una giovane donna si è recata nell’appartamento di un uomo, amico del suo ex fidanzato, per ritirare alcuni effetti personali. La visita doveva essere breve e circoscritta esclusivamente a quel motivo.

La ragazza ha riferito che l’uomo, in evidente stato di ubriachezza, ha iniziato a parlare di un piano di vendetta, pronunciando proprio la frase “vendichiamoci dei nostri ex”. Da quel momento la situazione è degenerata: ha ricevuto uno schiaffo e poi l’aggressione sessuale. Nonostante lo shock, è riuscita a liberarsi e a girare con il cellulare un breve video che documenta parte della scena. Quel materiale è ora fra le prove che i giudici stanno valutando.

L’intervento della polizia e la testimonianza degli agenti

Subito dopo l’aggressione, la vittima ha chiesto aiuto per strada. Una volante della polizia è giunta rapidamente sul posto. In aula ha testimoniato uno degli operatori intervenuti, raccontando di aver trovato il giovane uomo disteso sul letto.

L’agente ha descritto l’imputato come agitato e con un forte alito di alcol, segno di un’intensa assunzione di bevande fermentate. “Era urlante e nervoso, abbiamo dovuto ammanettarlo per evitare ulteriori situazioni pericolose” ha spiegato. Il racconto conferma lo stato di alterazione al momento dell’arresto. Questi elementi sono rilevanti ai fini della ricostruzione degli eventi.

La difesa e la versione dell’imputato in aula

L’uomo, assistito dall’avvocata Simona Rullo, ha scelto di rendere una dichiarazione spontanea durante il processo. Con un linguaggio giudicato inappropriato dai presenti, ha affermato che il rapporto con la giovane era avvenuto con il suo consenso.

Questa dichiarazione rappresenta un punto di contraddizione con quanto sostenuto dalla parte lesa. Il tribunale dovrà confrontare le versioni e le prove raccolte per stabilire la dinamica reale dei fatti. Intanto, l’imputato si dichiara innocente rispetto all’accusa di aggressione.

Il procedimento giudiziario e l’attualità del dibattito in aula

Il processo, iniziato nei mesi scorsi, proseguirà a settembre con ulteriori udienze e testimonianze. Al centro del confronto resta la frase pronunciata dall’imputato, che potrebbe indirizzare il giudice verso una valutazione di premeditazione o, al contrario, essere considerata un semplice sfogo privo di valenza legale.

I pm e gli avvocati dovranno chiarire se quella frase abbia avuto effetto di esortazione alla violenza, se costituisca un tentativo di giustificare il comportamento o se sia un semplice elemento ambiguo. Il video girato dalla vittima aggiunge un valore importante al processo, fornendo un documento diretto della vicenda.

Il tribunale continuerà a esaminare ogni dettaglio per arrivare a una decisione che tenga conto di tutte le testimonianze e delle prove disponibili.

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