Una ragazza tunisina a genova scappa dal matrimonio combinato e denuncia lo stalking del marito

Una ragazza tunisina a genova scappa dal matrimonio combinato e denuncia lo stalking del marito

Una giovane tunisina di 17 anni a Genova rompe il matrimonio combinato, subisce stalking dal marito e ottiene protezione grazie al codice rosso e al braccialetto elettronico.
Una Ragazza Tunisina A Genova Una Ragazza Tunisina A Genova
Una ragazza tunisina di 17 anni a Genova ha rotto un matrimonio combinato e denunciato lo stalking del marito; le autorità hanno attivato misure di protezione secondo il codice rosso. - Gaeta.it

Una giovane tunisina di 17 anni, residente a genova, ha rotto con il matrimonio combinato a cui era stata costretta poco più di un anno fa. Dopo aver subito violenze psicologiche e continue scenate di gelosia, ha deciso di lasciare la casa familiare per rifugiarsi dalla sorella. Il marito, un 22enne parente lontano scelto dalla famiglia, non ha accettato la separazione e ha iniziato a perseguitarla. Le autorità sono intervenute dopo la denuncia della ragazza e hanno attivato misure di protezione previste dal codice rosso.

Il matrimonio combinato: una scelta obbligata e pericolosa

La ragazza di 16 anni era stata costretta a un matrimonio combinato con un parente lontano scelto dalla sua famiglia in tunisia. Questo tipo di unione non è un contratto consensuale ma una decisione imposta, spesso senza tener conto dei desideri di chi si sposa. La giovane ha vissuto un anno difficile tra pressioni familiari e un rapporto segnato da violenze psicologiche. Le lite e le scenate di gelosia del marito hanno aggravato una situazione già pesante. Questi matrimoni imposti rimangono ancora una realtà in alcune comunità, nonostante le leggi italiane puntino a tutelare i diritti individuali e l’autonomia delle persone. I dati mostrano che molte ragazze straniere minori si ritrovano in situazioni di questo tipo, con scarso supporto per uscirne.

La fuga e la prima rottura

La giovane ha avuto il coraggio di dire basta a un destino già scritto, facendo una scelta che rischia di cambiare la sua vita ma anche quella delle altre donne nella sua stessa situazione.

La persecuzione e l’intervento della polizia a genova

Il marito non si è rassegnato alla rottura e ha iniziato una vera e propria persecuzione nei confronti della ex moglie, con insistenza e minacce. Questi episodi di stalking si sono protratti fino al pomeriggio di mercoledì scorso, quando la ragazza, esausta, ha chiamato la polizia. Con l’aiuto della sorella ha potuto raccontare gli abusi subiti, spiegando la situazione di violenza psicologica e le pressioni continue. Le forze dell’ordine sono entrate subito in azione, raccogliendo la denuncia e predisponendo un’indagine rapida. A genova esistono strutture specializzate che intervengono in casi di violenza di genere.

L’allontanamento da casa e la fuga verso la sorella

A 17 anni la giovane ha preso una decisione netta: abbandonare il tetto familiare e il matrimonio che stava subendo. Spinta dal desiderio di libertà e dal bisogno di sicurezza, si è trasferita a casa della sorella, nella stessa città di genova. Quel gesto ha rappresentato una rottura con la tradizione e un rischio non indifferente. Spostarsi lontano dalla famiglia di origine e dal marito ha richiesto grande coraggio, considerando che spesso chi prova a uscire da rapporti di questo tipo affronta pressioni e minacce dirette. La sorella ha supportato questa scelta, offrendo rifugio e assistenza. L’ambiente familiare stretto diventa così il primo baluardo contro la violenza del coniuge.

Il sostegno familiare come primo scudo

Il rifugio nella famiglia rappresenta un elemento fondamentale per la protezione e il recupero della vittima.

La risposta della procura e le misure contro lo stalking

La procura della repubblica di genova ha agito rapidamente, sfruttando le tutele del codice rosso, una normativa introdotta per proteggere chi subisce violenze domestiche e stalking. Nel giro di poche ore, il giudice ha imposto al 22enne il divieto di avvicinamento alla ragazza e il divieto di comunicazione con lei. Inoltre, per evitare il rischio di ulteriori avvicinamenti, è stato disposto il monitoraggio tramite braccialetto elettronico. Questa misura elettronica serve a segnalare in tempo reale eventuali spostamenti verso la vittima, garantendo un controllo più stretto. Il caso a genova sottolinea come le nuove norme possono intervenire efficacemente per fermare i persecutori e mettere in sicurezza le vittime.

Uno strumento di protezione moderna

Il braccialetto elettronico rappresenta un passo avanti nella lotta contro la violenza domestica, permettendo un intervento tempestivo da parte delle autorità.

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