Nel cuore del Cilento, una delle aree più frequentate della Campania per turismo balneare e culturale, si apre un dibattito importante sulla gestione dei flussi turistici. Cristian Greco, esponente del partito democratico a Salerno, propone un cambio deciso per sostenere un’economia locale che fatica a sfruttare il potenziale oltre i mesi estivi. La sua idea principale è spostare l’inizio delle lezioni scolastiche a ottobre, così da favorire soggiorni più lunghi e diffusi nel periodo di settembre e ottobre.
Un problema di concentrazione turistica tipica di estate
Il Cilento vive da sempre di un turismo stagionale legato ai mesi caldi, in particolare luglio e agosto. Questo porta a una saturazione delle strutture ricettive e dei servizi, con picchi di afflusso che spesso superano la capacità del territorio di gestire l’impatto. Ci sono disagi per residenti e turisti, oltre a un’economia che si concentra in poche settimane invece di distribuire i flussi. Dopo ferragosto, l’attività turistica cala rapidamente, lasciando molti operatori in difficoltà fino all’anno successivo.
Un turismo che si concentra in un breve arco di tempo rischia di appiattire l’offerta e limitare le opportunità di lavoro. I mesi primaverili e autunnali, invece, presentano un clima ancora favorevole e attrattive naturalistiche e culturali molto interessanti. Tra sentieri, parchi naturali, e siti archeologici il Cilento può ospitare visitatori anche in stagioni meno calde, se viene incentivato in modo adeguato.
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La proposta di spostare l’inizio dell’anno scolastico
Cristian Greco incalza i sindaci del Cilento a valutare la possibilità di far iniziare la scuola a ottobre anziché a settembre. Così facendo, le famiglie potrebbero organizzarsi per soggiorni più lunghi nel mese di settembre, tradizionalmente escluso dalla vacanze scolastiche. L’idea, sottolinea Greco, non è solo un cambiamento logistico. Coinvolge una trasformazione dell’intero sistema turistico locale, destinato a guadagnare in distribuzione delle presenze e in qualità dei servizi offerti.
Da un punto di vista pratico, un inizio posticipato delle lezioni permetterebbe di distribuire meglio la domanda di alberghi, ristoranti e attrazioni. Molti operatori lamentano infatti che gran parte delle entrate si concentra in agosto, con settembre che invece registra una brusca frenata. Spostare l’anno scolastico aiuterebbe a diluire i flussi, riducendo sovraffollamenti e migliorando l’esperienza del turista.
Conseguenze sull’economia locale e sulla gestione del territorio
Un allungamento della stagione turistica agirebbe soprattutto sull’economia. Settori come l’ospitalità, i trasporti, la ristorazione e il commercio potrebbero godere di una base di clientela più ampia e meno dipendente dagli affollamenti di breve durata. Questo garantirebbe stabilità ai posti di lavoro stagionali, con maggiori occasioni per chi lavora nell’indotto.
Dal punto di vista ambientale il territorio beneficerebbe di una pressione più contenuta. In molti tratti del Cilento, l’alta concentrazione turistica estiva ha effetti pesanti sull’ecosistema e sulle infrastrutture pubbliche. I mesi autunnali hanno un clima stabile e temperature miti, che consentono passeggiate e visite senza il caldo opprimente di agosto. Questo compromette meno i beni naturali e favorisce un turismo più sostenibile.
La richiesta di responsabilità ai sindaci
Greco invita i primi cittadini delle diverse comunità cilentane a partecipare attivamente a un confronto sul tema. Propone di costituire un tavolo tecnico che valuti la proposta e cerchi soluzioni calibrate in base alle specificità locali. L’obiettivo è rendere la destagionalizzazione un progetto condiviso, non un’imposizione calata dall’alto.
L’esponente del Pd parla di visione di lungo periodo per il Cilento, che deve uscire dal solo ruolo di meta estiva e proporsi come destinazione abituale anche in primavera e autunno. Il confronto politico e amministrativo sarà decisivo per capire se ci sono spazi reali per modificare consuetudini consolidate, con un occhio alle esigenze delle famiglie, del sistema scolastico e dell’economia turistica.
Un cambiamento come questo potrebbe rappresentare un banco di prova importante per la capacità di programmazione e collaborazione tra enti locali in provincia di Salerno. Le comunità cilentane dovranno valutare la coerenza tra questa proposta e altre iniziative di sviluppo del territorio, senza dimenticare il valore culturale e ambientale di un luogo che attrae ogni anno migliaia di visitatori.