Un uomo di 65 anni si è recato in farmacia a San Michele per un elettrocardiogramma, dopo aver avvertito un dolore al petto e al braccio la sera precedente. L’intervento rapido del farmacista e la chiamata ai soccorsi non sono però bastati a salvarlo. La vicenda mette in luce i tempi di intervento dell’emergenza in provincia e le difficoltà incontrate nel primo soccorso.
La visita in farmacia e l’esito dell’elettrocardiogramma
La mattina dell’evento l’uomo, accompagnato dalla moglie, si è presentato alla farmacia San Michele chiedendo di eseguire un elettrocardiogramma. Il titolare, il dottor Vittorio Belluso, ha effettuato l’esame. Racconta che inizialmente la situazione sembrava quasi normale: tra una battuta e l’altra, perché il paziente era un cliente noto da tempo, si aspettava un controllo come tanti altri.
Tuttavia, i risultati dell’elettrocardiogramma sono stati immediati e preoccupanti. L’esito mostrava segni evidenti di un infarto in corso. In questi casi il protocollo impone un accesso tempestivo al pronto soccorso o la chiamata immediata al 118. Nonostante l’allarme, pochi secondi dopo l’uomo è collassato a terra, perdendo conoscenza.
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Il fatto che l’infarto fosse in corso e non sospettato precedentemente ha messo la farmacia nella posizione di dover agire in emergenza, senza attrezzature mediche complete, affidandosi quindi all’esperienza e alle risorse di soccorso sul posto.
Primo soccorso e defibrillatore non funzionante
Il dottor Belluso ha iniziato subito a praticare il massaggio cardiaco per mantenere la circolazione sanguigna. Nel frattempo è stata attivata la chiamata ai soccorsi tramite il numero unico 112. L’assistente della farmacia ha cercato subito un defibrillatore, prelevandolo dalla piazza vicina.
Il defibrillatore però si è rivelato inutilizzabile perché non funzionava. A quel punto l’unica azione possibile è stata continuare con il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso avanzati.
Questa situazione sottolinea una criticità spesso segnalata in molte città italiane: la manutenzione e il controllo dei dispositivi salvavita, che devono essere sempre pronti all’uso, specie in luoghi pubblici come farmacie o piazze. L’assenza di un defibrillatore operativo ha ridotto le possibilità di intervento precoce nel tentativo di salvare l’uomo.
L’arrivo dei soccorsi e il tentativo di rianimazione
I mezzi del 118 sono arrivati da Fino Mornasco, distante qualche chilometro da San Michele, dopo una lunga attesa di 19 minuti. Il percorso seguito è stato lungo la provinciale Garibaldina.
Il tempo trascorso dall’inizio dei sintomi alla chiamata ai soccorsi e all’arrivo dell’ambulanza si rivela un fattore cruciale in casi di infarto. Nei minuti successivi, i soccorritori hanno tentato tutte le procedure di rianimazione e stabilizzazione possibili sul posto e durante il trasporto in ospedale.
Nonostante gli sforzi, l’uomo non ha risposto alle manovre di emergenza. L’episodio evidenzia ancora una volta l’importanza della rapidità nei soccorsi e della presenza di strumenti salvavita perfettamente funzionanti vicino ai pazienti, specie in territori dove l’ambulanza può impiegare diversi minuti per arrivare.
Riflessioni sulle emergenze cardiache in provincia
Il caso di San Michele mette in luce alcune criticità nella gestione delle urgenze mediche in contesti non ospedalieri. La disponibilità di strumenti come il defibrillatore, la preparazione del personale e i tempi di intervento dei servizi di emergenza possono influire pesantemente sull’esito di situazioni delicate come un infarto in corso.
La farmacia ha svolto un ruolo importante con la diagnostica tempestiva e il primo tentativo di soccorso, pur senza essere strutturata come un centro medico di emergenza. La difficoltà di intervenire in maniera risolutiva con strumenti adeguati rimane un problema soprattutto in zone periferiche o meno servite.
Questo episodio richiama la necessità di verificare costantemente lo stato dei dispositivi di pronto soccorso pubblici e di migliorare i tempi di risposta delle ambulanze, anche attraverso una rete di assistenza più capillare. La mortalità legata agli infarti si riduce infatti sostanzialmente con un trattamento tempestivo nei primi minuti dal malore.