Una dea di secondo livello per asl napoli 3 sud, la richiesta del direttore generale russo durante il forum di villa campolieto

Una dea di secondo livello per asl napoli 3 sud, la richiesta del direttore generale russo durante il forum di villa campolieto

Il direttore generale Giuseppe Russo propone di potenziare l’ASL Napoli 3 Sud con una Dea di secondo livello e un reparto di neurochirurgia, mentre si investe su ospedali e si affrontano criticità nei pronto soccorso.
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Il forum a Villa Campolieto ha evidenziato la necessità di potenziare la sanità in Napoli 3 Sud, con focus su neurochirurgia, miglioramento delle strutture e gestione delle emergenze, per garantire servizi più efficienti e ridurre le liste d’attesa. - Gaeta.it

La sanità nel territorio di Napoli 3 Sud si trova al centro di un confronto importante sulla necessità di potenziare i servizi sanitari e migliorare le strutture esistenti. Durante un forum tenuto a Villa Campolieto, a Ercolano, il direttore generale dell’ASL, Giuseppe Russo, ha ribadito la necessità di elevare l’azienda a una Dea di secondo livello, in risposta alle esigenze crescenti della popolazione. Nel corso di due giorni dedicati alla prevenzione e agli screening gratuiti, si sono confrontati i dirigenti della sanità campana e altri esperti del settore per discutere le prossime mosse.

La proposta per una neurochirurgia sul territorio di napoli 3 sud

Giuseppe Russo ha sottolineato quanto il proprio territorio non possa più fare a meno di una neurochirurgia. Una specializzazione fondamentale che, ad oggi, manca nelle strutture dell’ASL Napoli 3 Sud. La proposta nasce dall’esigenza di trattare sul posto patologie complesse senza costringere i pazienti a spostamenti eccessivi verso altre province o regioni.

Presenza dell’assessore e auspici per la proposta

Durante il forum, alla presenza dell’assessore regionale Ettore Cinque, Russo ha manifestato la speranza che la proposta trovi ascolto da parte della Regione Campania e del Governo nazionale. L’obiettivo è far diventare l’ASL Napoli 3 Sud una vera e propria Dea di secondo livello, un riconoscimento che garantirebbe maggiori servizi di emergenza, tra cui la neurochirurgia, e migliore assistenza specialistica.

Il rafforzamento della rete ospedaliera passerebbe così anche attraverso una capacità di risposta più ampia nelle emergenze neurochirurgiche, un requisito fondamentale per ridurre i tempi di intervento e migliorare gli esiti clinici. L’assenza di un reparto dedicato penalizza, per esempio, chi subisce traumi cranici o patologie neurologiche acute. La proposta dunque si lega a un piano più ampio di ammodernamento della sanità lucana.

Investimenti e lavori in corso nella rete ospedaliera tra penisola sorrentina, stabia e nolano

Il direttore generale ha ricordato una serie di interventi in corso sul territorio, con alcune strutture in via di trasformazione o ampliamento. Tra queste, l’ospedale unico della penisola sorrentina rappresenta un tassello importante per riorganizzare i servizi sanitari in un’ampia area destinata a servire numerosi comuni.

A Castellammare di Stabia è in allestimento un nuovo ospedale, mentre l’ospedale di Boscotrecase sta vivendo una ristrutturazione del pronto soccorso, un punto critico nella gestione delle emergenze. Anche l’ospedale di Nola sta vivendo un restyling che punta a migliorare sia l’infrastruttura, sia le dotazioni tecnologiche.

Questi investimenti non si limitano a progetti edilizi, ma riguardano anche il rinnovo delle apparecchiature e l’introduzione di nuove tecnologie mediche. Tutto questo permette maggiore sicurezza e risposte più rapide ai pazienti. Tuttavia, la presenza di strutture migliorate deve essere accompagnata dalla possibilità di offrire servizi specialistici, così da evitare sprechi o sottoutilizzo delle risorse rinnovate.

Criticità nei pronto soccorso e gestione territoriale

Un problema evidenziato dal direttore Russo riguarda l’eccessivo ricorso ai pronto soccorso per situazioni che non richiedono un intervento urgente. Secondo i dati portati durante il forum, il 70% degli accessi risulta in codice verde o bianco, cioè casi non urgenti, spesso trattabili altrove.

Questo fenomeno si traduce in attese lunghe, sovraffollamento, e un rallentamento nelle prestazioni per chi abbia bisogno di cure urgenti o complesse. L’appello di Russo si concentra sul bisogno di convogliare le persone con problemi non gravi verso servizi alternativi, come ambulatori sul territorio o assistenza primaria più capillare.

La riflessione si allarga al modello sanitario stesso: cambiare il modo con cui i cittadini si rivolgono al sistema, responsabilizzandoli nel sovraccaricare meno le emergenze ospedaliere. La cura e la gestione dei pazienti con malattie croniche o visite di controllo devono trovare posto in strutture diffuse sul territorio, lasciando il pronto soccorso libero per chi versa in condizioni serie.

La sanità pubblica, liste d’attesa e proposta di libera professione

Il direttore generale Russo ha confermato la sua fiducia nella sanità pubblica, che garantisce visite e cure senza distinzioni. Ha citato come esempio la capacità della sua ASL di garantire visite oncologiche entro tre giorni, un dato rilevante nel panorama regionale.

Il tema delle liste d’attesa resta però un nodo che pesa su molti reparti. Russo ha proposto di superare la legge Bindi, esempio di regolamentazione che limita la libera professione per i medici dipendenti pubblici. L’apertura alla libera attività, secondo il manager, potrebbe abbattere le liste d’attesa velocizzando le visite.

Parallelamente, Russo ha sollevato il problema degli stipendi e delle condizioni di lavoro del personale medico e infermieristico. La carenza di organico pesa sulla capacità di risposta e di servizi. L’invito rivolto al Governo è di approntare strumenti di incentivazione economica che aiutino a ridurre il gap di personale e ad attrarre nuovi professionisti, evitando così che la sanità locale si trovi ulteriormente scoperta.

Queste tematiche sono al centro del dibattito sulla riorganizzazione e il rafforzamento del sistema sanitario campano, con attenzione particolare al nodo dell’accessibilità e della qualità delle cure.

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