Un esame del sangue anticipa la preeclampsia a partire dal primo trimestre di gravidanza, con 5 mesi di anticipo

Un esame del sangue anticipa la preeclampsia a partire dal primo trimestre di gravidanza, con 5 mesi di anticipo

Uno studio spagnolo presentato all’Eshre 2025 di Parigi propone uno screening non invasivo basato sull’analisi del cfRNA nel sangue materno per diagnosticare precocemente la preeclampsia già nel primo trimestre.
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Uno studio spagnolo presenta un test del sangue non invasivo basato sull’analisi del cfRNA per diagnosticare precocemente la preeclampsia già nel primo trimestre di gravidanza, migliorando la prevenzione e la gestione della patologia. - Gaeta.it

La preeclampsia resta una minaccia seria per molte gestanti, spesso difficile da individuare in anticipo. Uno studio recente offre la possibilità di uno screening non invasivo già nel primo trimestre, anticipando la diagnosi anche di diversi mesi. La scoperta arriva dalla Spagna e presenta un metodo basato su un semplice esame del sangue che analizza l’RNA libero nel plasma materno. I risultati sono stati illustrati al congresso Eshre 2025 di Parigi, disegnando uno scenario in cui la diagnosi precoce potrebbe diventare pratica corrente entro l’anno prossimo.

Preeclampsia: cos’è, rischi e sintomi in gravidanza

La preeclampsia è una complicazione della gravidanza che si manifesta con ipertensione e danni a vari organi. Incide pesantemente sulle condizioni di salute di madri e neonati, rimanendo una delle cause principali di complicanze e decessi in ambito ostetrico. In molti casi si mostra senza segnali evidenti fino a stadi avanzati, rendendo difficile intervenire prima che il quadro peggiori.

Gli attuali test offerti nel primo trimestre si basano su fattori di rischio clinici e biomarcatori placentari. Tuttavia, questi metodi passano inosservati oltre la metà dei futuri casi di preeclampsia. Spesso la diagnosi arriva solo quando il disturbo è già in fase attiva e può mettere in pericolo la vita della madre e del bambino. I ricercatori hanno cercato una metodologia in grado di intercettare la malattia prima della comparsa dei sintomi, puntando su un’analisi di RNA libero circolante nel sangue materno.

L’analisi dell’rna libero circolante

Questo approccio considera le tracce di RNA rilasciate in circolo da diversi tessuti, come utero e placenta, che mostrano alterazioni specifiche già dalle primissime settimane di gravidanza. L’esame è stato testato raccogliendo campioni di sangue nelle settimane 9-14, 18-28 e dopo le 28 settimane o al momento della diagnosi. Sono stati analizzati 548 campioni da 216 donne, sfruttando tecnologie di sequenziamento avanzato e algoritmi di intelligenza artificiale per individuare segnali predittivi precoci.

I risultati hanno evidenziato che è possibile prevedere con una buona precisione la comparsa sia della preeclampsia a esordio precoce sia quella a esordio tardivo . Nel primo caso la sensibilità della tecnica è stata dell’83%, con una specificità al 90%, riuscendo a individuare la sindrome in media 18 settimane prima della diagnosi clinica. Per la LOPE, la discriminazione è stata ottenuta circa 15 settimane prima del normale esordio, con una firma molecolare distinta e poco sovrapponibile a quella della preeclampsia precoce.

Come funziona l’esame del sangue a base di cfRNA

La tecnica si basa sull’analisi del cfRNA, una frazione di RNA libero che circola nel plasma materno. Questo materiale genetico proviene da cellule di vari organi coinvolti nella gravidanza, tra cui l’endometrio, la placenta e altri tessuti materni. Un aspetto rilevante dello studio è la distinzione tra i trascritti predittivi associati all’esordio precoce e quelli legati alla comparsa tardiva della preeclampsia.

Differenze molecolari tra preeclampsia precoce e tardiva

Nel caso della preeclampsia a esordio precoce, quasi la metà dei trascritti coinvolti è associata a geni dell’endometrio, in particolare quelli implicati nella decidualizzazione, un processo che prepara l’utero ad accogliere l’embrione. Un difetto in questa fase può causare una scarsa adattabilità del rivestimento uterino e favorire la comparsa della malattia. Questa scoperta rafforza l’ipotesi che la disfunzione uterina abbia un ruolo chiave nell’insorgenza precoce della sindrome.

Le firme molecolari che indicano la preeclampsia a esordio tardivo presentano invece caratteristiche diverse. Contengono meno segnali legati alla decidualizzazione e mostrano alterazioni in percorsi biologici più generali, compresi quelli interessati dal sistema immunitario ed epatico. Questo conferma che la preeclampsia presto e tardi hanno meccanismi differenti, sia nel tempo che nella sede d’azione.

Le analisi trascrittomiche hanno evidenziato che nella preeclampsia precoce si verificano mutamenti molecolari distribuiti in vari organi come fegato, reni, placenta, cervello e polmoni. Al contrario, la sindrome a esordio tardivo coinvolge principalmente il sistema immunitario e il fegato, mostrando una localizzazione più ristretta degli effetti patologici.

Progetti futuri e prospettive cliniche di uno screening precoce

Gli autori dello studio sottolineano che uno screening basato su un semplice prelievo nel primo trimestre potrebbe rivoluzionare la gestione della gravidanza. Riuscire a identificare in anticipo le donne a rischio permette un controllo più stretto e un intervento tempestivo, potenzialmente riducendo complicanze gravi.

Validazione clinica e implementazione futura

Attualmente è in corso uno studio clinico prospettico per validare l’efficacia di questo esame nel contesto delle cure prenatali di routine. I dati preliminari e le procedure di approvazione regolatoria sono già in fase avanzata. Se confermati, i test con cfRNA potranno entrare in uso clinico già nel corso del prossimo anno. Il metodo offre un’opportunità per individuare le gravidanze più vulnerabili in modo non invasivo, senza rischi per la madre o il feto.

L’adozione di questo screening rappresenterebbe un passo significativo non solo per prevenire le complicazioni più gravi legate alla preeclampsia ma anche per approfondire le conoscenze scientifiche sugli esordi della patologia. La molecola cfRNA apre una nuova finestra sulla comunicazione biologica tra madre e feto, aiutando a scoprire segnali precisi molto prima di quanto fosse mai possibile.

Karen Sermon, presidente dell’Eshre, ha evidenziato l’importanza della ricerca nel ridefinire il modo di includere le donne ad alto rischio in programmi di prevenzione. “In effetti migliorare la diagnosi precoce della preeclampsia potrebbe cambiare sensibilmente gli esiti di tante gravidanze, con ricadute positive sulla salute pubblica a livello globale.”

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