Un cuore grande, il docufilm che racconta la vita con cardiomiopatia presentato al giffoni film festival 2025

Un cuore grande, il docufilm che racconta la vita con cardiomiopatia presentato al giffoni film festival 2025

Il Giffoni Film Festival 2025 presenta “Un cuore grande”, il primo docufilm italiano sulle cardiomiopatie, con testimonianze di pazienti, esperti e un messaggio di speranza e resilienza.
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Il Giffoni Film Festival 2025 presenta "Un cuore grande", il primo docufilm italiano sulle cardiomiopatie, che racconta le sfide e la speranza di chi convive con queste malattie cardiache, sensibilizzando il pubblico attraverso testimonianze reali e progressi medici. - Gaeta.it

Il Giffoni film festival 2025 ospita la proiezione di “un cuore grande“, il primo docufilm italiano dedicato alle cardiomiopatie, malattie che interessano il muscolo cardiaco alterandone la struttura e la funzione. Questo lavoro racconta le sfide e le speranze di chi vive con questa patologia, in particolare con la forma più comune, la cardiomiopatia ipertrofica. Il docufilm ha l’obiettivo di far luce su una realtà poco nota ma che tocca oltre centomila persone in Italia, proponendo un messaggio di determinazione e resilienza. L’evento si svolge nell’ambito del festival, con una masterclass dedicata e la partecipazione dei protagonisti e degli specialisti del settore.

Il docufilm un cuore grande e la sua presentazione al giffoni film festival

Un cuore grande” ha debuttato oggi al Giffoni film festival, presso il Palazzo Cinema di Giffoni, con una proiezione seguita da una masterclass organizzata insieme a Giffoni Innovation Hub. Il film è stato trasmesso su La7d e resta disponibile in streaming sulla stessa piattaforma. Diretto da roberto amato, scritto da donatella romani e prodotto da telomero produzioni, il docufilm si concentra su quattro testimonianze vere di persone che convivono con la cardiomiopatia. L’evento, svolto con il patrocinio di Aicarm aps e il contributo di Bristol Myers Squibb, ha visto la partecipazione di franco cecchi, presidente di Aicarm, e dei pazienti coinvolti.

Questa iniziativa punta a portare attenzione su malattie cardiache ancora poco conosciute, mostrando al pubblico le varie sfaccettature dell’esistenza con una cardiomiopatia. Oggi, grazie ai progressi medici, si può gestire la patologia migliore rispetto al passato. “Un cuore grande mette in luce questa realtà attraverso una narrazione che unisce sofferenza, speranza e voglia di vivere senza lasciarsi dominare dalla malattia.”

Le caratteristiche delle cardiomiopatie e il loro impatto sulla vita dei pazienti

Le cardiomiopatie comprendono un gruppo di malattie che modificano la struttura del muscolo cardiaco, compromettendone la capacità di pompare il sangue. La forma più frequente in Italia è la cardiomiopatia ipertrofica, caratterizzata dall’ispessimento delle pareti del cuore. Questo fenomeno è spesso associato a mutazioni genetiche che possono trasmettersi ai discendenti. Sono oltre centomila gli italiani affetti e, spesso, la diagnosi avviene tra i 30 e i 50 anni.

Secondo i dati forniti da iacopo olivotto, responsabile del centro cardiomiopatie di aou careggi e meyer di firenze, queste malattie causano un numero significativo di arresti cardiaci improvvisi, aritmie e, in casi rari, conducono al trapianto di cuore. Le cardiomiopatie rappresentano anche la causa principale dello scompenso cardiaco, che costituisce la terza ragione più comune di ricovero ospedaliero nel paese. Proprio queste complicazioni evidenziano quanto la patologia sia complessa e richieda un controllo medico attento e continuo.

Il percorso di diagnosi e gestione è cruciale soprattutto in presenza di eventi gravi come arresto cardiaco, impianto di defibrillatore o trapianto, situazioni che purtroppo non mancano tra i pazienti affetti. Tuttavia, molti riescono a condurre una vita attiva e a trovare nuove passioni e motivazioni, nonostante le difficoltà.

