L’udienza preliminare per il disastro alluvionale che ha colpito le Marche il 15 settembre 2022 resta sospesa a causa di un cambio del giudice. La tragedia coinvolse principalmente le zone di Senigallia e Pesaro, con l’esondazione dei fiumi Misa e Nevola. L’evento causò la morte di 13 persone, tra cui il bambino di 8 anni Mattia Luconi, di Barbara . L’udienza avrebbe dovuto definire alcune questioni procedurali e le ampie costituzioni di parte civile, ma ora slitta al 13 ottobre.
Il rinvio dell’udienza e il cambio al tribunale di l’aquila
A L’Aquila si attendeva oggi la decisione della giudice per l’udienza preliminare Guendalina Bucella su alcune questioni sollevate dalle difese degli indagati e sulla richiesta di ammissione di oltre 250 parti civili arrivate mesi fa. Nonostante questa attesa, la gup non ha potuto esprimersi in quanto è stato disposto un cambio al ruolo di giudice. Bucella passerà a far parte del collegio penale e quindi c’è stato bisogno di nominare un nuovo giudice per l’udienza.
Nuove date e reazioni legali
Il tribunale ha fissato la nuova udienza al 13 ottobre 2025. Questo slittamento ha sollevato critiche da parte degli avvocati che rappresentano le vittime. Un legale delle parti civili, Corrado Canafoglia, ha fatto presente che questa situazione rischia di rallentare ulteriormente la fase processuale, paragonandola alle lungaggini già subite dopo l’alluvione del 2014. “Non a caso, le numerose costituzioni di parte civile sottolineano l’interesse delle persone colpite”, come il padre di Mattia Luconi, che ha formalizzato l’adesione al processo.
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Le accuse contro i 22 indagati per le omissioni nella gestione dei corsi d’acqua
La procura di L’Aquila accusa 22 persone di responsabilità nella gestione dei fiumi Misa e Nevola, che non avrebbero garantito la sicurezza necessaria a prevenire l’alluvione. Tra i capi di imputazione figurano omissioni e negligenze nella manutenzione degli alvei e la mancata rimozione di piante e alberi che avrebbero ostacolato il deflusso delle acque. È contestata anche la costruzione irregolare del ponte 2 giugno a Senigallia, ritenuta non conforme alle norme tecniche.
Territorio colpito e profili degli indagati
L’alluvione ha avuto conseguenze su un vasto territorio, devastando più di 2.500 ettari tra terreni agricoli, aziende e abitazioni. Oltre al comune di Senigallia, altre otto municipalità nelle Marche sono state colpite dall’esondazione. Tra gli indagati ci sono tecnici e funzionari regionali, provinciali, del consorzio di bonifica Marche e del comune di Serra de’ Conti.
Le accuse principali vertono su cooperazione in inondazione colposa, lesioni gravi e omicidio colposo plurimo. Questi capi di imputazione derivano dagli accertamenti sulla gestione idraulica e le manutenzioni svolte prima della calamità, ritenute insufficienti o erronee. La procura ritiene che la mancata prevenzione abbia favorito l’esondazione improvvisa e l’entità della devastazione.
L’impatto sulla comunità e le richieste delle parti civili
Il disastro ha colpito profondamente le comunità del senigalliese e del pesarese, lasciando una scia di danni materiali e umani. La morte di 13 persone, con la tragedia particolarmente sentita per la perdita di un bambino di appena 8 anni, ha suscitato forte dolore. Le famiglie e le vittime hanno presentato numerose istanze al processo per accedere come parti civili e far valere i loro diritti.
La presenza massiccia di parti civili nel procedimento riflette la volontà di ottenere giustizia e chiarimenti sulle responsabilità, così come risarcimenti per i danni subiti. Gli avvocati che assistono le famiglie si sono trovati a chiedere tempi rapidi e trasparenti, per evitare altri rallentamenti. Nel frattempo, gli enti pubblici coinvolti devono rispondere delle scelte tecniche e amministrative prima dell’alluvione.
Questioni e responsabilità sul territorio marchigiano
Il caso mette in luce questioni delicate relative alla gestione della sicurezza idrogeologica in regioni con fiumi storicamente a rischio. “Non a caso, episodi simili registrati in passato erano già costati vite e distruzioni.” Le dinamiche giudiziarie saranno verificate nei prossimi mesi, tenendo conto delle responsabilità e della normativa vigente sul territorio marchigiano.