La notizia dell’esclusione della russia dai prossimi mondiali di calcio ha suscitato un momento d’attenzione a livello internazionale. Durante un evento alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appreso per la prima volta che la russia, salvo cambiamenti futuri, non parteciperà alla coppa del mondo che gli Usa ospiteranno insieme a Messico e Canada nel 2026. Il confronto con Gianni Infantino, presidente della Fifa, ha messo in luce i retroscena di questa esclusione sportiva, con una riflessione legata alla guerra in corso tra Mosca e Kiev.
La scoperta di trump sull’esclusione della russia dai mondiali in usa
La russia, che aveva ospitato i mondiali nel 2018, oggi rischia di non essere presente nell’edizione del 2026, un evento storico organizzato per la prima volta a tre paesi nordamericani: Stati Uniti, Messico e Canada. Durante un incontro alla Casa Bianca dedicato al mondiale Fifa per club, Trump ha chiesto a Gianni Infantino se fosse vero che la russia non sarebbe stata ammessa. La risposta del dirigente Fifa è stata chiara: “è esclusa, ma speriamo che qualcosa accada”. Infantino ha aggiunto che la speranza è legata a un ritorno alla pace, una condizione che potrebbe portare alla riabilitazione della squadra russa nel torneo.
Sport e politica si intrecciano
Questo momento ha rivelato come la politica internazionale e lo sport siano profondamente intrecciati. Non è soltanto una decisione sportiva ma un gesto che riflette la situazione di guerra in atto, che ha portato a esclusioni da eventi importanti. La postura della Fifa, pur fermamente contraria alla guerra, lascia uno spiraglio per un possibile ritorno della russia se la pace si concretizzerà nei prossimi mesi.
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Il ruolo del soccer come possibile leva per la pace
Nel dialogo alla Casa Bianca, Trump ha sottolineato come lo sport – e il soccer nello specifico – potrebbe svolgere un ruolo nel tentativo di fermare il conflitto in Ucraina. Ha definito la guerra tra russia e ucraina un evento “orribile, incredibile”, causatore di migliaia di morti a settimana. Da qui l’auspicio che anche il calcio possa offrire un incentivo per facilitare la pace.
Trump ha espresso la volontà di fermare lo spargimento di sangue, considerandolo una priorità assoluta della sua presidenza. Il ruolo del calcio, uno sport globale seguito da milioni di persone, viene visto quasi come uno strumento capace di creare un ambiente favorevole per negoziati più sereni o segnali di distensione. La Fifa in passato ha dimostrato più volte di adottare posizioni ferme su questioni internazionali, e in questo caso la sua posizione è coerente con la richiesta di stop delle ostilità.
Mondiali 2026 in un contesto delicato
I mondiali 2026 si svolgeranno in un contesto geopolitico delicato e le scelte che riguardano l’ammissione o meno delle nazioni che si trovano in conflitto diventano simboli di una tensione più ampia, anche al di fuori del campo di calcio.
Trump e il dibattito sull’esclusione della russia dal g8
Durante il colloquio, Trump ha anche affrontato il tema dell’esclusione della russia dal G8, l’organismo internazionale che dal 2014 è tornato a essere G7 dopo l’allontanamento della Federazione Russa. Trump ha osservato che non aveva partecipato alla decisione di escludere la russia e ha definito tale decisione “sciocca”.
Secondo lui, la rimozione della russia dal gruppo dei paesi più industrializzati sarebbe stata una delle cause che hanno portato, indirettamente, al conflitto ucraino. Ha detto che se la russia non fosse stata esclusa probabilmente la guerra non sarebbe iniziata. Tuttavia, ha anche affermato che al momento non ritiene appropriato riammettere la russia nel gruppo.
Dibattito aperto sulla riammissione
Questa dichiarazione evidenzia come il dibattito sulla riammissione della russia a certi tavoli internazionali continui a essere acceso. La situazione rimane fluida e le decisioni future potrebbero dipendere dagli sviluppi sul fronte della guerra e della diplomazia globale. Trump ha messo in evidenza, con molta chiarezza, che la decisione di escludere la russia ha conseguenze con ripercussioni che vanno oltre il solo campo politico, intrecciandosi anche con questioni di sicurezza e di vita umana.
L’incontro tra Trump e Infantino, fissato per il 2025 alla Casa Bianca, ha quindi messo in evidenza quanto lo sport e la geopolitica siano in questo momento due facce della stessa medaglia.