Turisti israeliani invitati a uscire da un ristorante di napoli per le loro origini: il caso che fa discutere sui social

Turisti israeliani invitati a uscire da un ristorante di napoli per le loro origini: il caso che fa discutere sui social

Una discussione tra turisti israeliani e Nives Monda, titolare della Taverna a Santa Chiara di Napoli, accende il dibattito su discriminazione, libertà di espressione e diritti dei clienti nel turismo.
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Una controversia tra turisti israeliani e la titolare di un ristorante di Napoli ha acceso il dibattito su discriminazione, libertà di espressione e accoglienza turistica, dopo l’allontanamento dei clienti per motivi politici legati alla campagna contro l’apartheid israeliana. - Gaeta.it

Una discussione accesa tra una coppia di turisti israeliani e la titolare di un ristorante nel centro storico di Napoli ha catturato l’attenzione mediatica e social con accuse reciproche di discriminazione e provocazioni politiche. Il fatto, avvenuto in un locale che si definisce solidale e che aderisce a una campagna contro l’apartheid israeliana, ha innescato un dibattito acceso sulla linea tra libertà di espressione e diritti dei clienti.

La dinamica dell’episodio al ristorante taverna a santa chiara

Il 2025 ha visto un episodio che ha rapidamente fatto il giro dei social media, dove un video pubblicato da una turista israeliana mostra un vivace confronto all’interno della “Taverna a Santa Chiara”. In quel locale, nel cuore di Napoli, la coppia sostiene di essere stata allontanata dopo aver dichiarato la propria nazionalità mentre conversava con un altro tavolo, esprimendo apprezzamento per il proprio Paese. Secondo quanto emerge dal filmato, la proprietaria Nives Monda avrebbe invitato i turisti a lasciare il locale, scatenando le proteste degli altri clienti presenti.

La conversazione si è accesa soprattutto per un’affermazione della turista Gilli Moses che ha accusato apertamente la titolare di “odiare gli ebrei”. La risposta della donna, secondo il video, è stata: “Sì, sono molto orgogliosa di questo”, frase che ha scatenato dure reazioni online. L’intera scena prospetta quindi un conflitto che non riguarda solo un semplice rapporto cliente-ristoratore, ma temi delicati inerenti alle posizioni politiche del locale sulle vicende israelo-palestinesi.

Le dichiarazioni della ristoratrice e la sua posizione pubblica

Nives Monda ha risposto alle accuse rilasciando interviste e post social in cui nega di aver agito per antisemitismo. La sua spiegazione si concentra sul fatto che il ristorante si definisce “un posto solidale” ed ha preso una posizione chiara aderendo alla campagna “Spazi liberi dall’apartheid israeliana”. Secondo quanto riferito, la ristoratrice si è limitata a spiegare agli ospiti la sua adesione alla campagna politica, cosa che ha provocato l’indignazione della coppia israeliana.

Monda ha inoltre raccontato di essere stata a sua volta accusata di sostenere dei “terroristi”, e ha confermato che i turisti le avrebbero anche rivolto minacce di denuncia, riprendendo la scena con il cellulare. Sul suo profilo social la vicenda è stata documentata in modo dettagliato, con una narrativa che dipinge l’episodio come uno scontro nato da divergenze politiche e non da un pregiudizio verso l’origine etnica dei clienti.

Le reazioni della coppia israeliana e le ricadute legali possibili

La coppia israeliana, tramite la turista Gilli Moses, ha definito l’episodio “vergognoso”, affermando di non essersi mai aspettata un tale trattamento a Napoli, città che per loro simboleggiava accoglienza e libertà. La famiglia sta valutando un esposto formale per denunciare l’allontanamento e la discriminazione subita, considerando la vicenda non solo un fatto isolato, ma una questione più ampia di diritti e rispetto.

Il caso presenta anche un aspetto legale e civile, poiché coinvolge possibili violazioni della normativa contro la discriminazione in ambito commerciale. L’episodio ha aperto un confronto sul diritto dei ristoratori di esprimere posizioni politiche nel proprio esercizio e sul dovere di un’accoglienza imparziale verso tutti i clienti, indipendentemente dalla nazionalità o dal credo.

Le ripercussioni social e il dibattito su libertà di espressione e accoglienza turistica

Il video diffuso ha raccolto molteplici reazioni disparate sulla rete: da chi accusa il ristorante di antisemitismo e discriminazione a chi difende la libertà della titolare di manifestare una posizione politica e di aderire a campagne etiche. La vicenda si colloca quindi in un’area grigia che interseca tensioni nazionali e internazionali, toccando il delicato confronto tra diritti civili, politica e turismo.

Napoli si trova così a essere teatro di un caso che coinvolge la convivenza di idee opposte in uno spazio pubblico, con implicazioni anche per la reputazione della città come destinazione turistica aperta e accogliente. L’eco online mette in luce la difficoltà di conciliare i valori di ospitalità con le scelte politiche espresse in contesti frequentati da visitatori stranieri, innalzando un dibattito che resta tuttora aperto.

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