Un angolo noto per la sua tranquillità e spiritualità nel Biellese, a due passi dal santuario di Oropa, si è trasformato in un punto di riferimento per il traffico di sostanze stupefacenti. I carabinieri della compagnia di Biella hanno scoperto un bivacco nascosto tra i boschi utilizzato come base logistica per lo spaccio. Il blitz ha portato alla denuncia di un uomo irregolare, residente nel Milanese, fermato con droga e denaro contante. La zona, frequentata da turisti e pellegrini, nascondeva un’attività che ha destato allarme tra la popolazione e fatto scattare le indagini.
I segnali di disagio tra i sentieri di oropa
La scoperta ha origine da alcune segnalazioni arrivate a carabinieri e polizia locale. Residenti e visitatori della valle di Oropa avevano notato movimenti sospetti dentro il fitto bosco, accanto a quel santuario che richiama ogni anno pellegrini e famiglie in cerca di quiete. Persone sconosciute si aggiravano furtive in orari inconsueti, suscitando domande e preoccupazioni. La natura della zona, di solito quieta e votata al turismo religioso, contrastava con lo scenario che piano piano emergeva.
I militari della compagnia di Biella hanno risposto all’allarme con un progetto di sorveglianza discreta. Hanno percorso i sentieri più nascosti e impensati, con l’obiettivo di cogliere sul fatto chiunque facesse attività illegali. La prudenza è stata massima visto il terreno impervio e la necessità di non spaventare i sospetti troppo presto. Durante uno di questi appostamenti, sono state avvistate due persone. Hanno tentato di scappare non appena hanno visto le divise, ma uno di loro è stato raggiunto e fermato.
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L’arresto e la scoperta del bivacco nel bosco
Il fermato è un marocchino di 43 anni, irregolare in Italia e domiciliato nel Milanese. Addosso aveva circa 2.000 euro in contanti, un bilancino di precisione e vari materiali per confezionare la droga. Questi elementi, secondo i carabinieri, non lasciano dubbi sul suo coinvolgimento in un’attività di spaccio. Questo uomo rappresenta il primo passo per comprendere un traffico che si stava organizzando lontano dalle città.
Poco dopo, seguendo gli indizi raccolti sul terreno, i carabinieri hanno raggiunto un luogo appartato nel bosco. Qui hanno trovato un bivacco ben attrezzato, usato per trascorrere i giorni e le notti fuori dalla vista di tutti. L’accampamento era dotato di giacigli di fortuna, coperte, suppellettili da cucina e provviste alimentari. Tutto il necessario per vivere per qualche tempo senza uscire, e soprattutto per nascondere la droga e altri oggetti connessi allo spaccio. Il bivacco era quindi un rifugio e un centro operativo.
Un punto strategico per lo spaccio tra piemonte e lombardia
Il luogo scelto non è casuale. Era abbastanza vicino alla strada principale da permettere movimenti rapidi, ma sufficientemente isolato da evitare sguardi indiscreti. Una soluzione già osservata in altre aree di Piemonte e Lombardia, dove i boschi sono diventati rifugi temporanei per spacciatori che vogliono sfuggire alle pattuglie in città. Questi rifugi permettono movimentazioni veloci con vie di fuga multiple, senza contare l’isolamento che protegge da controlli improvvisi.
Le indagini sembrano indicare che il 43enne non fosse da solo. L’altro uomo che è riuscito a scappare potrebbe far parte di una rete organizzata con ramificazioni che vanno oltre il Biellese, arrivando nelle province lombarde. I carabinieri vengono appoggiati da indagini in corso per ricostruire questa rete, con attenzione alle frequentazioni del fermato nel Milanese. Questi risulterebbe legato ad ambienti noti alle forze dell’ordine per reati simili, cosa che potrebbe suggerire una struttura più ampia dietro lo spaccio.
Il presidio delle forze dell’ordine sulle aree montane e naturalistiche
L’operazione di Biella mette in luce un fenomeno non nuovo, ma che guadagna attenzione. Le forze dell’ordine devono controllare anche aree normalmente poco sorvegliate, come boschi o zone di montagna che sembrano lontane dalle attività criminali. Spesso invece queste aree diventano base per attività illegali. La scoperta a Oropa assume un valore simbolico, vista la sua vocazione turistica e religiosa.
I carabinieri stanno intensificando i controlli nelle zone di Oropa e dintorni. Il monitoraggio è più costante sia con pattugliamenti a piedi che con sorveglianza mirata, per evitare che il bivacco e altri luoghi simili possano tornare a essere punti caldi per la droga. L’obiettivo è mantenere sicuri i luoghi amati da visitatori e residenti. La presenza di comunità attive e segnalazioni tempestive si rivela preziosa nel mantenere un ambiente sano.