Il questore di Treviso ha emesso un provvedimento disciplinare nei confronti di una studentessa di 15 anni, ritenuta responsabile di una serie di comportamenti aggressivi verso una sua compagna di scuola. L’ammonimento arriva dopo che le vessazioni si sono protratte lungo tutto l’anno scolastico, coinvolgendo anche altri studenti. I fatti si sono svolti sia dentro che fuori dall’istituto, e hanno suscitato l’intervento delle forze dell’ordine.
Il quadro dei fatti e le modalità delle vessazioni
L’adolescente ammonita dal questore avrebbe minacciato ripetutamente una coetanea, usando insulti e atteggiamenti violenti che si sono concretizzati in spintoni e schiaffi. Questi episodi si sono verificati sia tra le aule scolastiche, durante l’orario delle lezioni o la ricreazione, sia negli spazi esterni frequentati dagli studenti. La vittima ha subito tali provocazioni per mesi, accumulando disagio e paura fino a rivolgersi ai carabinieri per segnalare quanto stava accadendo. Il comportamento vessatorio non ha lasciato tracce solo negli incontri ‘fisici’, ma si è mescolato anche a forme di pressione psicologica che hanno reso l’ambiente scolastico ostile.
Il ruolo dei compagni e la diffusione sui social
Non solo la ragazza ammonita ha agito in maniera diretta contro la compagna, ma alcune persone tra i suoi coetanei hanno reso pubbliche le aggressioni in un modo che ha aggravato la situazione. Diversi episodi sono stati infatti filmati con gli smartphone da altri studenti testimoni delle scene. Questi video, caricati successivamente sulle piattaforme social più frequentate dai giovani, hanno amplificato la portata del bullismo. La diffusione online ha esposto la vittima a ulteriore derisione e isolamento, trasformando un problema che riguarda lo spazio scolastico in un caso che si è esteso all’ambito digitale.
Leggi anche:
Le misure adottate dalle autorità e l’importanza del contrasto al bullismo
Il questore di Treviso ha scelto di intervenire con un ammonimento formale, uno strumento previsto dalla legge per prevenire atti di violenza e intimidazione tra giovani. Questo provvedimento mira a fermare la spirale delle azioni aggressive della ragazza e a tutelare la scuola come luogo sicuro. La decisione testimonia un approccio che punta non solo alla punizione, ma anche alla prevenzione di gesti che rischiano di compromettere la serenità degli studenti. Le forze dell’ordine, in casi simili, lavorano insieme agli istituti scolastici e alle famiglie per individuare e gestire segnali di disagio, cercando di evitare il peggioramento delle situazioni di bullismo.
«È fondamentale intervenire tempestivamente per proteggere i ragazzi e garantire un ambiente educativo sereno», ha dichiarato il questore di Treviso.