Un grave episodio di violazione delle norme sanitarie sul pascolo è stato segnalato nel territorio dell’alta valle del Volturno, dove un allevatore ha spostato il proprio bestiame in aree vietate dalle autorità sanitarie. Nonostante l’ordinanza dell’Asrem di Isernia, che impone agli allevatori di Montenero Valcocchiara e Pizzone di mantenere il bestiame in stalla per contenere un focolaio di tubercolosi bovina, l’operatore ha agito fuori dalle autorizzazioni previste. Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha denunciato la situazione, sottolineando il rischio sanitario e ambientale causato da questa azione.
Contesto dell’ordinanza restrittiva in alta valle del Volturno
A metà 2025, l’Asrem di Isernia ha emesso un’ordinanza urgente per contenere un’epidemia di tubercolosi bovina nei comuni di Montenero Valcocchiara e Pizzone. Le disposizioni impongono di tenere gli animali in stalla, evitando ogni forma di pascolo fino a nuovo avviso. L’obiettivo è impedire la diffusione dell’infezione tra le mandrie presenti nella zona, tutelando così l’intero patrimonio zootecnico e l’equilibrio dell’ecosistema. Le restrizioni riguardano anche la movimentazione del bestiame e vietano spostamenti non autorizzati al di fuori delle aree indicate dagli enti sanitari.
Tubercolosi bovina, una minaccia seria
La tubercolosi bovina, malattia infettiva di origine batterica, rappresenta una minaccia seria per gli allevamenti e può avere conseguenze economiche e sanitarie rilevanti. Per questo motivo, i controlli veterinari e le misure di contenimento si sono fatte stringenti, con un monitoraggio continuo anche nei Comuni indicati. La vigilanza viene svolta su più livelli, coinvolgendo Asrem, Carabinieri Forestali e autorità locali. In questo quadro di massima attenzione, ogni inosservanza alle regole può compromettere gli sforzi di contenimento e aumentare il rischio di contagio.
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L’azione dell’allevatore e le conseguenze della violazione
Nonostante il divieto, un allevatore che fa parte di un’associazione locale ha trasportato il suo bestiame in una zona diversa da quella concessa dal Comune di Castel San Vincenzo. Il suo comportamento, oltre a ignorare il provvedimento sanitario, ha causato il pascolo incontrollato in aree vietate per il rischio sanitario. Il Pnalm ha definito l’azione “gravissima” e critica la posizione di chi, pur rappresentando gli allevatori, ha ignorato le norme sanitarie fondamentali.
Il bestiame ha attraversato terreni non autorizzati, creando potenziali zone rischio per il contagio della tubercolosi. I responsabili locali, dopo aver preso atto della violazione, hanno segnalato l’accaduto agli enti competenti. Il servizio veterinario regionale aveva già segnalato in passato mancanze nel governo del bestiame di questa associazione, che aveva mostrato problemi di gestione anche negli anni precedenti. L’episodio segnala una situazione di difficile controllo e un pluralismo di interessi contrastanti tra tutela della salute pubblica e attività zootecnica.
Rischio sanitario e ambientale elevato
Il rischio causato dal pascolo fuori controllo riguarda non solo la salute animale, ma anche l’ecosistema dell’alta valle del Volturno, che potrebbe subire conseguenze negative dall’espansione della malattia batterica.
Le azioni del parco nazionale e le procedure in corso
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha assunto un ruolo di controllo e denuncia formale su questa vicenda. In collaborazione con i Carabinieri Forestali del parco e il Nipaf di Isernia sono state raccolte segnalazioni e riferito tutto alla Procura della Repubblica, a cui spetterà valutare eventuali profili penali. Il Pnalm ha informato anche i Comuni di Castel San Vincenzo, Pizzone e l’Asrem di Isernia, chiedendo di adottare i necessari provvedimenti amministrativi a tutela della salute animale e ambientale.
Le forze dell’ordine rimangono impegnate nel monitoraggio della situazione per evitare ulteriori violazioni. Il contrasto alla tubercolosi bovina richiede una gestione rigorosa degli allevamenti e un rispetto stretto delle normative di movimentazione degli animali. Il ruolo degli enti territoriali risulta cruciale per coordinare le misure di sicurezza e mitigare i rischi legati a queste violazioni.
Sfide tra interessi economici e norme sanitarie
Il caso evidenzia le difficoltà che alcune realtà locali incontrano nel conciliare interessi economici e norme sanitarie. Il consolidamento di un sistema di controllo efficace, con il supporto della giustizia e delle autorità veterinarie, rappresenta un passo necessario per prevenire comportamenti pericolosi per il bestiame e la comunità.