Vivere con la cardiomiopatia: testimonianze e sfide quotidiane

Il docufilm prende forma attraverso le storie di quattro protagonisti che raccontano come la loro vita sia cambiata senza però spegnere i propri sogni. Giorgia, attrice di 20 anni, ha subito un arresto cardiaco e oggi alterna la sua attività tra il lavoro sul set e la gestione della malattia. Cristina, diagnosticata a 13 anni, ha dovuto rinunciare allo sport agonistico, ma ha scoperto la passione per i rally e ha viaggiato molto grazie a questa nuova strada.

Antonio ha trovato sollievo nel sapere che i figli non hanno ereditato la mutazione genetica che lo ha colpito, alleggerendo parte del peso della patologia. Benedetta, spinta dalla perdita del padre causata da una cardiomiopatia, ha affrontato dubbi sull’iscrizione a medicina ma poi è tornata sulle sue decisioni, dedicandosi alla ricerca per aiutare altre famiglie.

Le testimonianze sono arricchite dalla voce narrante dell’attrice pamela villoresi che accompagna i momenti di svolta e di cambiamento. I pazienti parlano apertamente delle sfide quotidiane, della necessità di accettare nuovi limiti e di adattare la propria esistenza alle condizioni imposte dalla malattia. Questo racconto diretto contribuisce a dare volto e voce a chi affronta ogni giorno una realtà complessa.

Gestione della diagnosi e prospettive terapeutiche oggi in italia

Il momento in cui viene comunicata una diagnosi di cardiomiopatia è delicato. Come sottolinea samuela carigi, cardiologa dell’ospedale infermi di rimini, il ruolo del medico non si limita a fornire informazioni tecniche. Serve aiutare il paziente a comprendere che il percorso sarà lungo e che lui stesso deve diventare protagonista, imparando a convivere con i limiti senza rinunciare a una vita piena. L’innovazione in campo terapeutico apre nuove possibilità, consentendo a molti di mantenere una buona qualità di vita.

Franco cecchi ribadisce che, anche se la malattia presenta difficoltà e restrizioni, oggi è possibile gestirla meglio grazie ai progressi scientifici. Si riesce a ridurre l’impatto delle complicanze e a fornire ai pazienti una prospettiva più lunga e serena. La ricerca continua a sviluppare nuovi strumenti e trattamenti per dare risposte concrete alle famiglie coinvolte.

In questo contesto si inserisce “un cuore grande” con il suo intento divulgativo, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cardiomiopatie e a mostrare i casi reali con cui confrontarsi. Il docufilm promuove un approccio di consapevolezza e responsabilità condivisa tra medici e pazienti.

L’impegno quotidiano di chi convive con la cardiomiopatia oltre la malattia

Le esperienze narrate nel film evidenziano come ogni persona impari a convivere con la malattia trovando modi per vivere al meglio. L’ironia di giorgia, il gusto dell’avventura di cristina, la serenità di antonio e la forza di benedetta danno concretezza a un messaggio che non si limita alla sofferenza. Le loro storie rivelano come la malattia non sia un limite assoluto, ma uno spartiacque tra un prima e un dopo che può diventare un’opportunità di crescita personale.

La pellicola vuole far emergere la dimensione umana dietro ai numeri clinici. Spesso chi affronta una cardiomiopatia deve ridefinire le proprie priorità e scoprire risorse interiori inattese. L’importanza di un sostegno adeguato e di una buona rete di cure è centrale, così come il rapporto di fiducia con i professionisti della salute.

Questa vicenda comune a decine di migliaia di italiani ricorda quanto la ricerca medica e la capacità di accogliere storie diverse possano migliorare la vita e contribuire a un futuro migliore per chi si confronta con queste patologie. L’attenzione dei media e del pubblico a queste realtà resta fondamentale.

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