L’escalation tra iran e israele ha raggiunto un livello critico con la morte di ali shadmani, da poco nominato capo di stato maggiore del comando militare di teheran. L’operazione condotta dall’esercito israeliano ha colpito un centro di comando nella capitale iraniana, aggravando le tensioni nella regione. Questo sviluppo arriva in un momento già segnato da attacchi e controbattaglie tra i due paesi, mettendo in luce la fragilità della situazione geopolitica.
Il raid israeliano a teheran e la morte di ali shadmani
Tra la notte del 16 e il 17 giugno 2025, gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato un bombardamento mirato nel cuore di teheran. L’obiettivo principale era un centro di comando militare di rilevanza strategica per il corpo dei guardiani della rivoluzione iraniana . Ali shadmani, nominato capo del quartier generale di khatam-al-anbiya solo quattro giorni prima, è stato ucciso durante questo attacco.
L’esercito israeliano, tramite la sua forza di difesa , ha reso nota questa operazione, motivando la scelta con il ruolo attivo di shadmani nei piani offensivi contro israele. Secondo l’idf, shadmani avrebbe coordinato e influenzato volontà e strategie dell’iran dirette contro obiettivi israeliani. La notizia è stata subito diffusa dai media israeliani e ha trovato conferma da fonti internazionali.
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Il bombardamento rappresenta uno degli atti più violenti e diretti mai compiuti da israele all’interno della capitale iraniana. Teheran, da sempre simbolo politico e militare della repubblica islamica, ha subito così un colpo significativo.
Il ruolo e il profilo di ali shadmani nella gerarchia militare iraniana
Ali shadmani era riconosciuto come un comandante di rilievo all’interno della struttura militare iraniana. La sua ascesa a capo del centro operativo khatam-al-anbiya si è concretizzata in un contesto di forti perdite per l’iran, dopo l’uccisione di altri comandanti di alto livello dall’inizio dell’offensiva israeliana denominata “rising lion”.
Il comando khatam-al-anbiya è l’organismo militare iraniano incaricato di pianificare azioni di combattimento e di approvare ogni strategia militare su larga scala. Shadmani aveva un ruolo chiave, coordinava operazioni delicate e guidava il corpo dei guardiani della rivoluzione in molteplici azioni.
Fonti militari israeliane hanno sottolineato come nelle sue precedenti funzioni shadmani avesse un influsso diretto sulle operazioni pianificate contro israele. La sua nomina a capo del quartier generale avvenuta appena quattro giorni prima dell’attacco rappresentava un tentativo di rafforzare la catena di comando iraniana, indebolita dagli ultimi successi israeliani.
Con la sua morte, l’iran perde un tassello centrale nella sua struttura di comando militare, in un momento già complicato e segnato da scontri sempre più violenti.
Gli scontri tra iran e israele: bombe, droni e tensioni crescenti
Il conflitto tra iran e israele, che ormai persiste da anni, ha ripreso vigore in questi giorni con attacchi mirati su entrambi i fronti. Il 16 giugno, a tabriz, città nel nord-ovest dell’iran, due esplosioni hanno scosso la zona, verificandosi con pochi minuti di distanza l’una dall’altra.
Le autorità iraniane hanno risposto affermando di aver colpito obiettivi strategici nel territorio israeliano tramite l’uso di droni d’attacco, capaci di infliggere danni precisi e significativi. Il generale kioumars heidari, comandante delle forze terrestri iraniane, ha affermato che i droni iraniani hanno centrato posizioni considerate cruciali a tel aviv e haifa, due città chiave nel nord di israele.
Escalation tecnologica e rischio civile
Questo scambio di attacchi arriva nel quinto giorno di una battaglia aperta che coinvolge siti militari e nucleari su entrambi i lati. L’escalation evidenzia uno scontro che si è ormai esteso anche in ambiti tecnologici, come quello dei droni, aumentando il rischio di danni collaterali anche tra popolazioni civili.
Il quadro di conflitto resta dunque teso, con continue rappresaglie e aumenti della presenza militare lungo i confini. Interventi come quello che ha portato alla morte di ali shadmani stanno alimentando una fase di conflitto particolarmente violenta e difficile da contenere.