Varietà frutticole, resistenze e nuove coltivazioni al centro di macfrut 2025 a cesena

Varietà frutticole, resistenze e nuove coltivazioni al centro di macfrut 2025 a cesena

Macfrut 2025 a Cesena ha presentato innovazioni nel miglioramento genetico di mele, pere, pesche, kiwi e agrumi, con focus su resistenza alle malattie, adattamento climatico e sostenibilità del settore frutticolo.
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Macfrut 2025 a Cesena ha presentato innovazioni nel miglioramento genetico di mele, pere, pesche, kiwi e agrumi, puntando su varietà resistenti e sostenibili per affrontare sfide climatiche e di mercato. - Gaeta.it

La manifestazione Macfrut 2025 di Cesena ha ospitato un intenso ciclo di seminari dedicati alle novità nel miglioramento varietale del settore frutticolo. I quattro workshop del progetto VIP hanno raccolto quasi 500 partecipanti tra esperti e operatori. L’interesse si è concentrato sulle nuove varietà di frutta, con attenzione particolare a quelle resistenti alle malattie e capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici. L’evento ha mostrato la vitalità del vivaio italiano e il confronto con realtà internazionali tra innovazioni e sfide agronomiche.

Come l’innovazione guida la frutticoltura moderna

Stefano Lugli, responsabile del simposio e di SL Fruit Service, ha delineato il ruolo cruciale dell’innovazione nel settore frutticolo. Il miglioramento genetico punta a generare varietà che soddisfino consumatori e mercato, ma soprattutto che siano più resistenti a malattie e condizioni ambientali estreme. Questo approccio serve a rendere più stabile la produzione e aumenta la capacità delle aziende agricole di affrontare eventi meteorologici inusuali o patogeni emergenti.

Lugli ha sottolineato come le nuove selezioni genetiche siano necessarie per salvaguardare la redditività agricola e la qualità della frutta prodotta. Le varietà devono garantire sicurezza alimentare e sostenibilità nel lungo periodo, aspetto molto sentito a livello globale. Il settore vive un momento di confronto tra ricerca pubblica e privata, con progetti internazionali presentati da più di 50 relatori di 11 Paesi, che hanno illustrato programmi e risultati nel miglioramento di specie quali mele, pere, pesche, kiwi e agrumi.

Focus sulle pomacee: varietà club e resistenza ai patogeni

Il workshop dedicato a mele e pere ha fornito aggiornamenti su varietà capaci di rispondere alle sollecitazioni climatiche e ambientali più recenti. Walter Guerra, presidente della sessione, ha mostrato dati sulle diffusione in Europa di varietà resistenti ad agenti biotici come funghi e batteri. Sono emerse nuove mele, come le linee sviluppate dall’Università di Bologna chiamate MD01UNIBO e Dora®, che presentano miglioramenti nutrizionali e organolettici.

L’attenzione si è concentrata su programmi italiani, come il CREA, che lavora su genotipi robusti, e progetti che producono mele extra dolci resistenti a malattie fungine, tra cui il progetto Sambóa. Altri interventi hanno toccato le innovazioni catalane e nuove mele aromatiche ormai pronte per il mercato. La diffusione delle varietà club, cioè gestite da consorzi che ne controllano la produzione e qualità, permane elevata, riflettendo una strategia per garantire uniformità e sostenibilità.

Gli esperti hanno messo in guardia sull’importanza di una valutazione agronomica rigorosa per evitare false aspettative da varietà simili tra loro e per promuovere selezioni che funzionino concretamente nei diversi ambienti di coltivazione. Il contrasto tra numerose proposte e la scarsità di strumenti di valutazione è una criticità sulla quale si stanno concentrando gli studi attuali.

Molte novità, ma incertezza nel mercato delle drupacee

La sessione sulle drupacee, in particolare pesco, ha rivelato un settore frutticolo in tensione. Secondo Daniele Bassi dell’università di Milano, la grande quantità di nuove varietà presentate – oltre mille solo in Europa – non sempre corrisponde a una chiara direzione commerciale e produttiva. Il pesco resta tra le specie più prolifiche in termini di miglioramento genetico, grazie alla facilità di incrocio e al genoma accessibile.

Nonostante questo fermento, in Italia il breeding pubblico si è quasi interamente ritirato, con poche realtà ancora attive. Negli altri paesi europei, invece, permangono centri di ricerca pubblici mentre gli Stati Uniti hanno spostato questo lavoro quasi esclusivamente su università e aziende private. Secondo Bassi, “la crescita dei fondi di investimento nel settore sta modificando la proprietà delle aziende di miglioramento genetico, specie in Spagna.”

