Un ladro improbabile nella provincia del Massachusetts all’epoca della guerra del Vietnam

Un ladro improbabile nella provincia del Massachusetts all’epoca della guerra del Vietnam

Un film di Kelly Reichardt ambientato nel Massachusetts degli anni Settanta racconta la storia silenziosa di James Mooney, un uomo comune coinvolto in un furto d’arte che riflette il distacco dalla guerra del Vietnam e dai grandi movimenti sociali.
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Il film di Kelly Reichardt, in concorso a Cannes 2025, racconta con uno stile minimalista la storia di James Mooney, un uomo comune della provincia americana degli anni Settanta coinvolto in un furto d’arte improvvisato, sullo sfondo dei grandi tumulti sociali e della guerra del Vietnam. - Gaeta.it

La guerra del Vietnam e i grandi movimenti sociali degli anni Settanta si riflettono solo da lontano sulla vita di provincia raccontata in un film in concorso a Cannes 2025. La regista Kelly Reichardt porta sullo schermo una storia ambientata in Massachusetts, fatta di silenzi, poche parole e gesti misurati. Al centro c’è James Mooney, un uomo qualunque che tenta un furto d’arte improvvisato e si ritrova intrappolato in una spirale ben più complicata della sua vita di sempre.

Un furto d’arte dai contorni quasi surreali

Il film racconta la storia di James Mooney, un uomo sposato con due figli, che vive nella tranquilla provincia americana negli anni di Nixon. Da una famiglia benestante, James non pare avere grandi ambizioni o un lavoro stabile. Spinto da motivi mai esplicitati, si butta in un furto che sembra semplice: insieme a due complici, altrettanto inesperti, ruba quattro quadri astratti da una galleria d’arte poco sorvegliata. Il custode della sala dorme, la sicurezza è ridicola e il colpo si compie senza problemi.

Non è la classica storia di rapina spettacolare. La regista ritrae il furto con tempi lunghi, quasi con un eccesso di calma. La scena in cui James nasconde i quadri in un granaio dura dieci minuti. Il tentativo di celare il bottino si trasforma in un’impresa piena di piccoli errori, dubbi e pericoli. Non ci sono scatti d’azione o furori criminali, ma una sensazione di irrealismo che attraversa tutto il racconto.

Il contrasto tra grandi eventi e vita di provincia

Sul fondo della narrazione si svolge un’altra guerra, quella del Vietnam, che gli americani vedono in tv come spettatori alienati. James sembra completamente distaccato dalle manifestazioni, dalle lotte femminili e dai grandi cambiamenti che agitano il paese. La provincia appare come un’isola fuori dal tempo, dove i grandi temi restano spettatori lontani.

Anche la famiglia di James rispecchia questa assenza di prospettive. La moglie, inizialmente parte di quel mondo domestico quasi sonnacchioso, si allontana quando la situazione si fa più difficile. L’uomo si ritrova solo e inseguito, costretto a scappare da chi ha occhi più grandi e in pochi mesi la sua vita cambia radicalmente.

Il cast e la regia di una pellicola indie

Kelly Reichardt firma una regia essenziale, ispirandosi allo stile minimalista e lento tipico della sua filmografia. La sceneggiatura non si affida a colpi di scena, ma a dettagli di gesti quotidiani e a lunghi silenzi per descrivere il lento smarrimento di James. Il protagonista è Josh O’Connor, attore noto e presente quest’anno anche con un altro lungometraggio a Cannes.

Al suo fianco scorgiamo Alana Haim, già apprezzata nel film Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson. Il cast, pur ridotto e poco spettacolare, contribuisce a creare un’atmosfera intima che si stacca dalla frenesia delle grandi storie americane per concentrarsi sulle piccole vite invisibili. Il risultato è un’opera che parla di altri tipi di conflitti, più silenziosi e personali, immersi nell’ombra di quegli anni turbolenti.

Una narrazione sui dettagli della vita quotidiana

La pellicola conferma l’interesse di Reichardt per racchiudere storie della provincia americana, per restituire spazi assopiti dove le conseguenze di grandi eventi arrivano stentate, frammentate. Una narrazione che si concentra sui dettagli della vita, sulle difficoltà di un uomo qualunque che cerca di cambiare la sua esistenza, con azioni modeste e risultati imprevedibili.

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