Un docu-film racconta l’isonzo tra italia e slovenia tra paesaggi, cultura e memoria condivisa

Un docu-film racconta l’isonzo tra italia e slovenia tra paesaggi, cultura e memoria condivisa

Il progetto “Isonzo che unisce/Združeni ob Soči” racconta attraverso sei autori italiani e sloveni la storia, cultura e paesaggi del fiume Isonzo al confine tra Italia e Slovenia, con presentazione a Gorizia.
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Il progetto “Isonzo che unisce/Združeni ob Soči” di Pordenonelegge, con il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia, presenta una narrazione video multilingue che racconta la storia, la cultura e il paesaggio del fiume Isonzo, simbolo di confine e dialogo tra Italia e Slovenia. - Gaeta.it

Il progetto “Isonzo che unisce/Združeni ob Soči”, promosso dalla fondazione Pordenonelegge con il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia, offre un racconto video originale sul fiume Isonzo, al confine tra Italia e Slovenia. Questa narrazione multimediale coinvolge sei autrici e autori italiani e sloveni che descrivono la storia, le tradizioni, il paesaggio e la cultura legata a questa area. Alla presentazione del progetto, prevista a Gorizia il 24 giugno 2025, saranno mostrati i video realizzati, frutto di questo percorso artistico e letterario.

Il valore simbolico del fiume isonzo tra lore e confini naturali

Il fiume Isonzo rappresenta da sempre un confine naturale e culturale cruciale nell’area mitteleuropea. Scorre tra l’Italia e la Slovenia e custodisce memoria storica, sociale e ambientale. Il progetto video lo racconta non solo come un corso d’acqua ma come un asse che ha plasmato territori e vite. Partendo da Bovec, nella parte slovena, fino al passo Vršič, vicino al monte Triglav, la narrazione attraversa luoghi ricchi di valenze storiche e paesaggistiche. L’Isonzo è stato teatro di eventi complessi, ora viene raccontato sempre più anche attraverso le storie quotidiane di chi vive nei suoi dintorni, incontrando leggende e memorie diffusi lungo il corso.

Sei voci per una narrazione multilingue e interdisciplinare

Il docu-film si struttura in sei video racconti affidati a firme di spicco sia italiane che slovene: Alex Devetak, Angelo Floramo, Mateja Gomboc, Anja Mugerli, Luigi Nacci e Antonella Sbuelz. Ognuno usa la propria lingua madre e offre uno sguardo unico sul fiume e sul territorio, alternando contributi letterari, storici e culturali. La scelta della multilinguismo non è casuale: la traduzione accompagna i video, così da mettere in relazione le diverse prospettive. In questo modo si evidenzia il valore della convivenza e della reciproca conoscenza tra le comunità che vivono lungo l’Isonzo. Il lavoro ripercorre di conseguenza non solo i paesaggi ma anche i rapporti sociali e culturali intrecciati nel tempo.

Un progetto presentato al salone del libro di torino e in arrivo a gorizia

“Isonzo che unisce/Združeni ob Soči” è già stato presentato in anteprima al Salone del libro di Torino, evento centrale nella promozione della letteratura e dei racconti di confine. La mostra ha riscosso interesse per il suo sguardo originale su una zona di frontiera spesso poco conosciuta dal grande pubblico. La data successiva per la presentazione è fissata a Gorizia, il 24 giugno 2025, presso la sede di Confindustria Alto Adriatico. Qui il direttore artistico di Pordenonelegge Gian Mario Villalta discuterà con alcuni autori, accompagnando la proiezione dei video racconto. Sarà un momento per approfondire le storie legate all’Isonzo, discuterne la rappresentazione e favorire un dialogo tra le due sponde del confine.

La fondazione pordenonelegge e il sostegno delle istituzioni regionali

Il progetto nasce sotto l’egida della fondazione Pordenonelegge, realtà culturale attiva nel promuovere la letteratura e la cultura legata al territorio friulano e oltre. Il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia ha reso possibile questo lavoro multimediale nell’ambito dell’iniziativa Go! 2025. La sinergia tra istituzioni culturali e regionali ha favorito la realizzazione di contenuti che connettono storia, natura e creatività in un ambito transfrontaliero. Il progetto mira a valorizzare non solo le potenzialità artistiche ma anche la memoria collettiva legata al fiume Isonzo, tratto di terra e acqua che ha segnato molte epoche e società diverse.

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