Un problema evidenziato è la volatilità e la confusione negli standard produttivi e negli strumenti di valutazione delle nuove cultivar. Si parla di introdurre il criterio della “validità agronomica” nelle certificazioni per evitare l’immissione sul mercato di varietà troppo simili o non perfettamente adattate al territorio. Sul piano delle tecniche di selezione, l’incrocio tradizionale resta la base. Talvolta questa pratica si combina con l’identificazione di marcatori genetici per caratteri specifici come la resistenza alle malattie o alcune qualità organolettiche.

Kiwi: tra polpa verde e sfide di biosicurezza

La produzione mondiale di kiwi ha superato i 4 milioni di tonnellate nel 2023, con un’espansione legata soprattutto alla diversificazione delle varietà. Mirco Montefiori di New Plant ha evidenziato come la cultivar tradizionale Hayward, a polpa verde, mantenga ancora una posizione primaria, ma sia stata progressivamente affiancata da nuove cultivar a polpa gialla e rossa.

La Nuova Zelanda si è distinta per l’introduzione e il successo commerciale di Zespri Sungold®, una varietà gialla in grado di superare Hayward in termini produttivi. Negli ultimi anni sono nate anche varietà a polpa rossa più resistenti alle condizioni ambientali. Il settore è però sotto pressione a causa di malattie come la batteriosi da Pseudomonas syringae pv. actinidiae, responsabile della sparizione rapida di alcune varietà gialle come Hort16A.

La ricerca punta a identificare resistenze genetiche presenti in specie affini come A. arguta, mentre nelle varietà più coltivate la tolleranza varia. C’è poi la sindrome da declino, che in Italia ha causato un evidente calo dei frutteti di Hayward, spingendo i coltivatori a introdurre portainnesti più resistenti alle condizioni del suolo. Le sperimentazioni sono ancora in corso e alcuni programmi stanno testando diversi materiali genetici per individuare soluzioni efficaci.

Infine, il cambiamento climatico sta imponendo sfide ulteriori, con inverni più miti e estati più torride che modificano il ciclo produttivo. Montefiori ha parlato di nuove selezioni in sviluppo, che includono anche caratteri come l’ermafroditismo, pronti a migliorare la gestione agronomica e sostenere l’espansione commerciale, anche grazie all’impiego di tecniche di selezione più rapide rispetto al passato.

Agrumi: nuovi ibridi per rinnovare il mercato

La sessione sugli agrumi ha presentato i risultati ottenuti in due decenni di miglioramento genetico, soprattutto in mandarini e varietà affine. Stefano La Malfa e Marco Caruso, coordinatori della sessione, hanno raccontato come negli ultimi vent’anni il comparto agrumicolo stia rinnovandosi con l’introduzione di cultivar destinate a sostituire quelle meno produttive o meno commerciali.

Sono state evidenziate varietà di mandarini a maturazione precoce, già dai mesi di ottobre, e altre a maturazione medio-tardiva, da gennaio fino ad aprile, che possono ampliare l’arco stagionale su cui si può vendere il prodotto fresco. Si tratta di sviluppi interessanti per un mercato europeo che richiede una maggiore diversificazione e disponibilità durante tutto l’anno.

I contributi internazionali alla sessione hanno mostrato varietà in fase di registrazione e altre già sul mercato, soprattutto da Italia, Spagna e Sud Africa. Il rinnovamento si fonda su ibridi selezionati con caratteristiche di gusto, capacità di raccolta e resistenza alle malattie, in linea con le esigenze produttive dei territori mediterranei.

Macfrut 2025 e il volume con le relazioni vip

Tutte le presentazioni e relazioni dei quattro workshop VIP sono state raccolte in un volume destinato a ricercatori, tecnici e operatori del settore. Stefano Lugli ha sottolineato che il documento raccoglie esperienze internazionali e dati aggiornati sui programmi di miglioramento genetico, utili per chi lavora nello sviluppo varietale o nella produzione.

I pdf sono reperibili gratuitamente su richiesta via email mentre a breve saranno caricati sul sito ufficiale del Plant Nursery Area di Macfrut. Questo materiale rappresenta una risorsa concreta per approfondire tecniche, progetti e risultati in ambito frutticolo, favorendo il dialogo tra mondo della ricerca e aziende agricole nelle prossime stagioni.

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