Udienza post mortem per graziano mesina: fissata a milano nonostante il decesso avvenuto ad aprile

Udienza post mortem per graziano mesina: fissata a milano nonostante il decesso avvenuto ad aprile

la morte di graziano mesina durante gli arresti domiciliari a milano solleva dubbi sulle procedure giudiziarie; le avvocate vernier e goddi preparano nuove azioni legali in vista dell’udienza dell’11 giugno
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Graziano Mesina è morto il 12 aprile 2025 durante gli arresti domiciliari a Milano. Nonostante il decesso, il tribunale ha fissato un’udienza per il caso, mentre le sue legali indagano possibili irregolarità nella gestione del procedimento giudiziario. - Gaeta.it

L’ex primula rossa del banditismo sardo, Graziano Mesina, è morto il 12 aprile 2025 in ospedale a Milano durante gli arresti domiciliari. Pochi mesi prima, erano state avanzate richieste di differimento della pena a causa delle sue gravi condizioni di salute. Ora, nonostante il decesso, il tribunale di sorveglianza di Milano ha programmato un’udienza sul caso per l’11 giugno. Le sue legali si interrogano sui motivi della convocazione e preparano nuovi passi legali per chiarire la gestione del lungo iter giudiziario.

La morte di graziano mesina e la convocazione dell’udienza

Graziano Mesina, 83 anni, è spirato il 12 aprile 2025 all’ospedale San Paolo di Milano. Era lì in regime di arresti domiciliari. Da tempo la sua salute era precaria, tanto che i suoi legali hanno presentato sette richieste formali per chiedere il differimento della pena. La norma prevede che se il magistrato di sorveglianza nega la richiesta, gli atti vadano al tribunale di sorveglianza che decide collegialmente. Nonostante la morte, il tribunale milanese ha fissato comunque l’udienza per il prossimo 11 giugno.

L’avviso dell’udienza è stato notificato alle avvocate Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi pochissime ore fa. Stranamente nell’avviso si conferma il decesso di Mesina ma si indica anche la possibilità di presenza dell’imputato in aula. Le legali hanno definito anomala questa doppia comunicazione e si chiedono perchè non si sia proceduto alla cancellazione della convocazione.

Le istanze di differimento della pena sospese da mesi

Dalla metà di febbraio, più precisamente dal 14 febbraio 2025, Mesina ha subito un peggioramento tale da giustificare diverse richieste di sospensione della pena. Le sue avvocatesse hanno depositato ben sette istanze rivolgendosi al magistrato di sorveglianza, che però hanno ricevuto sempre un responso negativo. Alla luce di questi rifiuti, gli atti dovevano essere trasmessi al tribunale di sorveglianza per la decisione definitiva. A quel punto era possibile, anche su decisione autonoma dei giudici, nominare un consulente tecnico per valutare le condizioni di salute e stabilire se il differimento fosse necessario. Nel caso di Mesina queste valutazioni non sono mai state disposte.

Prima della scomparsa di Mesina, le avvocatesse hanno chiesto di anticipare la data dell’udienza per evitare un ulteriore prolungamento delle procedure. Questa richiesta però non è stata accolta. Di conseguenza l’udienza sarebbe dovuta avvenire in un momento successivo al decesso, così come adesso annunciato.

Le azioni delle legali dopo il decesso e le prossime mosse legali

Le avvocate Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi stanno analizzando con attenzione la documentazione medica e le cartelle cliniche, per ricostruire i dettagli del ricovero di Mesina dal 14 febbraio fino al 12 aprile, giorno della morte. La loro intenzione è capire se ogni passaggio della procedura giudiziaria sia stato rispettato in modo corretto o se ci siano stati ritardi o omissioni che hanno inciso negativamente sulla vita dell’ex bandito.

Sono pronte a presentare memorie in tribunale, inserendo tutte le richieste già avanzate, senza soluzione di continuità, e a sottolineare eventuali irregolarità riscontrate nella gestione del caso. Con l’appoggio dei familiari si preparano a intraprendere un nuovo capitolo giudiziario che verifichi gli accadimenti dalla crisi di salute al decesso.

L’udienza dell’11 giugno potrà rappresentare un momento centrale per chiarire aspetti finora poco comprensibili della vicenda. A quel punto verrà deciso se proseguire il procedimento o se archiviare definitivamente la questione, tenendo conto che l’imputato non è più in vita e che le norme prevedono trattamenti specifici in questi casi.

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