Un uomo di 41 anni di Montella, piccolo comune in provincia di Avellino, è stato portato in carcere dopo una lunga serie di condanne passate in giudicato. Il provvedimento riguarda diversi reati, tra cui atti persecutori, lesioni personali aggravate, furto aggravato, false dichiarazioni e detenzione sia di arma clandestina che di sostanze stupefacenti. La complessa vicenda giudiziaria si è conclusa con l’esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Avellino.
La decisione della procura e l’arresto eseguito dai carabinieri
L’ordine di carcerazione è stato emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura di Avellino, in seguito al cumulo pene relativo a più condanne definitive. I carabinieri hanno eseguito l’arresto del 41enne presso Montella, conducendolo poi nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi. Il soggetto, ufficialmente senza occupazione, dovrà scontare quasi cinque anni di reclusione. In aggiunta alla detenzione, è prevista una multa che supera i 27.000 euro, secondo quanto stabilito dalla sentenza definitiva.
Il lavoro delle forze dell’ordine nel portare a termine l’esecuzione ha avuto un ruolo decisivo. L’arresto fa seguito ad attività di monitoraggio e a verifiche sul territorio. La presenza in cella dovrebbe ora mettere fine a un lungo percorso giudiziario che si era protratto negli anni.
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I reati contestati e le pene residue da scontare
L’uomo risulta condannato per una serie di fatti gravi. Tra questi, spiccano gli atti persecutori e le lesioni personali aggravate, situazioni che hanno avuto pesanti ripercussioni sulla vittima e suscitato l’intervento della giustizia penale. A queste accuse si aggiungono il furto aggravato e le false dichiarazioni sulla propria identità, il cui svolgimento aveva destato ulteriori sospetti.
Ma non solo. Il 41enne è stato condannato anche per detenzione abusiva di arma clandestina e per detenzione di sostanze stupefacenti. Questi ultimi reati, legati all’uso e possesso illecito di droga e armi senza autorizzazione, hanno aggravato la sua posizione. Il cumulo delle diverse pene ha portato alla condanna finale che l’ha fatto finire dietro le sbarre, con una sentenza che prevede quattro anni e cinque mesi di reclusione residua.
I sequestri avvenuti durante gli arresti domiciliari nell’aprile 2019
Un passaggio importante del caso risale ad aprile 2019, quando l’uomo si trovava agli arresti domiciliari. In quella fase, i carabinieri effettuarono una perquisizione all’interno dell’abitazione. Durante l’ispezione, furono sequestrati nove barattoli sigillati, contenenti complessivamente circa 203 grammi di marijuana. La quantità trovata fa presupporre un coinvolgimento non solo nel consumo personale ma anche in attività di spaccio.
Nello stesso intervento, le forze dell’ordine portarono via anche un revolver calibro 380 corto, perfettamente funzionante. L’arma presentava una matricola parzialmente abrasa, elemento che la rendeva illegale e difficilmente rintracciabile. Il rinvenimento di questa pistola clandestina rappresentò un elemento chiave per le ulteriori accuse di detenzione abusiva di arma.
Questi episodi contribuirono a peggiorare la posizione legale dell’uomo e a giustificare le ulteriori misure cautelari e la successiva condanna. La complessità degli elementi raccolti dall’indagine ha reso possibile l’emissione dell’ordine di carcerazione, che intende evitare il ripetersi di comportamenti simili.
Il carcere di sant’angelo dei lombardi come sede di esecuzione della pena
Il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, situato in provincia di Avellino, ha accolto il 41enne subito dopo l’arresto. Questa struttura penitenziaria è deputata a ospitare detenuti con condanne di media lunghezza e si trova in una zona facilmente raggiungibile dalle forze dell’ordine locali.
Il trasferimento nel penitenziario ha una doppia funzione: garantire l’espiazione della pena in regime carcerario e permettere il controllo diretto su un soggetto giudicato socialmente pericoloso per la comunità locale. La struttura si occuperà della gestione quotidiana del detenuto e dell’applicazione delle misure stabilite dalla magistratura.
Con la fine di questa fase processuale e il passaggio al carcere, si interrompe un lungo periodo che aveva visto coinvolto l’uomo anche in misure meno restrittive come gli arresti domiciliari. Ora toccherà al sistema penitenziario assicurare il rispetto della sentenza e seguire il percorso previsto dalla legge.