Il caso di Chiara Poggi, vittima di un omicidio avvenuto 18 anni fa a Garlasco, torna sotto i riflettori con l’emersione di un testimone finora sconosciuto agli inquirenti. Si tratta di un uomo che lavorava i campi vicino alla villa dove la giovane fu uccisa e che potrebbe aver sentito parti di un litigio o una conversazione cruciale tra la vittima e il suo assassino. L’elemento emerge da un’indagine privata svolta anni fa, ora riportata alla luce insieme a nuovi dettagli che riguardano l’amico di famiglia finito nel mirino della Procura di Pavia.
La scoperta di un testimone sconosciuto nelle indagini difensive contro stasi
Nel 2016 un investigatore privato assunto dalla difesa di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara e attualmente detenuto, aveva ricevuto incarico di monitorare uno degli indagati potenziali, Andrea Sempio. L’agente ha redatto una relazione nella quale fa riferimento a questo testimone, mai citato nei precedenti atti processuali. L’uomo, un contadino della zona, si era presentato a gennaio 2016 in un negozio di autoricambi legato alla famiglia Stasi, sostenendo di disporre di informazioni rilevanti su quell’evento tragico.
L’idea che un privato, quasi nascosto alle investigazioni ufficiali, avesse incrociato elementi utili è risalita proprio grazie agli appunti raccolti durante le attività di sorveglianza su Sempio. È interessante notare come questa figura di contadino sia emersa proprio nel contesto di un’indagine difensiva, voluta per cercare nuovi elementi a favore dell’imputato condannato. Questo dettaglio aggiunge un livello di complessità al caso, che ancora non ha visto piena chiarezza.
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Il ruolo dei campi attorno a via pascoli e la possibile testimonianza del contadino
In base ai rilievi effettuati sul territorio attorno alla villetta di via Pascoli, luogo in cui fu ritrovato il corpo di Chiara Poggi, risulta che quei terreni erano coltivati all’epoca da un agricoltore locale, presumibilmente la stessa persona che si è fatta avanti nel 2016. L’uomo potrebbe aver ascoltato una discussione — o comunque uno scambio verbale — tra la vittima e chi poi sarebbe responsabile dell’omicidio.
Se confermata, questa testimonianza potrebbe integrare parecchi buchi nell’inchiesta principale, visto che finora l’attenzione si era concentrata principalmente sui legami interpersonali di Chiara e sui pochi testimoni diretti. Che un osservatore esterno, che frequentava quel territorio senza essere parte della cerchia quotidiana di Chiara, abbia sentito qualcosa non si era mai verificato ufficialmente.
Il potenziale contributo di un agricoltore che trascorreva molte ore nei campi potrebbe quindi risultare cruciale per ricostruire dettagli finora sfuggiti. Gli inquirenti di Pavia hanno mantenuto riserbo sul contenuto della conversazione registrata nei rapporti investigativi, ma la sua natura resta una pista da approfondire, soprattutto per capire la dinamica esatta dell’omicidio.
Pedinamenti e indagini parallele: conoscere meglio andrea sempìo
Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, è stato sotto osservazione in più momenti delle indagini. Un’agenzia investigativa ingaggiata dalla difesa di Stasi si occupò di seguirlo tra ottobre e dicembre 2016. Il pedinamento aveva lo scopo di raccogliere informazioni che potessero gettare luce su movimenti e situazioni potenzialmente correlate al delitto.
Questa attività di intelligence privata si intreccia con gli elementi raccolti dall’agricoltore. Sempio, fino a quel momento ritenuto solo un testimone o persona conosciuta, è entrato in una nuova fase di interesse da parte della Procura di Pavia. Il fatto che il privato investigatore sia stato proprio incaricato in relazione a lui testimonia un ampliamento dei sospetti o quantomeno un approfondimento nelle zone d’indagine meno esplorate.
L’agenzia che ha svolto il servizio di sorveglianza verso Sempio in seguito è stata coinvolta in un’inchiesta più ampia, chiamata Equalize, sottolineando ulteriormente la complessità delle operazioni svolte intorno a questo caso. Comunque, i fatti registrati tra fine 2016 e inizio 2017 restano un materiale importante per gli avvocati e la procura.
Nuovi elementi che riaccendono l’interesse su un caso tuttora aperto
Sono passati quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi ma il caso continua a offrire sviluppi e testimonianze inedite che alimentano la ricerca della verità. La presenza del presunto agricoltore che potrebbe aver sentito la lite o qualche dettaglio legato alla serata del delitto propone un’ulteriore traccia da investigare.
Chiara venne uccisa nella sua casa di Garlasco e da allora le indagini hanno seguito piste diverse tra amici, familiari e vicini, ma senza risposte definitive che cancellassero il dubbio. La scoperta di questo elemento nei rapporti di un investigatore assunto dalla difesa mostra quanti dettagli restino ancora nascosti, o per scelta o per dimenticanza.
Intanto, la Procura di Pavia mantiene aperto il fascicolo, valutando ogni nuovo documento prodotto. Si continua a cercare conferme e indizi che possano inchiodare con sicurezza l’autore del delitto. Fatti e circostanze emersi dalla ricostruzione dei giorni e delle ore attorno al momento in cui Chiara Poggi ha perso la vita restano il riferimento principale per le autorità.