Una biblioteca in memoria di Immacolata Cavagnuolo: un omaggio alla cultura nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

Una biblioteca in memoria di Immacolata Cavagnuolo: un omaggio alla cultura nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

Inaugurata una biblioteca nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere in memoria dell’agente Immacolata Cavagnuolo, promuovendo la cultura come strumento di riabilitazione per i detenuti.
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Una biblioteca in memoria di Immacolata Cavagnuolo: un omaggio alla cultura nel carcere di Santa Maria Capua Vetere - Gaeta.it

La casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere ha inaugurato una biblioteca dedicata all’agente della Polizia Penitenziaria Immacolata Cavagnuolo, scomparsa prematuramente a soli 45 anni a causa di un infarto. Questo progetto, che rappresenta un messaggio forte e chiaro sulla rilevanza della cultura all’interno delle istituzioni penitenziarie, è stato un momento significativo per la comunità carceraria e per coloro che lavorano in un ambiente spesso segnato dalla sofferenza. L’iniziativa mira a offrire ai detenuti l’opportunità di accedere a una vasta gamma di libri, creando uno spazio di apprendimento e crescita personale.

La cerimonia di inaugurazione

L’inaugurazione della biblioteca ha avuto luogo presso la casa circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. Hanno partecipato diversi rappresentanti delle istituzioni, un segnale di unità e supporto nella valorizzazione della cultura anche in contesti difficili. A presiedere la cerimonia è stata Donatella Rotundo, il direttore dell’istituto, che ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per il benessere psicologico e sociale dei detenuti.

All’evento erano presenti anche figure chiave del mondo penitenziario e istituzionale, tra cui Lucia Castellano, provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania, e il prefetto di Caserta, Lucia Volpe. Anche Raffaele Picaro, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha preso parte alla cerimonia, segnalando l’importanza del collegamento tra educazione e giustizia. Presente all’inaugurazione anche il magistrato di sorveglianza Marco Puglia, il questore Andrea Grassi e il comandante dell’istituto penitenziario Alberta Rengone, a dimostrazione di un sostegno trasversale.

Un messaggio di speranza e cultura

Il vicepresidente Luigi Castaldo e Francesco De Curtis, segretario nazionale del sindacato ConSiPe, hanno espresso parole di grande significato in onore di Immacolata Cavagnuolo. La creazione di una biblioteca in un luogo di pena rappresenta per loro un’importante iniziativa che invita a riflettere sul potere della cultura come antidoto alla criminalità. In un ambiente in cui spesso prevalgono sofferenza e isolamento, la lettura e l’accesso alla conoscenza possono offrire ai detenuti un modo per trovare nuovi orizzonti e opportunità. In questo modo, il ricordo di Cavagnuolo diventa simbolo di speranza, di rinascita e di cambiamento per chi, come i detenuti, affronta un percorso di recupero.

La biblioteca sarà una risorsa importante per gli ospiti del carcere, offrendo loro la possibilità di approfondire materie diverse e di evadere, almeno per un momento, dalla realtà quotidiana attraverso la lettura. La cultura, come hanno sottolineato gli intervenuti, è un elemento fondamentale per contribuire a un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale.

L’inaugurazione di questa biblioteca non solo commemora una vita professionale dedicata al servizio della comunità, ma rappresenta anche un passo avanti verso l’umanizzazione degli ambienti penitenziari in collaborazione con i vari attori sociali e istituzionali.

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