Un’immagine radar svela la struttura di camp century, base militare abbandonata sotto il ghiaccio della groenlandia

Un’immagine radar svela la struttura di camp century, base militare abbandonata sotto il ghiaccio della groenlandia

Nel 2024 il team della NASA guidato da Chad Greene ha utilizzato un radar avanzato a bordo del Gulfstream III per mappare con precisione le strutture sommerse di Camp Century nella calotta glaciale della Groenlandia.
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Nel 2024, la NASA ha utilizzato un radar avanzato per mappare in dettaglio Camp Century, una base militare abbandonata sotto la calotta glaciale della Groenlandia, rivelando la complessa rete di tunnel sepolti e fornendo nuovi dati sul sottosuolo ghiacciato. - Gaeta.it

Nel 2024, un team di scienziati e ingegneri della NASA ha rilevato nuovi dettagli su Camp Century, una base militare abbandonata sepolta nella calotta glaciale della Groenlandia. Usando un radar a penetrazione del ghiaccio, hanno ottenuto immagini ad alta definizione delle strutture nascoste sotto decine di metri di neve e ghiaccio. Scaviamo nelle origini, nelle tecniche di rilevamento e nelle novità emerse da questa indagine scientifica.

La storia di camp century: la città sotto il ghiaccio

Camp Century venne costruita nel 1959 dall’esercito americano come parte della Guerra Fredda, con l’idea di creare una base scientifica e militare nella calotta glaciale della Groenlandia. La struttura si sviluppava in una rete complessa di tunnel scavati all’interno del ghiaccio superficiale, creando un villaggio d’avanguardia capace di ospitare personale e attrezzature per ricerche scientifiche e operazioni militari. L’ubicazione remota garantiva un isolamento totale, e la base rappresentava un esempio unico di ingegneria sotto condizioni estreme.

Nel 1967, Camp Century venne abbandonata, lasciando la sua rete di gallerie a sottoporsi all’accumulo naturale di ghiaccio e neve. In decenni, la coltre si era addensata fino a sommergere le strutture per almeno 30 metri, trasformandole in una città fantasma nascosta sotto il manto bianco. Per anni, del sito si erano perse le tracce precise; nessuno poteva sapere cosa si nascondesse lì sotto senza un’indagine approfondita.

Come il radar ha permesso di ritrovare camp century

L’approccio usato dal team guidato da Chad Greene si basa su un radar a penetrazione del ghiaccio capace di inviare onde radio e ricevere i segnali riflessi da diverse profondità. Misurando il tempo di ritorno delle onde, gli esperti hanno ricostruito una mappa tridimensionale dei sottostrati del ghiaccio, scoprendo elementi solidi al di sotto della superficie.

I precedenti voli radar avevano dato indizi vaghi: Camp Century appariva come un punto luminoso nei rilievi, ma mancavano dettagli sulle singole strutture. Il radar convenzionale puntava solo verso il basso, producendo immagini bidimensionali. Il volo del 2024 ha utilizzato tecnologie più sofisticate, captando segnali da diverse angolazioni e costruendo immagini dettagliate delle gallerie e delle pareti della base.

Il radar ha dunque fatto emergere non soltanto la presenza della base, ma la disposizione di tunnel e locali paralleli che corrispondono agli schemi originali di costruzione. È stato possibile distinguere elementi come pareti e corridoi insoliti a questa profondità, anche se alcune zone richiedono interpretazioni attente per via della complessità delle riflessioni radar.

Nuovi dati scientifici e interpretazioni della scoperta

Le immagini radar ottenute hanno aperto orizzonti sulle condizioni del sottosuolo ghiacciato e sul destino delle infrastrutture umane abbandonate in ambienti estremi. Il confronto con le mappe storiche ha confermato la corrispondenza tra le linee visibili nel ghiaccio e le strutture originali di Camp Century. Ciò ha permesso di ricostruire con precisione la pianta della base così com’era progettata.

Interessante è il dettaglio del letto di ghiaccio, che appare nelle immagini “sopra” le strutture. Questo fenomeno deriva dalle caratteristiche del segnale radar che, attraversando strati diversi, riflette più volte e crea effetti visivi non immediatamente intuitivi. Il letto di ghiaccio si trova infatti molto più in profondità, oltre un miglio sotto la superficie e ben sotto la base stessa.

Questi dati non solo collegano storia e scienza, ma offrono uno spunto per valutare lo stato delle vecchie infrastrutture che, seppure abbandonate, rimangono parte di quel territorio glaciale. Tali informazioni possono servire per future ricerche sul clima e sul comportamento dei ghiacci polari, così come per valutare l’impatto umano in queste zone estreme.

Il contesto geografico e operativo del rilevamento radar

Il volo di Chad Greene e del suo gruppo si è svolto a circa 240 chilometri a est della base spaziale di Pituffik, in Groenlandia settentrionale. L’area è nota per la sua vasta estensione di ghiaccio e per le condizioni meteo rigide, che rendono complesse le operazioni aeree e le attività di ricerca.

L’utilizzo di un Gulfstream III ha permesso di trasportare strumenti radar sofisticati e il team di esperti, garantendo una scansione accurata della calotta. La scelta di questa traiettoria ha permesso di esaminare zone poco esplorate e di raccogliere dati preziosi per il monitoraggio del ghiaccio.

Il metodo di raccolta dei dati ha consentito di superare i limiti dei precedenti rilievi, combinando precisione e copertura estesa. Grazie a queste missioni, si potrà mantenere sotto controllo il comportamento delle calotte glaciali e rilevare eventuali cambiamenti dovuti a fattori naturali o umani.

L’uso del radar in ambito polare conferma la sua utilità nelle esplorazioni scientifiche. La scoperta e rappresentazione di camp century rappresentano un caso che coniuga storia militare e progresso tecnologico nella mappatura di ambienti ostili e poco accessibili.

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