La comunità di Longastrino, nel ferrarese, ha dato l’ultimo saluto ad alessandro coatti, biologo 38enne trovato morto in colombia lo scorso aprile. Il funerale, carico di emozioni forti, ha riunito familiari, amici e conoscenti provenienti da diversi luoghi, uniti nel dolore per la perdita dello scienziato. Nel silenzio della chiesa, si sono susseguiti ricordi e testimonianze che hanno tracciato il profilo di un uomo amato per la sua intelligenza e generosità.
La cerimonia funebre e la partecipazione della comunità di longastrino
La celebrazione si è svolta nella chiesa parrocchiale di Longastrino, gremita oltre ogni aspettativa. Molte persone hanno voluto essere presenti per rendere omaggio a coatti e condividere questo momento di dolore. Tra i presenti, familiari stretti, amici d’infanzia e colleghi, alcuni arrivati anche da Londra, dove alessandro viveva e lavorava da tempo.
Le note di due canzoni di Franco Battiato e Mango hanno accompagnato la cerimonia, rendendo l’atmosfera solenne ma anche carica di ricordo e speranza. Il parroco, nel suo intervento, ha sottolineato come alessandro avesse “numerosi talenti” da condividere con gli altri. Ha ricordato il valore del suo dono intellettuale e umano, insistendo sulla necessità di diffondere le proprie abilità per il bene comune, un messaggio che ha toccato tutti i presenti.
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La partecipazione emotiva ha avvolto la chiesa, con più di qualcuno visibilmente commosso e segnato dal senso di perdita. Questo raduno ha mostrato quanto il legame con alessandro andasse oltre i semplici rapporti di parentela o amicizia.
Il ricordo intimo della cugina: parole di affetto e stima
Durante la cerimonia, la cugina di alessandro, salendo sull’altare, ha raccontato alcune pagine della loro vita insieme. Ha definito coatti “una persona fantastica”, un punto di riferimento simile a un fratello, con cui poteva confrontarsi in modo sincero e ricevere consigli preziosi. La testimonianza ha messo in luce una relazione forte e piena di complicità.
Ha provato a vincere l’emozione mentre enumerava le qualità del biologo: intelligenza vivace, apertura verso gli altri, altruismo e capacità di mettersi nei panni altrui. Ha ricordato inoltre il percorso di coatti, partito dalla formazione alla Scuola Normale di Pisa, per poi trasferirsi a Londra dove ha continuato la sua attività professionale.
Questa vicinanza affettiva appariva evidente: “Anche se lontani, era sempre presente quando serviva”. Le sue parole hanno evidenziato un vuoto profondo, lasciato da un uomo che è stato un punto di riferimento nel suo ambito familiare e sociale.
La vita professionale e il legame con l’italia nonostante la lontananza
Alessandro coatti aveva scelto di trasferirsi a Londra dopo il periodo di studi, dove ha sviluppato la sua carriera da biologo. La decisione di vivere all’estero non ha mai significato tagliare i rapporti con l’Italia, in particolare con il suo paese natale nel ferrarese. Mantenere vivi i legami con la famiglia e gli amici è apparso importante anche nella sua quotidianità.
La sua formazione, iniziata alla Normale di Pisa, una delle più prestigiose università italiane, ha rappresentato la base per le sue competenze scientifiche. La figura di coatti lascia un ricordo fermo nella mente di chi lo conosceva, soprattutto la sua dedizione al lavoro e la disponibilità verso chi gli stava vicino.
La tragica fine in colombia assume così un peso ancora maggiore per la comunità italiana che si era affezionata a lui, sia per l’uomo che per lo scienziato. La morte violenta ha lasciato una scia di domande e dolore, oltre al desiderio di conservarne la memoria.
La cerimonia funebre a Longastrino ha riunito non solo amici e parenti ma anche chi, a vario titolo, era entrato in contatto con alessandro nel corso della sua vita. Un evento che, pur segnato dalla tragedia, ha ricordato un’esistenza dedicata allo studio e all’aiuto verso gli altri.