Un farmaco sperimentale mostra risultati promettenti su pazienti con forma rara di Sla causata da mutazione Fus

Un farmaco sperimentale mostra risultati promettenti su pazienti con forma rara di Sla causata da mutazione Fus

La sperimentazione del farmaco ulefnersen, sviluppato da Neil Shneider e Ionis Pharmaceuticals, mostra risultati promettenti nel rallentare e in alcuni casi invertire la progressione della sclerosi laterale amiotrofica legata alla mutazione Fus.
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Un farmaco sperimentale, ulefnersen, mostra promettenti risultati nel rallentare e persino invertire la forma aggressiva di sclerosi laterale amiotrofica legata alla mutazione del gene Fus, offrendo nuove speranze nella cura di questa malattia neurodegenerativa rara. - Gaeta.it

La sclerosi laterale amiotrofica continua a rappresentare una sfida medica difficile da affrontare. Ma alcune sperimentazioni stanno portando risultati inaspettati, soprattutto per malattie genetiche rare. Un farmaco sperimentale chiamato ulefnersen sta offrendo segnali di miglioramento in pazienti con una forma aggressiva di Sla legata a mutazioni del gene Fus. Questi casi, documentati di recente su Lancet, mettono in luce progressi nella cura di una patologia che spesso porta a un rapido declino delle funzioni motorie e respiratorie.

il contesto e il ruolo del neurologo neil shneider nella ricerca sulla sla-fus

Neil Shneider, neurologo alla Columbia University, è coinvolto da anni nella ricerca clinica su forme rare di Sla. Quando parla con i suoi pazienti, tende alla chiarezza, spiegando che la maggior parte delle terapie sperimentali punta a rallentare il decorso della malattia, senza aspettarsi miglioramenti evidenti. Tuttavia, nel caso di alcuni pazienti con mutazione genetica Fus, la risposta al trattamento con ulefnersen ha superato qualsiasi previsione.

Questo farmaco agisce direttamente sulle proteine tossiche che si accumulano nei neuroni motori, che solitamente causano la morte cellulare e quindi la perdita delle capacità muscolari. Shneider ha collaborato con l’azienda Ionis Pharmaceuticals per sviluppare questo trattamento, basato su una tecnologia che utilizza brevi frammenti di DNA per silenziare il gene responsabile della produzione delle proteine dannose.

Risultati sorprendenti nei trial clinici

Nei trial condotti sono stati trovati miglioramenti duraturi e persino recuperi di funzioni perse, cosa mai osservata prima nei test clinici per la Sla. Per esempio, una giovane donna ha riacquistato la capacità di camminare senza aiuti e di respirare autonomamente, due funzioni che la malattia aveva profondamente compromesso. A questi dati si aggiunge la storia di un uomo a rischio ma ancora asintomatico che, grazie al trattamento per tre anni, non ha sviluppato alcun sintomo e ha visto migliorare i parametri elettrici legati alle sue funzioni muscolari.

caratteristiche della mutazione fus e impatti sulle forme giovanili di sla

La mutazione nel gene Fus riguarda meno dell’1-2% delle diagnosi di Sla, ma costituisce una delle varianti più aggressive. Questa mutazione è spesso presente in adolescenti e giovani adulti e causa un accumulo di proteine tossiche che compromettono i motoneuroni, le cellule nervose responsabili del controllo dei muscoli. Il danneggiamento di queste cellule porta alla progressiva perdita di movimento e di funzioni come la respirazione volontaria.

La rapidità con cui avanza questa forma di Sla rende difficile intervenire in modo efficace, soprattutto perché i sintomi possono insorgere rapidamente. Per questo motivo, la sperimentazione condotta da Shneider rappresenta un importante passo avanti. Il farmaco ulefnersen agisce sui meccanismi molecolari alla base della malattia, silenziando il gene Fus e diminuendo la produzione sia delle proteine tossiche che di quelle normali, appurando però che una loro riduzione non pregiudica la funzione cellulare.

I dati raccolti mostrano che il trattamento può rallentare sensibilmente la progressione della malattia o, in certi casi, bloccarla prima che i sintomi si manifestino. Questa capacità di intervenire precocemente è considerata cruciale per modificare il decorso della Sla-Fus.

analisi dei risultati clinici e impatto sui pazienti trattati con ulefnersen

Lo studio ha coinvolto una dozzina di pazienti, alcuni sintomatici altri no, trattati per mesi con iniezioni di ulefnersen. Sono state monitorate diverse variabili, tra cui la quantità di neurofilamento leggero nel sangue, un indicatore del danno nervoso. Dopo sei mesi di terapia, questo biomarcatore si è ridotto fino all’83%, un segnale chiaro che il danno ai nervi rallentava.

Due pazienti in particolare hanno attirato l’attenzione degli specialisti: una donna che ha riacquistato abilità motorie e respiratorie perse da anni, e un uomo che ancora senza sintomi ha mostrato miglioramenti all’attività elettrica dei muscoli. Questi casi testimoniano che la terapia, se applicata nelle prime fasi e con il corretto tempismo, può modificare l’evoluzione della malattia, addirittura in senso inverso.

La stragrande maggioranza degli altri pazienti, pur non recuperando totalmente le funzioni, ha mostrato un rallentamento del decorso aggressivo della malattia e una sopravvivenza più lunga rispetto alle attese. Il farmaco si è rivelato sicuro, con effetti collaterali limitati e gestibili.

Pazienti trattati e monitoraggio degli effetti

La continuità e il monitoraggio scrupoloso hanno permesso di valutare nel tempo come la progressione del danno nervoso fosse effettivamente mitigata, mettendo in luce il potenziale terapeutico di questi farmaci su un campo così complesso e devastante come quello della Sla.

la storia dietro ulefnersen e l’evoluzione della sperimentazione

Lo sviluppo di ulefnersen parte da una richiesta compassionevole del 2019, quando Shneider ha tentato di fornire una terapia sperimentale a Jaci Hermstad, una giovane donna con Sla-Fus da cui deriva anche il nome originario del farmaco, jacifusen. Jaci aveva vissuto con la malattia più a lungo di qualsiasi altro paziente con questa forma giovanile di Sla. Anche se è scomparsa a 26 anni, la sua esperienza ha fatto da apripista per sviluppare un trattamento che in seguito è stato somministrato ad almeno 25 pazienti nel mondo.

Il farmaco appartiene a un gruppo chiamato oligonucleotidi antisenso. Questi piccoli frammenti di DNA entrano nelle cellule e bloccano la produzione delle proteine dannose prodotte dal gene Fus. Questo meccanismo ha permesso di intervenire direttamente sulla causa molecolare della malattia, offrendo uno strumento di medicina di precisione basato sulla biologia del disturbo.

Dopo i primi risultati promettenti, Ionis Pharmaceuticals ha deciso di sponsorizzare uno studio clinico globale, guidato da Shneider, per approfondire l’efficacia e la sicurezza di questo trattamento. Le prossime fasi potrebbero portare all’approvazione definitiva del farmaco, cambiando il destino di chi convive con questa grave forma di Sla.

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