Un torneo di tennistavolo a saronno mette al centro la disabilità nel lavoro attraverso lo sport paralimpico

Un torneo di tennistavolo a saronno mette al centro la disabilità nel lavoro attraverso lo sport paralimpico

Un torneo di tennistavolo a Saronno unisce atleti paralimpici e dipendenti di aziende come Ovs, Rps Riello e Daiichi Sankyo per promuovere inclusione e valorizzazione della disabilità nel lavoro attraverso lo sport.
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A Saronno un torneo di tennistavolo ha unito atleti paralimpici e dipendenti aziendali per promuovere l’inclusione e il rispetto della diversità nel lavoro attraverso lo sport. - Gaeta.it

Un torneo speciale di tennistavolo ha coinvolto atleti paralimpici e dipendenti di diverse aziende locali a Saronno, in provincia di Varese. L’iniziativa, ospitata nell’istituto comprensivo Aldo Moro, ha voluto affrontare il tema della disabilità nel contesto lavorativo da una prospettiva originale e concreta, usando lo sport come strumento di dialogo tra mondi spesso distanti.

Un evento per unire sport paralimpico e aziende del territorio

Nella giornata di oggi, presso la scuola Aldo Moro di Saronno, si è svolto un confronto sportivo significativo. A scendere in campo sono stati i rappresentanti dell’associazione Asd Tennistavolo Saronno, che si sono presentati con il titolo di campioni italiani paralimpici di tennistavolo conquistato a Terni. A sfidare questi atleti, sono stati 44 dipendenti appartenenti a squadre di varie aziende locali fra cui Ovs, Rps Riello e Daiichi Sankyo. Il risultato in campo contava meno della portata simbolica di questa iniziativa, che si è svolta sotto la regia delle Aree Collocamento Mirato e Politiche Attive di Umana, in collaborazione con la cooperativa sociale Spazio Aperto.

L’evento è inserito nel programma “Game on: Inclusion Days”, parte del progetto Inclusive Mindset promosso da Umana, teso a sensibilizzare le imprese sulle tematiche dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità nel lavoro.

L’inclusione in azienda raccontata attraverso la metafora dello sport

Lo sport paralimpico è apparso come il tramite ideale per raccontare un tema delicato e complesso come quello dell’inclusività nei luoghi di lavoro. Ogni partita ha messo in luce non solo le abilità tecniche degli atleti ma anche la possibilità di superare barriere e pregiudizi attraverso il confronto diretto e il rispetto, valori facilmente trasferibili dal campo alle dinamiche aziendali. L’aspetto ludico ha rotto molte barriere, dando un senso concreto al concetto di diversità come risorsa.

In questa cornice, le parole di Manuela Pioltelli, responsabile Area Collocamento Mirato di Umana, hanno ricordato come “ogni persona possa contribuire in modo significativo se inserita nel giusto ambiente che permette di esprimere il proprio talento, rispettandone tempi e modalità”. Lei ha sottolineato che “questa esperienza non riguarda solo i dipendenti con disabilità ma interessa anche tutti i colleghi e l’azienda nel suo complesso”, offrendo uno spaccato di inclusione autentica e pratica.

L’immagine dello sport come strumento per parlare di disabilità

Andrea Serpi, disability manager di Spazio Aperto, ha presentato l’evento come un modo nuovo di dialogare sulla disabilità, usando lo sport come simbolo. Secondo Serpi, “lo sport rende evidente la leggerezza del gioco e il piacere della competizione, insieme all’abilità tecnica che richiede allenamento e impegno costante”. Questo approccio consente di abbattere stereotipi e mostrare la disabilità sotto una luce diversa, fatta di capacità, forza e coordinazione.

L’evento ha portato inoltre a evidenziare come “il punto di partenza non sia la disabilità, ma la persona e le sue possibilità”. Ha dato spazio a una narrazione più umana e meno superficiale, che si concentra su ciò che si può fare piuttosto che su ciò che si ritiene impossibile.

La risposta delle aziende e la partecipazione concreta

Le aziende coinvolte hanno risposto con entusiasmo all’invito, spiegando con diversi membri del personale la volontà di mettersi in gioco in prima persona. La partecipazione attiva di 44 dipendenti ha dimostrato la volontà di imparare da un’esperienza diversa, che esce dagli schemi tradizionali di formazione sulla disabilità. Questo contatto diretto ha permesso di misurare con mano le difficoltà e le abilità, abbattendo molte resistenze e portando dentro la cultura aziendale un messaggio di rispetto e collaborazione.

L’iniziativa promossa da Umana e Spazio Aperto si configura come una delle tante attività che oggi cercano di rinnovare il modo in cui le imprese si confrontano con la diversità, puntando su esperienze che vanno oltre la teoria e danno concretezza ai concetti di inclusione.

Un modello che potrebbe estendersi ad altre realtà

L’idea di usare lo sport paralimpico come veicolo per la sensibilizzazione sul lavoro ha dimostrato di funzionare. Lo scambio tra atleti e dipendenti offre un’occasione di conoscenza reciproca che apre spazi di dialogo e confronto autentico. Anche le reazioni a caldo dei partecipanti segnalano un impatto positivo, soprattutto rispetto alla percezione della disabilità.

Questo modello, nato a Saronno, potrebbe diventare esempio replicabile in altre città e territori. La combinazione di sport e pratica aziendale apre nuove strade per affrontare fattori sociali e culturali difficili, riducendo distanze tra persone, gruppi e realtà.

Lo sport, in questo caso, si conferma capace di raccontare storie complesse con semplicità, aggiungendo un valore umano al dibattito sulla disabilità nel lavoro.

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