L’evento in programma per il 3 giugno all’hotel Excelsior di Cavalese mette insieme cucina, sport e territorio con una cena firmata da tre chef e accompagnata da un confronto con Paolo Marchi di Identità Golose sulle prossime Olimpiadi Invernali MiCo 2026. La serata sarà anche un’occasione per scoprire il TrentoDoc Sgreben, omaggio a Rolly Marchi, introduttore dello sci nordico italiano. Gli ospiti potranno assaggiare piatti che richiamano le tradizioni e le materie prime di Cortina, Livigno e Cavalese, territori di riferimento per i Giochi.
Il legame tra enogastronomia e olimpiadi invernali miCo 2026 a cavalese
La cena di martedì 3 giugno vuole sottolineare il forte legame tra la cultura del cibo di montagna e l’evento sportivo che si terrà nel 2026 sulle Dolomiti. Dalle 18, attraverso una tavola rotonda condotta da Paolo Marchi verranno esplorati temi cruciali come l’identità gastronomica locale, la formazione nel settore e l’ospitalità legata agli appuntamenti internazionali di sport invernali. La presenza della Cantina di Aldeno con il suo TrentoDoc Sgreben, dedicato a Rolly Marchi, completa un quadro che mette al centro il territorio e la sua tradizione.
Approfondimento sul confronto e la valorizzazione del territorio
L’appuntamento rappresenta un momento di confronto tra esperienze e idee per valorizzare le risorse alpine nel contesto delle Olimpiadi. Il progetto vuole mettere in luce come le materie prime locali possano diventare protagoniste di una cucina contemporanea ma legata alle radici, capace di raccontare montagne e culture degli sport.
Leggi anche:
Il valore dei tre territori protagonisti delle olimpiadi invernali e la loro cucina
I piatti proposti durante la serata di Cavalese racconteranno tre territori scelti come simboli dei Giochi: Cavalese, Cortina d’Ampezzo e Livigno. Questi luoghi non ospitano solo competizioni sportive, ma custodiscono tradizioni alimentari consolidate e ricche di tipicità. La cucina diventa un mezzo per valorizzare questi patrimoni, raccontandoli attraverso i sapori.
Chef ospiti e le loro proposte
Federico Rovacchi, chef di Baita Piè Tofana, sviluppa una cucina conviviale che esalta le materie prime di Cortina, portando nel menù un’identità contemporanea che dialoga con il territorio. Gilmozzi di Livigno e Talarico di Cavalese aggiungono altre prospettive della montagna, con piatti che intrecciano ingredienti del territorio a tecniche attuali. La sintesi di questi spunti trasforma la cena in una narrazione culinaria che parla di sport, ambiente e cultura alpina.
Menu della serata e proposte degli chef ospiti tra tradizione e innovazione
La cena prevede una sequenza di portate molto curate, pensate per alternare la creatività dei tre chef. Si parte da antipasti rappresentativi come i Casunzie ampezzano, piatto tradizionale in cui si fondono sapori antichi, l’essenza di trota della Val Malenco e l’assoluto di funghi. I plin di gallo di montagna completano il quadro.
Nei piatti principali si alternano proposte come il lavarello e la bruna alpina firmati Talarico, associati agli spiralotti Monograno Felicetti, una specialità simbolo dell’area alpina del Trentino. Gilmozzi porta la lepre con la verbena, mentre Rovacchi propone capriolo, yogurt e mirtilli, ingredienti che raccontano la biodiversità delle Dolomiti. Ogni portata accompagna la serata, offrendo ai partecipanti un’esperienza che affianca sapore e racconto delle montagne coinvolte nelle Olimpiadi.
Il ruolo di Paolo Marchi e il tributo a Rolly Marchi tra montagna e sci
Paolo Marchi, curatore di Identità Golose, guida il dialogo sulla cucina di montagna partendo da temi legati alla formazione e all’ospitalità in occasione di grandi eventi come le Olimpiadi. Il riferimento a suo padre Rolly Marchi, figura storica dello sci italiano e creatore del Trofeo Topolino sul monte Bondone, porta alla luce le radici profonde che legano sport, territorio e cultura alpina.
Il TrentoDoc Sgreben, vino scelto per la serata, rappresenta un omaggio a questa eredità. La collaborazione con Cantina di Aldeno sottolinea come la tradizione vitivinicola locale faccia parte di un sistema territoriale più ampio che saprà farsi trovare pronto quando nel 2026 le Dolomiti accoglieranno il mondo con le loro gare e i loro sapori. La serata di Cavalese anticipa quindi l’atmosfera e i temi principali di quei giorni.