Uomo di 64 anni assolto dopo il fermo per presunta modifica della targa a novate milanese

Uomo di 64 anni assolto dopo il fermo per presunta modifica della targa a novate milanese

Nel 2023 a Novate Milanese un uomo di 64 anni è stato assolto dal tribunale di Milano dall’accusa di falso materiale per la presunta alterazione della targa della sua Fiat Panda, senza prove certe.
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Nel 2023 a Novate Milanese un uomo di 64 anni è stato assolto dal tribunale di Milano dall'accusa di falso materiale per una presunta alterazione della targa della sua auto, a causa della mancanza di prove certe. - Gaeta.it

Nel 2023 a Novate Milanese, provincia di Milano, un uomo di 64 anni è stato fermato dalla polizia a causa di una presunta alterazione della targa della sua auto. Accusato di aver modificato la lettera “D” in “B” utilizzando del nastro adesivo, è stato processato per falso materiale. Pochi giorni fa il tribunale di Milano ha deciso per la sua assoluzione, riconoscendo l’assenza di prove certe.

Il processo e le accuse di falso materiale

La denuncia nei confronti del 64enne seguiva l’imputazione per falso materiale. Nel corso del procedimento giudiziario sono emerse accuse di aver mascherato la targa per sottrarsi a sanzioni e controllo stradale. Questo tipo di alterazione rientra tra le violazioni più ricorrenti per sottrarsi a multe o pedaggi autostradali, e spesso si associano a episodi di “furbetti” al volante.

Il pubblico ministero ha chiesto una pena pecuniaria, indicando l’intenzione di punire il reato con una sanzione economica. La questione, però, non si è risolta in modo semplice. La difesa ha contestato l’accusa sostenendo che l’uomo non poteva essere ritenuto responsabile in modo certo, ipotizzando che la modifica sulla targa fosse opera di terzi ignoti, magari uno scherzo di cattivo gusto.

Il fermo a novate milanese e il sospetto sulla targa alterata

L’episodio risale al 2023 quando, durante un controllo stradale, le forze dell’ordine hanno notato un dettaglio insolito sulla Fiat Panda guidata dall’uomo. La vettura era intestata alla sua ex moglie, ma la targa presentava una modifica evidente: la lettera “D” era stata coperta e trasformata in “B” con del nastro adesivo nero. La tecnica, conosciuta in ambito stradale, si usa per cercare di eludere controlli come autovelox e multe.

Gli agenti hanno proceduto al fermo per verificare la situazione e accertare se la modifica fosse stata effettivamente operata dal conducente. Nel contesto, l’uomo è stato identificato come addetto ai “Punti blu”, ovvero punti vendita di servizi autostradali, e questo ha contribuito a porre maggiore attenzione sul caso. La targa risultava irregolare e la questione ha subito assunto un carattere penale.

La decisione del tribunale e l’assoluzione del 64enne

Il presidente della sesta sezione del tribunale di Milano, Paolo Guidi, ha valutato con attenzione le argomentazioni presentate. L’ipotesi formulata dalla difesa, secondo cui la modifica non fosse stata fatta direttamente dall’imputato, ha trovato fondamento nella mancanza di prove concrete. Nonostante il sospetto iniziale, non sono stati raccolti elementi sufficienti per sostenere la colpevolezza.

Nel giudizio finale, il tribunale ha quindi assolto l’uomo per insufficienza di prove. Questa sentenza è arrivata dopo mesi di attesa e cautela nel caso, dimostrando come anche in situazioni apparentemente chiare il sistema giudiziario richieda conferme dettagliate e certe. L’uomo, addetto ai servizi autostradali, si è così liberato dall’accusa di falso materiale senza conseguenze penali.

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