Questa mattina piazza san pietro ha ospitato un’udienza generale che ha unito persone provenienti da realtà diverse, tra cui detenuti del carcere di rebibbia e migliaia di pellegrini arrivati dalla diocesi di nocera inferiore-sarno. La giornata ha visto anche la consegna di manufatti artistici e momenti musicali, proseguendo tradizioni legate al pontificato di papa leone xiv.
Partecipazione di detenuti di rebibbia all’udienza generale
Tra i presenti all’udienza erano in particolare due reclusi: gennaro e paolo, detenuti nella casa circondariale di rebibbia a roma. I due uomini hanno ricevuto un permesso premio per partecipare all’incontro in piazza san pietro. Accompagnati dal cappellano don marco fibbi e dalla direttrice teresa mascolo, sono arrivati con la speranza di rappresentare l’intero penitenziario.
Gennaro lavora all’esterno da qualche tempo presso l’istituto superiore di sanità, mentre Paolo ha sottolineato il valore simbolico di questo momento. Insieme hanno consegnato al papa un manufatto in argento, che riproduce la “croce della speranza”, decorata con l’ancora e il cristogramma. Il dono è un gesto simbolico che sottolinea la vicinanza dimostrata da papa leone xiv e dal suo predecessore papa francesco verso chi si trova in detenzione.
Leggi anche:
L’esperienza del carcere ha segnato anche la memorabile visita di papa francesco a rebibbia nel dicembre scorso. In quella data il papa ha aperto la porta santa, un momento definito storico per i giubilei. Durante l’udienza, don fibbi ha ricordato quell’emozione e ha spiegato la scelta di donare al pontefice una miniatura della porta santa. Questa è stata realizzata dai detenuti, utilizzando il legno di barconi sequestrati a lampedusa, per sottolineare un messaggio di accoglienza e attenzione verso chi soffre.
Il significato della porta santa
Il cappellano ha espresso anche un desiderio condiviso da molti: una visita di papa leone xiv al carcere. L’apertura della porta santa da parte di papa francesco ha rappresentato un segno di speranza e di presenza in un luogo di sofferenza. La volontà è che quel gesto resti un punto aperto verso la consapevolezza sociale, capace di coinvolgere chi non conosce a fondo la realtà carceraria.
Pellegrini di nocera inferiore-sarno e il senso di comunità
In piazza san pietro non c’erano solo i detenuti, ma anche tremila pellegrini della diocesi di nocera inferiore-sarno. Al loro seguito il vescovo giuseppe giudice e don alessandro cirillo, parroco di san valentino torio, che ha sottolineato il tema scelto per questa esperienza giubilare: “pietro è qui”.
Per questa comunità il pellegrinaggio a roma rappresenta un cammino dell’anima rivolto all’apostolo pietro, custode della fede. L’arrivo nella capitale assume un valore di conferma e rafforzamento della fede stessa, lo sguardo è rivolto all’unità della chiesa, rinnovata fin da subito da papa leone xiv.
Don cirillo ha voluto evidenziare come la fraternità vissuta in queste circostanze apre la strada a un cammino senza timori. La speranza che raggiunge i fedeli in piazza san pietro diventa seme da portare nelle comunità d’origine. La parola d’ordine sembra essere ritrovare un senso di coraggio e apertura che può aiutare a superare difficoltà spirituali e sociali.
La presenza di tanti pellegrini fa sentire la chiesa come una comunità vicina ai bisogni della gente, anche in momenti difficili. L’esperienza vissuta in piazza san pietro rimanda a valori concreti di solidarietà e presenza, che si riflettono nel legame tra papa e fedeli.
Le suore delle figlie di maria ausiliatrice e il carisma salesiano
Tra i gruppi più partecipi alla messa mattutina spiccavano le 38 suore delle figlie di maria ausiliatrice, provenienti da varie parti del mondo. L’elezione di papa leone xiv ha portato una gioia profonda nella comunità, attenuando il dolore per la scomparsa di papa francesco.
Suor jeanette palasofa, coordinatrice di un progetto noto come “mornese”, ha spiegato il significato di questa iniziativa. L’obiettivo è recuperare e rafforzare la vocazione salesiana, richiamando le radici del carisma che nacque dall’incontro tra don bosco e maria mazzarello.
Il progetto si traduce anche nella partecipazione a momenti giubilari a roma, occasione per rivivere esperienze di fede e di fraternità legate alla storia della congregazione. La presenza delle suore in piazza san pietro è un segnale di continuità e attenzione verso le radici spirituali.
In un contesto caratterizzato da eventi papali e pellegrinaggi, queste religiose rappresentano un legame vivace con il passato e una testimonianza di fede vissuta sul campo, secondo lo spirito di don bosco.
Doni artistici, campane e musica per un incontro ricco di simboli
Nel corso dell’udienza papa leone xiv ha ricevuto diversi doni artistici e simbolici. Lo scultore leonardo pace, che aveva già collaborato con i pontificati precedenti di benedetto xvi e francesco, ha consegnato due altorilievi raffiguranti lo stemma papale. Questi lavori riprendono una tradizione che continua a rinnovare il rapporto tra arte e sacro.
Un altro dono significativo è arrivato dall’imprenditore luciano manna, che ha portato una campana destinata al campanile della chiesa di santa maria del buon consiglio a striano, nel napoletano. La campana è stata benedetta personalmente dal papa, accompagnata da un tocco che ne ha fatto risuonare il suono davanti ai presenti.
Non è mancato l’aspetto musicale che ha animato l’incontro, con la partecipazione della banda arturo toscanini di ispica, ragusa, e del gruppo messicano “ballad folklorico del bachillerato” proveniente dall’istituto “la paz” di puebla. Queste espressioni musicali hanno completato l’atmosfera di festa e condivisione.
Il coinvolgimento di realtà diverse ha mostrato come la liturgia e l’arte possano intrecciarsi in occasioni di incontro pubblico, sottolineando il senso di appartenenza e la dimensione internazionale della chiesa. Questi elementi, uniti alle presenze di pellegrini, detenuti e religiosi, hanno fatto dell’udienza un evento molto articolato e ricco di significati.