La famiglia Carrino rappresenta una delle ultime realtà italiane ancora impegnate nella transumanza, una tradizione antica che attraversa generazioni. Originari di Frosolone, in provincia di Isernia , si stabilirono all’inizio del Novecento nelle campagne di Lucera, provincia di Foggia, per allevare la pecora Gentile di Puglia, una razza in rapido declino. Questo racconto segue il filo della storia, della cultura e del lavoro quotidiano che oggi mantiene viva una pratica legata al territorio e a un patrimonio zootecnico da proteggere.
Radici storiche e continuità generazionale della famiglia carrino nella transumanza
La transumanza per i Carrino non è solo un mestiere, ma uno stile di vita che si trasmette da oltre un secolo. Il bisnonno Carlo nel primo Novecento mise radici nel subappennino dauno prendendo in fitto pascoli per muovere il gregge, avviando la pratica stagionale di spostamento delle pecore tra le zone montane e le pianure. Il figlio, nonché omonimo del padre Cristoforo, poi Felice, hanno seguito la stessa strada, passandola ai figli Cristoforo, Domenico e Gianfranco. Attualmente la famiglia gestisce circa 900 pecore tra i comuni del subappennino dauno, mantenendo scolpita la tradizione sul territorio.
Cristoforo Carrino, nato in questo ambiente, ricorda come sin da bambino abbia accompagnato i fratelli nelle operazioni agricole e pastorali dopo scuola, una vita scandita dal ritmo delle stagioni e dei pascoli. Anche le nuove generazioni femminili, le nipoti tra i 19 e 25 anni, pur impegnate negli studi universitari, partecipano alle attività di transumanza. Questo legame con il passato non è rimasto ancorato soltanto al ricordo ma si concretizza ogni anno in spostamenti che rinnovano un modello di allevamento ormai raro da trovare in Italia.
Leggi anche:
La pecora gentile di puglia e il suo ruolo nella tradizione pastorale
La scelta della pecora Gentile di Puglia non è casuale. Questa razza, rustica e adatta alle condizioni spesso difficili delle zone montane e collinari, si adatta bene agli spostamenti tipici della transumanza. La sua capacità di vivere all’aperto a certe altitudini la rende ideale per muoversi nei pascoli del subappennino dauno. Produce lana pregiata, carne e latte di alta qualità, proprietà che ne giustificano la conservazione nonostante la diminuzione numerica.
In Italia, della Gentile di Puglia restano circa 5.000 capi, con 2.500 allevati proprio nella provincia di Foggia. La famiglia Carrino ha favorito progetti di filiera corta legati alla lana, facendo produrre filati in Piemonte e Toscana. In collaborazione con altri sette allevatori tra le province di Foggia e Bari, hanno contribuito a mettere a punto un sistema riconosciuto da Slow Food in Puglia, che valorizza anche i prodotti alimentari come carni, formaggi e latte, con un’attenzione particolare alla qualità e all’origine.
Una masseria aperta al pubblico per scoprire la pratica e i prodotti della transumanza
Nel prossimo giugno, precisamente il 7, la masseria dei fratelli Carrino si aprirà a visite guidate dedicate a chi vuole conoscere da vicino la transumanza e le attività di trasformazione dei prodotti ottenuti dal gregge. Questa iniziativa mira a far comprendere le pratiche legate alla pastorizia tradizionale e il legame autentico con il territorio.
Mettere in contatto il pubblico con queste realtà significa offrire uno spaccato diretto sulla fatica e il rispetto di un mestiere antico, oggi prezioso per la salvaguardia ambientale. La transumanza, oltre a essere una tradizione, aiuta a mantenere vivo il paesaggio e a conservare una biodiversità preziosa, elementi fondamentali di fronte alle sfide ecologiche attuali. La famiglia Carrino continua così a custodire un capitolo importante della vita rurale italiana, con un radicamento forte nelle radici e lo sguardo rivolto alla tutela del futuro.