Un corteo di circa 800 persone ha attraversato le strade di Gemona per rendere omaggio a Matteo Pittana, il giovane di 20 anni morto in un incidente la notte tra il 18 e il 19 febbraio 2024. Questa manifestazione è stata promossa dalla famiglia del ragazzo con l’appoggio di amici e di gran parte della cittadinanza, che ha voluto esprimere vicinanza e chiedere chiarezza sulla dinamica dell’incidente.
Il percorso e la partecipazione alla fiaccolata
La manifestazione si è sviluppata nella serata di Gemona, con partenza dall’istituto d’Aronco e arrivo previsto al duomo della città. Circa 800 persone hanno camminato in silenzio per le vie principali, portando fiaccole accese e dimostrando un atteggiamento di rispetto e dolore condiviso. L’iniziativa è nata dall’impegno dei familiari di Matteo, che hanno raccolto il sostegno di amici, conoscenti e di numerosi cittadini. La presenza così numerosa ha evidenziato l’impatto emotivo della tragedia su tutta la comunità locale.
Nel corso della fiaccolata non sono mancati messaggi di solidarietà e riflessioni sull’importanza di mantenere vivo il ricordo del ragazzo, ma anche di approfondire i fatti che hanno portato alla sua morte. Il percorso, scelto con attenzione, simboleggia un momento di raccolta e di impegno civile, ben oltre il taglio commemorativo. I cittadini si sono uniti non solo per onorare Matteo ma anche per chiedere risposte alle domande ancora aperte.
Leggi anche:
Dettagli sull’incidente e circostanze della tragedia
La tragedia è avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 febbraio 2024, quando la BMW sulla quale Matteo viaggiava è finita fuori strada, precipitando per circa 13 metri nel canale Ledra, nei pressi di Gemona. Matteo era seduto sul sedile posteriore ed indossava la cintura di sicurezza. Con lui c’erano altre due persone, entrambe riuscite a salvarsi da quell’impatto fatale. La dinamica dell’incidente non è ancora del tutto chiara e resta oggetto di indagine.
I familiari di Matteo hanno sollevato un punto cruciale: nelle ore successive all’incidente i due superstiti non avrebbero comunicato la presenza del ragazzo nell’auto. Questo silenzio, secondo i genitori, avrebbe ritardato il soccorso e quindi contribuito alla morte. “È stato abbandonato”, hanno più volte denunciato, riferendosi al mancato aiuto ricevuto. Queste parole riflettono il dolore e la frustrazione di una famiglia che da mesi reclama verità.
Il caso ha attirato l’attenzione degli investigatori, che cercano di chiarire perché e come si sia verificata questa omissione. Le accuse non sono rivolte a nessuno in particolare, ma la richiesta di trasparenza resta forte. La dinamica dell’uscita di strada e la possibile responsabilità di eventuali testimoni sono al centro delle ricerche.
Le parole della famiglia e il significato della fiaccolata
Il padre di Matteo, Luca Pittana, ha parlato davanti alla folla riunita per la fiaccolata. Ha definito questo momento non solo un rito di ricordo ma un vero e proprio “grido civile”. Luca ha chiesto a chiunque sappia qualcosa di farsi avanti e raccontare la verità, anche se il tempo è passato. Ha aggiunto che la famiglia non cerca vendetta ma risposte, per poter chiudere una ferita ancora aperta.
Queste parole sottolineano la sofferenza di chi resta, ma anche il bisogno di giustizia e chiarezza. La scelta di tenere la fiaccolata in silenzio e con un tono rispettoso è servita a rafforzare il messaggio della famiglia, che vuole solo che la città intera conosca i fatti. La manifestazione ha quindi mostrato la forza di una comunità che si stringe intorno al suo dolore senza perdere la speranza.
Il ruolo delle istituzioni locali e regionali
La presenza delle istituzioni alla fiaccolata ha confermato l’attenzione pubblica verso questo lutto. Il sindaco di Gemona, Roberto Revelant, ha ricordato che partecipare significa riaffermare che ogni vita conta e merita di essere onorata con chiarezza e trasparenza. Già nel corso del funerale aveva definito Matteo un richiamo alla responsabilità sociale e collettiva, un messaggio che resta valido ancora oggi.
Anche Barbara Zilli, assessora regionale e originaria di Gemona, ha voluto manifestare vicinanza alla famiglia, spiegando che un momento di dolore condiviso in comunità può alleggerire una sofferenza altrimenti immensa. Ha evidenziato che stare insieme in queste occasioni è un modo per trovare forza reciproca, un concetto sottolineato dalla partecipazione stessa ai fatti di quella sera.
L’appoggio delle autorità offre una cornice istituzionale importante, che allarga il ricordo personale all’interesse pubblico. Tutti sottolineano che i cittadini vogliono una ricostruzione chiara dell’accaduto, nel rispetto di Matteo e dei suoi cari. La manifestazione ha così offerto un’occasione per rafforzare i legami tra comunità e amministrazione locale.
Le contraddizioni ancora presenti intorno alla vicenda mantengono alta l’attenzione sulle indagini in corso. L’impegno collettivo si spinge oltre la commemorazione, con l’obiettivo di aiutare a fare luce sui punti oscuri della tragedia. La città di Gemona rimane vigile e unita nel ricordo di Matteo Pittana.