La società calcistica Udinese si prepara a un cambio di proprietà dopo quasi quattro decenni di controllo da parte della famiglia Pozzo. Le notizie si sono diffuse rapidamente nelle ultime ore, anche se il club non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali. La trattativa coinvolge un fondo americano e promette di segnare una svolta importante per il futuro del club friulano.
Tempistiche del closing e impatto sulla stagione sportiva
Secondo le indiscrezioni che circolano a Udine, la firma ufficiale per il trasferimento delle quote societarie dovrebbe avvenire il 7 giugno davanti a un notaio. Tuttavia, l’entrata in operatività del nuovo assetto societario è prevista solo per il primo luglio, in coincidenza con l’inizio della nuova stagione calcistica italiana. Ciò lascia ai Pozzo ancora qualche settimana per gestire gli ultimi impegni e preparare la transizione.
Il passaggio di proprietà, se confermato nei tempi indicati, potrebbe incidere sulla programmazione sportiva del club, a cominciare da scelte di mercato e strategiche per il campionato 2025-2026. I tempi stretti suggeriscono una fase di affiancamento tra la vecchia dirigenza e i nuovi azionisti, così da garantire una continuità nella gestione e nelle decisioni operative.
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Valori economici e composizione delle quote nella nuova compagine societaria
Le cifre che circolano intorno all’operazione di cessione variano ma si aggirano attorno ai 150 milioni di euro. Questa somma dovrebbe garantire al fondo americano il controllo della maggioranza delle quote, attestandosi fra il 60 e il 65% del capitale sociale del club. Un’azione che consente agli acquirenti di avere una posizione di comando sulle decisioni societarie principali.
Pur trasferendo la quota di maggioranza, i Pozzo manterrebbero una partecipazione minoritaria nel club per un periodo iniziale. In particolare, Gino Pozzo dovrebbe continuare a occuparsi delle strategie di mercato, mentre Gianpaolo Pozzo, che proprio in queste ore compie 84 anni, manterrà il titolo di presidente onorario. Questa formula lascia aperta la porta a un coinvolgimento limitato ma significativo della famiglia nella gestione dell’Udinese, almeno fino a una futura ristrutturazione totale del pacchetto azionario.
Le trattative per il passaggio di proprietà e il ruolo della dirigenza
Il passaggio di consegne tra la famiglia Pozzo e il fondo statunitense ha superato diversi passaggi cruciali. Mercoledì scorso si sarebbe raggiunto un accordo preliminare, un momento chiave secondo quanto riferito da fonti vicine alla trattativa. In questo negoziato ha avuto un ruolo centrale Stefano Campoccia, vice presidente dell’Udinese e avvocato di lungo corso. Campoccia è stato delegato per anni a rappresentare la società in Lega Serie A e, da febbraio, fa parte del consiglio federale della Figc.
L’esperienza acquisita da Campoccia, grazie anche ai rapporti consolidati con figure di rilievo nel calcio italiano come Ezio Simonelli, Francesco Calvo della Juventus e Giuseppe Marotta dell’Inter, ha facilitato la comunicazione e l’intesa tra le parti. Gino Pozzo, storico proprietario con un ruolo attivo nella gestione del club, ha lavorato a stretto contatto con Campoccia per portare avanti la trattativa e raggiungere un’intesa soddisfacente con l’acquirente americano.
L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di interessi internazionali nel calcio italiano, con fondi stranieri che puntano a rilevare club di tradizione. Il passaggio all’Udinese rappresenta un caso importante, viste le radici storiche consolidate dai Pozzo nel club e nella città di Udine.