Il tumore del seno resta tra le forme oncologiche con le migliori risposte in termini di guarigione, soprattutto quando si tratta di tumori ormonosensibili. Nonostante ciò, la possibilità di recidive a distanza di anni dalla diagnosi è un tema centrale per l’oncologia senologica. Questo articolo approfondisce le attuali possibilità di prevenzione delle recidive e il ruolo di nuove terapie e campagne di sensibilizzazione in Italia.
Come sono cambiate le terapie per il tumore ormonosensibile
Il tumore del seno ormonosensibile ha registrato notevoli progressi negli ultimi decenni, con tassi di recidiva significativamente ridotti. Quando il nodulo tumorale viene rimosso chirurgicamente e il percorso terapeutico adiuvante applicato correttamente, le probabilità di ritorno della malattia entro 10 anni restano spesso sotto il 10%.
Questi risultati rappresentano un avanzamento rilevante rispetto al passato. La terapia adiuvante consiste nell’insieme di trattamenti successivi all’intervento chirurgico, come la chemioterapia, l’ormonoterapia e la radioterapia, volti a eliminare le eventuali cellule tumorali residue. Nel caso particolare del tumore ormonosensibile, gli ormoni sono spesso il motore della crescita tumorale: per questo si interviene bloccandone l’azione o la produzione.
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Nonostante queste buone premesse, non tutte le pazienti si trovano davanti a un medesimo rischio. La presenza di specifici fattori, come un coinvolgimento significativo dei linfonodi , tende ad aumentare il rischio di recidiva fino al 40%. Questo dato sottolinea la necessità di soluzioni terapeutiche e di monitoraggio differenziate.
La prevenzione terziaria e i rischi a lungo termine
Si parla di “prevenzione terziaria” per indicare la cura mirata a impedire la ripresa della malattia dopo la diagnosi e il trattamento iniziale. Nel tumore al seno, questo significa continuare a ostacolare la crescita di eventuali cellule tumorali rimaste nell’organismo.
Un problema cruciale è rappresentato dalla possibilità che cellule tumorali dormienti possano riattivarsi anche dopo 20 o 30 anni, provocando recidive locali o metastasi in organi distanti. Le recidive locali hanno un impatto più contenuto, ma sono le metastasi a rappresentare una minaccia più grave per la salute.
L’oncologia applica alla prevenzione terziaria diverse strategie, che comprendono la somministrazione di farmaci adiuvanti e la radioterapia dopo l’intervento chirurgico. Questi approcci hanno permesso di migliorare considerevolmente le prospettive di guarigione.
Quello che oggi si mette in luce, sotto i riflettori della ricerca e della clinica, è la necessità di affrontare il rischio residuo rimasto, soprattutto nelle pazienti considerate ad alto rischio. Per loro, la terapia adiuvante classica non è sufficiente da sola.
Campagna #PronteAPrevenire e le novità terapeutiche
Nel 2025, la campagna #PronteAPrevenire promossa da Novartis e sostenuta da associazioni come Andos, Europa Donna Italia, IncontraDonna e Salute Donna Odv punta a richiamare l’attenzione sulla prevenzione delle recidive. Il progetto si concentra su strumenti informativi e supporti concreti per donne colpite dal tumore al seno, con particolare riguardo al rischio residuo rappresentato dalle recidive.
Il messaggio centrale è che la lotta contro la recidiva non si conclude con l’intervento e le terapie adiuvanti iniziali. Ecco perché è importante conoscere le nuove opzioni terapeutiche, come l’uso degli inibitori delle cicline.
Questi farmaci sono prescritti a numerose pazienti ad alto rischio e agiscono bloccando i processi cellulari coinvolti nella proliferazione tumorale. L’applicazione di questi farmaci ha dimostrato di ridurre significativamente la possibilità di recidive a distanza.
Le nuove terapie rappresentano un passo avanti nella gestione a lungo termine delle pazienti con tumore al seno. Grazie a queste opzioni, si prospetta un aumento ulteriore dei tassi di guarigione definitiva.
Comunicazione e consapevolezza come strumenti fondamentali
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda proprio il coinvolgimento delle pazienti nella loro cura a lungo termine. Progetti come #PronteAPrevenire intendono fornire informazioni corrette e condivise, per sostenere una gestione consapevole del rischio residuo.
Conoscere il proprio profilo di rischio e comprendere le possibilità terapeutiche aiutano tante donne a partecipare attivamente al percorso di prevenzione terziaria. La continuità nell’assunzione dei farmaci e l’adesione al programma di controlli sono elementi essenziali per limitare il ritorno della malattia.
Il lavoro degli oncologi, dunque, non si arresta con la guarigione clinica, ma prosegue con l’accompagnamento della paziente in un percorso che può durare anni, anche decenni. Il supporto informativo e psicologico assume un peso crescente.
La cooperazione fra istituzioni cliniche e associazioni di volontariato si rivela preziosa nel creare una rete di sostegno concreta. Questa rete facilita il dialogo tra pazienti e specialisti, fornendo risposte con aggiornamenti sulle terapie più efficaci.
Nel 2025, la prevenzione delle recidive si conferma dunque una sfida multifattoriale in cui nuove cure e consapevolezza camminano insieme per migliorare la qualità della vita delle donne colpite dal tumore del seno.