Ucciso il capo dei Pasdaran hossein salami, artefice del primo attacco drone contro israele nel 2024

Ucciso il capo dei Pasdaran hossein salami, artefice del primo attacco drone contro israele nel 2024

L’attacco israeliano a Teheran che ha ucciso Hossein Salami, capo dei Guardiani della Rivoluzione, segna un punto di svolta nelle tensioni tra Iran e Israele e nelle strategie militari regionali.
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L’attacco israeliano a Teheran ha ucciso Hossein Salami, comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, figura chiave nelle tensioni con Israele e responsabile del raid del 2024 con droni e missili. La sua eliminazione segna un momento cruciale nei conflitti mediorientali. - Gaeta.it

L’attacco israeliano a Teheran che ha provocato la morte di Hossein Salami segna un passaggio significativo nella recente storia dei conflitti mediorientali. Salami, capo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, è stato una figura chiave nelle tensioni tra Iran e Israele, soprattutto dopo aver ordinato nel 2024 un attacco massiccio con droni e missili contro il cosiddetto “nemico giurato”. Questo episodio ricostruisce le tappe della sua ascesa e il suo ruolo nelle strategie militari di Teheran.

L’attacco del 2024: il primo raid iraniano con droni e missili contro israele

Nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2024 la televisione di stato iraniana ha trasmesso le immagini di Hossein Salami mentre impartiva l’ordine di lanciare una serie di attacchi coordinati contro obiettivi israeliani. Quel raid, il primo di tale portata e modalità nell’ambito delle operazioni iraniane, consisteva in oltre 300 droni e missili scagliati contro il territorio dello stato ebraico. L’azione rappresentava una rottura rispetto alle strategie precedenti e un segnale netto dell’aggressività che Teheran stava assumendo contro il suo nemico storico.

Contesto geopolitico e implicazioni

L’operazione si inseriva in un contesto di crescenti tensioni, soprattutto sul fronte nucleare e geopolitico, con Iran e Israele che mantenevano posizioni di aperta ostilità. Il raid del 2024 non rimase isolato, ma contribuì ad alimentare il ciclo di scontri e attacchi reciproci nella regione. Salami fu accolto come il comandante dietro questa svolta, considerando il suo ruolo centrale nella pianificazione e l’ordine diretto delle forze armate.

Chi era hossein salami: il “falco” del pasdaran vicino a khamenei

Hossein Salami, nato il 14 maggio 1960 a Golpayegan nella provincia di Esfahan, è stato il volto più duro dei Guardiani della Rivoluzione. Conosciuto per i suoi discorsi infuocati contro Israele e l’Occidente, veniva definito “il falco” per la sua linea aggressiva e la capacità di condurre una guerra psicologica basata anche su una propaganda pesante e sistematica.

Il suo linguaggio, spesso minaccioso, puntava a intimidire i nemici. Parlando di un possibile attacco israeliano o statunitense all’Iran, aveva minacciato aperture di “porte dell’inferno”. Nei suoi interventi pubblici aveva più volte dichiarato che Israele avrebbe dovuto prepararsi a ritirarsi o perfino fuggire, usando immagini forti, come quella del premier Netanyahu che dovrebbe allenarsi a nuotare nel Mediterraneo. Tali dichiarazioni non erano semplici frasi retoriche ma parte di una strategia militare e politica radicata nella leadership iraniana.

Salami aveva cominciato la sua carriera militare durante la guerra irano-irachena , combattendo come pasdaran e risultando poi comandante dell’aeronautica dei Guardiani. Nel corso degli anni ha subito sanzioni da parte degli Stati Uniti, Unione europea e Nazioni Unite, segno del peso che aveva nella politica militare e internazionale iraniana.

La nomina a capo dei pasdaran e il ruolo nella sicurezza nazionale iraniana

Il ruolo di Salami si rafforzò decisamente nel 2019, quando Khamenei lo nominò comandante dei Guardiani della Rivoluzione. La scelta arrivò in un momento di particolare tensione, dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare deciso dall’amministrazione Trump. Il cambio di leadership indicava una linea più decisa e militarista da parte di Teheran, con Salami come uomo di fiducia del supremo.

Consigliere strategico e sicurezza nazionale

Oltre a guidare direttamente i pasdaran, Salami faceva parte del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, l’organo che coordina le strategie militari, di sicurezza e le politiche estere iraniane. Questo comitato, presieduto dal presidente iraniano e sotto l’autorità di Khamenei, monitora e decide le mosse più delicate del paese, soprattutto in relazione ai conflitti regionali. La posizione di Salami in questo contesto indica il ruolo centrale che aveva nella definizione tanto delle strategie difensive quanto di quelle offensive.

Il ruolo delle guardie della rivoluzione nella politica e nella difesa iraniana

Le Guardie della Rivoluzione, fondate nel 1979 subito dopo la rivoluzione islamica, rappresentano un corpo militare distinto dall’esercito regolare iraniano. Secondo l’istituto internazionale di studi strategici contano circa 125 mila membri attivi. La loro missione principale non è difendere il territorio nazionale, ma piuttosto tutelare la rivoluzione islamica e i suoi principi, come sancito nella costituzione iraniana.

Sono direttamente subordinate alla guida suprema Khamenei e rappresentano uno strumento politico e militare importante nella struttura di potere di Teheran. Negli ultimi decenni sono diventate particolarmente attive fuori dai confini nazionali, intervenendo in vari scenari della regione mediorientale. La posizione di Salami alla guida di questo corpo ha inciso sulle strategie militari iraniane, rendendo le azioni più aggressive e dirette contro Israele e altri avversari.

L’eliminazione di Hossein Salami rappresenta un colpo duro per la leadership militare iraniana. Il suo ruolo nella guida dei pasdaran e la responsabilità degli attacchi contro Israele lasciano aperte le ripercussioni sullo scenario della sicurezza mediorientale nei prossimi mesi.

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