Udienza sul caso dell'orsa Amarena: 50 associazioni chiedono di costituirsi parte civile ad Avezzano

Udienza sul caso dell’orsa Amarena: 50 associazioni chiedono di costituirsi parte civile ad Avezzano

Il processo per l’uccisione dell’orsa Amarena mobilita 50 associazioni animaliste, Regione Abruzzo e Comune di Villalago; il Tribunale di Avezzano deciderà il 18 luglio sulle richieste di costituzione di parte civile.
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Il processo per l’uccisione dell’orsa Amarena, simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, vede 50 associazioni animaliste e istituzioni locali chiedere di costituirsi parte civile al Tribunale di Avezzano. L’imputato, Andrea Leombruni, è accusato di crudeltà per aver sparato all’animale nel 2023. - Gaeta.it

Il processo per l’uccisione dell’orsa Amarena vede una forte mobilitazione di associazioni animaliste e istituzioni territoriali. Cinquanta gruppi hanno infatti chiesto di partecipare come parte civile all’udienza pre-dibattimentale tenutasi al Tribunale di Avezzano. La vicenda riguarda un episodio grave, avvenuto nell’agosto 2023, che ha provocato la morte di uno degli animali simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Le richieste di costituzione di parte civile e il rinvio dell’udienza

Durante l’udienza mattutina del 20 giugno 2025, davanti al giudice del Tribunale di Avezzano, sono arrivate 50 istanze da parte di associazioni che si occupano di tutela degli animali. Questi enti hanno chiesto di potersi costituire parte civile nel procedimento penale a carico di Andrea Leombruni, 57 anni, accusato di aver ucciso l’orsa Amarena. L’udienza è stata aggiornata al 18 luglio, data in cui il giudice deciderà sull’ammissibilità di queste richieste e se il confronto in tribunale proseguirà con un dibattimento vero e proprio.

Istituzioni locali e associazioni insieme

Oltre alle associazioni animaliste, hanno chiesto di partecipare anche la Regione Abruzzo e il Comune di Villalago, territorio vicino a San Benedetto dei Marsi, dove è avvenuto il fatto. La presenza di questi enti testimonia una presa di posizione forte da parte delle istituzioni locali sulle dinamiche legate alla tutela della fauna selvatica.

Il contesto giudiziario e il profilo dell’imputato andrea leombruni

Il 57enne Leombruni era già comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare a dicembre 2024. Tuttavia, il procedimento era stato fermato perché il reato contestato non rientrava nelle competenze di quel tribunale ma doveva essere valutato dal giudice monocratico. La Procura di Avezzano ha ormai raccolto le prove necessarie, tra cui una perizia balistica che conferma come i colpi sparati siano stati diretti a uccidere l’orsa, escludendo l’ipotesi di un incidente o di un tentativo di spavento.

L’uomo deve rispondere dell’accusa di uccisione di animale con l’aggravante della crudeltà, legata all’assenza di una motivazione valida per sparare. Questo elemento potrebbe influenzare la severità della condanna in caso di giudizio e condanna.

Il valore simbolico dell’orsa amarena per il parco nazionale d’abruzzo, lazio e molise

Amarena rappresentava uno degli animali più conosciuti del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Era molto seguita e la sua presenza indicava un equilibrio importante all’interno dell’ecosistema locale. La sua uccisione ha provocato un forte dolore e un segnale di allarme non solo per chi si occupa di natura, ma anche per le comunità locali legate al territorio protetto.

Il fatto avvenuto a san benedetto dei marsi

L’episodio del 31 agosto 2023, quando l’orsa venne colpita a fucilate nella notte fuori da San Benedetto dei Marsi, ha scosso gli animi. Le indagini sono state rapide e hanno portato all’identificazione immediata di Leombruni come autore del gesto.

La protesta delle associazioni animaliste in concomitanza con l’udienza

Mentre si svolgeva l’udienza, all’esterno del Tribunale di Avezzano si è tenuto un sit-in promosso da diverse associazioni animaliste. Hanno chiesto giustizia per Amarena e denunciato una mentalità ancora troppo ostile verso gli animali selvatici in alcune aree del centro Italia.

Michele Pezone, responsabile dei diritti animali di LNDC , ha espresso l’urgenza di intervenire: “Essere presenti in aula era necessario, per chiedere di rappresentare la vittima in tribunale.” La sua riflessione sottolinea come il caso Amarena vada oltre l’episodio singolo e segni un momento importante nella difesa della fauna selvatica.

La tensione resta alta in attesa della prossima udienza, che potrebbe aprire la strada a un dibattimento vero e proprio in cui si affronteranno tutte le accuse e le richieste di partecipazione al processo.

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