Le aree interne italiane affrontano problemi che mettono a rischio la loro stessa esistenza: spopolamento, mancanza di servizi essenziali e isolamento dalle reti infrastrutturali. Iniziative nate per dare voce a queste realtà puntano a raccontare non solo le difficoltà ma anche la tenacia delle comunità locali. Tra queste spicca “Il cammino delle terre perdute“, un viaggio a piedi tra borghi e valli dell’Appennino marchigiano, portato avanti da due giovani volontari di Legambiente. Partiti da Ascoli Piceno il 24 maggio, hanno attraversato luoghi poco conosciuti ma ricchi di storia, cultura e solidarietà, mettendo in luce le condizioni attuali di queste zone e l’accoglienza ricevuta.
Il percorso da ascoli piceno a fabriano: una settimana tra borghi e vallate
Il tour di Jacopo Ghilardi e Davide Prezzavento si è svolto dal 24 al 30 maggio 2025 e ha coperto oltre 150 chilometri a piedi, toccando varie comunità dell’entroterra marchigiano. Si è partiti da Ascoli Piceno, centro noto per la sua piazza del Popolo, con l’obiettivo di raggiungere Fabriano, città famosa per la tradizione cartaria. L’itinerario ha incrociato piccoli paesi come Palmiano, Comunanza, Sarnano, Fiastra, Camerino ed Esanatoglia. Questi luoghi sono inseriti in contesti paesaggistici montani, con valli strette e vie antiche, ma hanno subito l’impatto del declino demografico e delle carenze strutturali.
Ospitalità e solidarietà lungo il viaggio
Durante le tappe, le difficoltà materiali si sono misurate con l’accoglienza dimostrata dalle popolazioni: rifugi comunali, centri associativi e spazi pubblici hanno offerto riparo e sostegno ai camminatori senza esitazioni. Lo spirito di ospitalità si è manifestato attraverso la collaborazione di enti locali, associazioni culturali e pro loco, che hanno aperto porte e offerto servizi senza riserve. Questi gesti riflettono l’attaccamento al territorio e la volontà di mantenere vive le relazioni sociali, nonostante le condizioni spesso precarie.
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Protagonisti della solidarietà: comunità locali e associazioni in primo piano
Il cammino ha mostrato quanto siano ancora vitali le comunità dei piccoli centri marchigiani. A Palmiano, il rifugio comunale ha accolto i camminatori con la collaborazione degli amministratori, segno di una politica locale attenta e partecipata. A Comunanza, la Pro Loco ha avuto un ruolo centrale nell’organizzare l’accoglienza, confermando un forte senso di identità e appartenenza che supera la crisi del territorio.
Nuove energie a sarnano, camerino ed esanatoglia
Sarnano ha messo a disposizione spazi pubblici e servizi per facilitare la sosta, mentre a Camerino l’associazione IoNonCrollo, nata in seguito agli eventi sismici degli ultimi anni, ha spalancato il Quartiere delle Associazioni. Qui si è percepito il legame tra rinascita culturale e impegno civile, un esempio di come la società civile prova a reagire alle difficoltà materiali. Infine, Esanatoglia ha ospitato i viaggiatori nell’ostello comunale, grazie al lavoro congiunto tra Pro Loco e amministrazione comunale guidata dal sindaco, che ha dato disponibilità concreta a un’iniziativa radicata sul territorio.
Terre interne: sfide e proposte per un futuro possibile
Le aree interne italiane sono segnate da fenomeni pesanti: lo spopolamento riduce la presenza delle famiglie, la scarsità di trasporti e servizi limita le opportunità, mentre molte infrastrutture rimangono in stato di abbandono o degrado. Questi problemi compromettono la qualità della vita e rallentano l’accesso a istruzione, lavoro e sanità. Un viaggio come quello intrapreso da Ghilardi e Prezzavento serve a mettere in evidenza queste realtà, spesso ignorate dai media nazionali.
I due volontari hanno sottolineato il bisogno di ascoltare davvero queste comunità, che non sono “terre perdute” ma vivono una resistenza fatta di dignità e coraggio. Vanno reputate come spazi in cui provare a costruire modelli di sviluppo differenti, più aderenti ai bisogni delle persone che li abitano. Si tratta di un appello per una giustizia territoriale che ripensi le risorse e le politiche pubbliche in chiave locale, sostenendo identità, vocazioni ambientali e culturali.
Solidarietà: base per ogni progetto futuro
La testimonianza di questo cammino rivela come, pur nelle difficoltà, esista una rete di solidarietà e apertura che può rappresentare una base concreta per ogni progetto futuro. Le aree interne restano un punto di partenza per riflettere su come mantenere vivi territori che custodiscono tradizioni e memorie spesso dimenticate.