Un’ondata di droni ucraini colpisce la russia: intercettati 61 velivoli tra mosca e la crimea l’8 giugno 2025

Un’ondata di droni ucraini colpisce la russia: intercettati 61 velivoli tra mosca e la crimea l’8 giugno 2025

attacchi con droni ucraini colpiscono mosca, crimea e altre regioni russe causando chiusura temporanea degli aeroporti di vnukovo e domodedovo; media internazionali documentano lo scambio di prigionieri e il trasporto delle salme a bryansk
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Nella notte tra il 7 e l’8 giugno 2025, droni ucraini hanno attaccato diverse regioni russe, inclusa Mosca, provocando l’abbattimento di numerosi velivoli e la temporanea chiusura degli aeroporti principali della capitale. Nel frattempo, lo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina è stato rinviato, aggravando la tensione nel conflitto. - Gaeta.it

La notte tra il 7 e l’8 giugno 2025 è stata segnata da una serie di attacchi condotti con droni ucraini su diverse regioni russe, con una particolare attenzione all’area di Mosca e alla repubblica di Crimea. Le forze di difesa aerea russe hanno risposto prontamente, abbattendo numerosi droni e causando la sospensione temporanea di traffico aereo negli aeroporti principali di Mosca. La tensione si aggiunge in un contesto militare ancora incerto, mentre la Russia e l’Ucraina proseguono nelle trattative per lo scambio di prigionieri, anche se con difficoltà recenti.

Attacchi con droni sulla russia: dettaglio degli obiettivi colpiti e delle intercettazioni

La mattina di lunedì 8 giugno 2025, le autorità russe hanno segnalato un insieme di incursioni compiute da droni provenienti dall’Ucraina. Secondo il ministero della Difesa russo, i sistemi antiaerei hanno intercettato e distrutto 61 velivoli senza pilota in volo sulle regioni di Tula, Bryansk, Kaluga, Oryol, Belgorod, Kursk, oltre che nella zona della capitale Mosca e nella Repubblica di Crimea. Queste aree si trovano nell’ovest del paese, molte adiacenti alla linea del fronte o strategicamente rilevanti.

La risposta delle difese aeree è partita poco dopo le 4 del mattino ora locale, quando le unità hanno cominciato a individuare i droni che si avvicinavano a Mosca. Nel corso di varie ondate successive, dieci di questi dispositivi sono stati abbattuti sopra la capitale. L’attività dei droni è cessata intorno alle 6,53, dopo quasi tre ore di allerta e intercettazioni continue.

Impatto sugli aeroporti di mosca e disagi al traffico passeggeri

Gli attacchi hanno causato immediati disagi alle infrastrutture di Mosca. Le autorità hanno ordinato la chiusura temporanea dei due principali aeroporti cittadini, Vnukovo e Domodedovo. Entrambi rappresentano punti di collegamento fondamentali per la capitale e per l’intero paese. La decisione, comunicata dal sindaco Sergei Sobyanin tramite Telegram, è arrivata per motivi di sicurezza, al fine di evitare rischi durante l’attività delle difese aeree.

La sospensione ha provocato ritardi nei voli e disagi nella gestione del traffico passeggeri. Sopra i cieli di Mosca, il livello di allerta è stato massimo durante le operazioni di intercettazione, con conseguenze anche nelle zone limitrofe agli aeroporti per via dei controlli e deviazioni. Il piano di emergenza ha permesso comunque di evitare danni gravi agli obiettivi civili o militari in città.

Media internazionali a bryansk per documentare le salme dei militari ucraini e lo scambio di prigionieri

Nel frattempo, nell’area di Bryansk, non lontano dal confine con l’Ucraina, alcuni giornalisti stranieri si sono recati sul luogo dove si trovano camion refrigerati con i corpi di militari delle forze armate di Kiev. L’agenzia TASS ha confermato la presenza di troupe televisive e reporter di varie nazionalità, tra cui francesi, arabe, italiane, olandesi, tedesche e latinoamericane. Questa presenza internazionale serve a garantire trasparenza sull’operazione.

La visita rientra nella cornice degli accordi umanitari e degli scambi tra Russia e Ucraina. Il giorno prima, il capo della delegazione russa per i colloqui, Vladimir Medinsky, aveva detto che i media stranieri potevano accertarsi direttamente delle condizioni dello scambio di prigionieri, per verificare che Mosca stesse rispettando i termini stabiliti.

Situazione e rinvio nello scambio di prigionieri e trasporto delle salme

Medinsky ha spiegato che il 6 giugno, in linea con quanto concordato a Istanbul, la Russia ha avviato il trasferimento in Ucraina di più di 6.000 salme di soldati ucraini caduti durante gli scontri. Contestualmente, la Russia ha definito uno scambio di prigionieri feriti, molto malati o con meno di 25 anni. Questa iniziativa si colloca in un contesto umanitario che coinvolge entrambe le parti in conflitto.

Tuttavia, l’operazione si è di recente arenata. La parte ucraina ha deciso di rinviare a tempo indefinito sia l’accoglienza delle salme sia lo scambio di prigionieri, senza fornire una data precisa per la ripresa. Questo blocco ha complicato i tentativi di ripristinare canali di comunicazione e fiducia tra le delegazioni. Si tratta di una fase delicata che potrebbe influire anche sull’andamento delle trattative politiche e militari.

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