Variante stratus e la crescita di nimbus: le nuove protagoniste del covid in estate 2025

Variante stratus e la crescita di nimbus: le nuove protagoniste del covid in estate 2025

Le varianti Sars-CoV-2 Nimbus e Stratus (XFG) dominano l’estate 2025 con diffusione crescente soprattutto nel Sudest asiatico; l’Oms monitora mutazioni nella spike e raccomanda vigilanza continua sui vaccini e sintomi.
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L’estate 2025 vede la variante Sars-CoV-2 XFG (stratus) emergere e sostituire progressivamente nimbus, con mutazioni che ne aumentano la diffusione e la capacità di eludere parzialmente l’immunità, senza però aumentare la gravità della malattia; l’Oms raccomanda un monitoraggio continuo. - Gaeta.it

Lo scenario delle varianti di Sars-CoV-2 che dominano l’estate 2025 si arricchisce di nuovi protagonisti. Dopo nimbus, la variante che ha dominato la scena nelle settimane scorse, si fa strada stratus, identificata ufficialmente come XFG dall’Organizzazione mondiale della sanità . La loro comparsa coincide con segnali di diffusione crescente in diverse aree del mondo, spingendo esperti e autorità sanitarie a intensificare il monitoraggio del virus. Le due varianti rappresentano ora la maggior parte dei casi registrati nel periodo più caldo, offrendo uno sguardo su come sta evolvendo il virus, sull’efficacia dei vaccini e sui sintomi emergenti.

La rapida diffusione di stratus e la posizione di nimbus nel panorama mondiale

Nel corso delle prime settimane del 2025, la variante XFG, nota come stratus tra gli addetti ai lavori, ha iniziato a captare l’attenzione a livello globale, tanto da essere inserita tra le varianti sotto monitoraggio dell’Oms dal 25 giugno. Originata da una ricombinazione tra due lignaggi, LF.7 e LP.8.1.2, questa forma ha mostrato un aumento sostanziale delle segnalazioni. Già dal 22 giugno erano state caricate 1.648 sequenze di XFG sulla piattaforma Gisaid provenienti da 38 Paesi, con una crescita significativa rispetto a quattro settimane prima, quando la quota globale era sotto il 10%.

Nimbus perde terreno

Nimbus, la variante dominante fino a poco prima, ha visto invece un leggero calo percentuale, attestandosi poco sotto il 25% della circolazione virale durante l’ultima settimana di maggio. La crescita di stratus si è fatta notare soprattutto nella regione del Sudest asiatico, dove in poche settimane è passata da un’incidenza contenuta al predominio con oltre il 68% dei casi sequenziati. Situazioni simili si sono viste in Europa e in altre zone monitorate dall’Oms, dando l’impressione di un cambiamento netto negli equilibri tra varianti.

In particolare l’India ha rappresentato un terreno fertile per stratus: la variante vi si è imposta come dominante per tutta la primavera, mentre nimbus ha mantenuto una presenza marginale. Questo capovolgimento testimonia l’incidenza che certe mutazioni possono avere nelle diverse popolazioni e nei territori, suggerendo una rapida adattabilità del virus.

Caratteristiche geniche e potenziale di elusione immunitaria di stratus

La variante XFG è un cosiddetto ricombinante, un mix di due genomi virali che si mischiano in un singolo nuovo ceppo. Questo fenomeno avviene quando due varianti circolano nello stesso ambiente e si scambiano segmenti genetici. Nel caso di stratus, la combinazione tra LF.7 e LP.8.1.2 ha prodotto una serie di mutazioni nella proteina spike, la chiave con cui il virus si lega alle cellule umane.

Mutazioni nella spike e implicazioni

All’interno di queste modifiche, ce ne sono alcune che sembrano capaci di ridurre la capacità degli anticorpi di riconoscere il virus. Questo elemento suggerisce una maggiore possibilità di elusione del sistema immunitario, ovvero la capacità di infettare anche persone che hanno una certa immunità, ottenuta tramite vaccino o infezioni pregresse. Tuttavia, i dati raccolti fino a oggi non segnalano un peggioramento della gravità della malattia causata da questa variante rispetto alle precedenti.

L’Oms ha evidenziato come, pur non essendoci indicazioni di maggiore pericolo per la salute pubblica, sia necessario mantenere un controllo stretto. La mutazione potrebbe modificare la risposta del virus alle vaccinazioni in modo parziale, con effetti ancora da comprendere in modo completo. Il monitoraggio include quindi test di neutralizzazione in laboratorio, svolti con sieri umani rappresentativi, per valutare quanto effettivamente stratus possa aggirare la protezione immunitaria.

I sintomi segnalati con la diffusione di stratus e nimbus in diversi Paesi

Il quadro clinico associato alle ultime varianti mostra alcune novità rispetto a quanto registrato nelle ondate precedenti. In India, dove stratus domina ormai da mesi, medici e operatori sanitari hanno notato un aumento della raucedine tra i pazienti Covid. Secondo il Times of India, si aggiungono, accanto a tosse secca e mal di gola, una voce roca ricorrente che ha sorpreso operatori e pazienti. Non si tratta più solo di perdita di gusto e olfatto, segni tipici delle prime ondate, ma di disturbi che coinvolgono la gola in modo più intenso.

Anche in Regno Unito, dove prevale ancora nimbus, i medici descrivono sintomi diversi dal passato. Il mal di gola è spesso acuto e molto fastidioso, come la sensazione di una lama piazzata in fondo alla gola. La sintomatologia include stanchezza, tosse leggera, febbre e dolori muscolari, ma risulta più variabile rispetto alle precedenti stagioni. Questi elementi indicano che le varianti stanno modificando il modo in cui il virus si manifesta, senza però portare a forme cliniche complicate.

Le osservazioni mediche di vari Paesi contribuiscono a delineare un quadro in divenire, con segnali da seguire per poter adattare le strategie di cura e prevenzione, soprattutto negli ospedali e nelle strutture sanitarie.

Il ruolo dell’Oms nel monitoraggio e le raccomandazioni agli Stati membri

Il Technical Advisory Group sull’evoluzione del virus dell’Oms ha già analizzato i rischi collegati alla nuova variante stratus, confermando al momento una valutazione del rischio definita bassa sul piano globale. L’agenzia specifica che i vaccini attualmente disponibili mantengono la capacità di proteggere contro forme gravi della malattia.

Tuttavia, in alcune zone del Sudest asiatico, dove la variante ha avuto un’impennata, si registra un aumento congiunto di casi e ricoveri. Non si può escludere che l’incremento dei contagi abbia a che fare con la capacità della variante di aggirare alcuni meccanismi immunitari, ma non si riscontrano dati che colleghino stratus a un maggior numero di morti o casi critici.

Per questo motivo il gruppo consultivo insiste sull’importanza di mantenere alta l’attenzione e intensificare i test su campioni biologici, soprattutto per valutare come la variante reagisca agli anticorpi. Gli Stati membri sono invitati a dare priorità a queste azioni, senza allentare le misure di sorveglianza.

Le raccomandazioni permanenti per il Covid-19 saranno valide almeno fino ad aprile 2026, un segnale che sottolinea la necessità di un impegno costante nel monitorare e contenere l’evoluzione del virus in tutto il mondo.

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