Un giovane di 24 anni, di origine moldava senza fissa dimora e senza permesso di soggiorno, è stato fermato dalla squadra Mobile di Bologna con l’accusa di rapina e estorsione. L’uomo usava app di incontri per avvicinare vittime, quasi sempre uomini tra i 30 e i 50 anni, e una volta ottenuto un appuntamento, li aggrediva, derubava e ricattava con video intimi. Il caso solleva preoccupazioni sulle trappole nascoste nella realtà digitale delle relazioni.
Le modalità dell’aggressione e delle rapine con uso di fascette da elettricista
Il 24enne studiava con attenzione le sue vittime su portali e app di incontri. Costruiva rapporti di fiducia online, fino a organizzare appuntamenti a casa delle persone. Nel momento in cui si trovava a tu per tu, dopo i rapporti intimi spesso iniziali, scattava l’aggressione. Usava fascette da elettricista per immobilizzare gli uomini. Diverse testimonianze confermano che le vittime venivano legate e picchiate con violenza. A quel punto, il giovane setacciava l’abitazione per appropriarsi di tutto il denaro disponibile. Questo metodo non solo portava alla sottrazione di denaro ma segnava un vero e proprio sequestro della libertà personale e l’umiliazione della vittima.
L’uso del ricatto con video compromettenti e la minaccia di diffusione
Dopo aver aggredito e rapinato gli uomini, il 24enne non si fermava qui. Collegava lo smartphone della vittima al suo, copiando l’intera rubrica dei contatti telefonici. Con questi dati in mano, girava video privati e compromettenti delle persone. Poi minacciava di diffondere le immagini a familiari, amici o colleghi, mantenendo così la pressione sulla vittima. “Quel ricatto digitale obbligava gli uomini a eseguire bonifici di denaro a comando e a mantenere il silenzio assoluto, evitando di rivolgersi alla polizia.” Si configurava così un doppio danno, materiale e psicologico, che bloccava ogni reazione.
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La scoperta delle indagini e le testimonianze delle vittime a partire da maggio 2025
Tutto è iniziato il 12 maggio 2025, quando la polizia è intervenuta per una rapina in abitazione compiuta con le stesse modalità. La vittima, nonostante le minacce subite, ha avuto il coraggio di sporgere denuncia. Questo ha aperto la strada agli investigatori della squadra Mobile che hanno sottoposto a verifica altri episodi con analoghe caratteristiche. Infatti, sono almeno tre le aggressioni simili attribuite al giovane. Gli uomini coinvolti, tra i 30 e i 50 anni, hanno confermato di aver conosciuto il sospettato su app di incontri. Le indagini proseguono per capire se ci sono altri casi nascosti, perché alcune vittime potrebbero aver evitato di denunciare per paura della diffusione dei video o per vergogna.
Il fermo e il carcere del 24enne oltre l’appello della polizia alle vittime
Il fermo del 24enne è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’uomo si trova ora dietro le sbarre mentre la polizia invita chiunque avesse subito episodi simili a rivolgersi alle forze dell’ordine. “Segnalare questi reati è essenziale per interrompere la catena delle aggressioni e dei ricatti.” Le autorità sottolineano l’importanza di superare il timore legato alla diffusione dei video compromettenti, poiché denunciare rappresenta l’unico passo per fermare chi sfrutta la tecnologia per commettere violenze e soprusi.