Un gruppo di produttori unito per rilanciare il lambrusco tra tradizione e nuovi orizzonti

Un gruppo di produttori unito per rilanciare il lambrusco tra tradizione e nuovi orizzonti

L’associazione Custodi del lambrusco riunisce 27 produttori di Emilia, Modena e Reggio Emilia per valorizzare il lambrusco attraverso tradizione, qualità e innovazione, superando pregiudizi e promuovendo la sua autenticità.
Un Gruppo Di Produttori Unito Un Gruppo Di Produttori Unito
L'Associazione Custodi del Lambrusco, formata da 27 produttori emiliani, si impegna a valorizzare e difendere l'autenticità e la complessità del Lambrusco, unendo tradizione e innovazione per migliorare la sua immagine e diffusione. - Gaeta.it

La scena vitivinicola italiana registra un movimento significativo partito dall’Emilia, dove produttori del lambrusco si sono coalizzati per proteggere e valorizzare questo vino emblematico. Non si tratta di una moda passeggera, ma di un progetto che combina rispetto per la tradizione con una visione rivolta al presente e al futuro. Nasce così l’Associazione Custodi del lambrusco, composta da 27 aziende tra cantine strutturate e piccole realtà agricole che lavorano insieme per far emergere la complessità e il valore autentico di questo vino.

La nascita dell’associazione custodi del lambrusco e il manifesto condiviso

Il progetto Custodi del lambrusco è frutto della volontà di un gruppo di produttori di unire sforzi e idee per custodire l’essenza di un vino spesso frainteso. L’adesione a questa iniziativa è guidata da un Manifesto, documento che rappresenta un patto solido tra i membri, ricco di intenti chiari e concreti. Non si parla di semplice conservazione, ma di una vera e propria riscoperta. La frase “siamo custodi dell’essenza più pura del lambrusco” si ripete nel Manifesto come un richiamo costante a una responsabilità condivisa.

Il Manifesto sottolinea come il lambrusco non sia banalmente un vino leggero o spensierato, ma un prodotto capace di esprimere diversi caratteri: fresco, versatile, ma anche complesso. I produttori rifiutano l’immagine superficiale che spesso accompagna questo vino, proponendo invece una narrazione fatta di cura in vigna, attenzione alla qualità e passione artigianale. Il gruppo accetta il cambiamento, lo cerca, e vuole declinare la propria identità in modo contemporaneo, avendo al centro la qualità e il legame con il territorio.

Il ruolo del manifesto e la visione del gruppo

Il legame con modena e reggio emilia, cuore del lambrusco

L’associazione nasce e si sviluppa nelle province di Modena e Reggio Emilia, due territori profondamente legati alla storia e alla coltivazione del lambrusco. I Custodi si definiscono legati a queste terre e ne difendono le specificità. Il loro impegno include la valorizzazione di tutte le diverse espressioni del lambrusco, senza fermarsi alle denominazioni ufficiali.

Questo gruppo conserva e trasmette saperi antichi e tecniche tradizionali, ma non si limita a questo. La curiosità e il confronto tra produttori animano il lavoro di tutti i giorni, facendo dell’associazione un laboratorio di idee dove ogni esperienza individuale contribuisce alla forza collettiva. Per i Custodi, il lambrusco è un vino che unisce passato, presente e futuro, un simbolo di cultura e identità che va raccontato senza smorzare la sua autenticità o il suo carattere popolare.

Modena e reggio emilia come territori simbolo

Le prime iniziative e la volontà di cambiare la percezione del lambrusco

Dalla sua costituzione, avvenuta pochi mesi fa, l’associazione ha cominciato a farsi conoscere tramite una conferenza stampa tenutasi il 31 marzo. Da allora ha creato una rete di contatti e collaborazioni che punta a uscire dai confini tradizionali del lambrusco. L’obiettivo è presentare questo vino a un pubblico più ampio, usando nuovi linguaggi e strumenti di comunicazione capaci di valorizzarlo pienamente.

I Custodi definiscono questa azione come una “rivoluzione gentile” che vuole superare i pregiudizi e le idee preconfezionate. Il loro impegno non è rivolto solo agli appassionati di vino, ma anche a chi finora ha sottovalutato il lambrusco o lo ha considerato un prodotto secondario. Il vino prende così nuova vita, diventando protagonista di storie diverse e meno conosciute, ma tutte promettenti e autentiche.

Conferenza stampa e rete di collaborazioni

L’elenco delle aziende che compongono l’associazione custodi del lambrusco

L’Associazione Custodi del lambrusco riunisce ventisette realtà tra aziende agricole e cantine importanti del territorio emiliano. Tra queste figurano : Azienda agricola Buonariva, Azienda agricola Manicardi, Azienda agricola Messori, Azienda agricola Pezzuoli, Azienda agricola San Paolo, Ca’ de’ Medici, Cantina della Volta, Cantina Divinja, Cantina Ventiventi, Cantina Vezzelli Francesco, Cantina Zucchi, Cavaliera, Cleto Chiarli Tenute agricole, Fattoria Moretto, Garuti Vini, La Battagliola, La Piana Winery, Le Casette, Lini 910, Marchesi di Ravarino, Opera02, Podere il Saliceto, Rinaldini Az. Agr. Moro, Terraquilia, Venturini Baldini, Villa di Corlo, Zanasi Società agricola.

Queste aziende rappresentano una varietà di approcci e dimensioni che, nel loro insieme, coprono una parte significativa della produzione lambrusco in Emilia. La loro collaborazione punta a rafforzare la posizione di questo vino nel mercato, ma anche a mantenere vive tradizioni e metodi che altrimenti rischierebbero di essere dissolti nei modelli produttivi di massa.

Il gruppo si configura come una rete in cui la diversità delle esperienze non è un limite, ma una ricchezza da sfruttare per far avanzare la conoscenza e la diffusione del lambrusco a livello nazionale e internazionale. Il lavoro collettivo riesce a dare voce a storie diverse, accomunate dalla volontà di riconsegnare dignità e prestigio a un vino spesso mal interpretato.

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