La Tesla rossa acquistata da Donald Trump a marzo scorso, in un momento di difficoltà per la società di Elon Musk, è al centro di nuove indiscrezioni. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione americana, Trump starebbe considerando di cedere l’auto, parcheggiata recentemente a Washington. Dietro questa mossa, un gesto che nasceva dalla volontà di supportare Musk durante il calo in borsa di Tesla, legato ai dazi e alle tensioni commerciali dell’epoca.
Il contesto dell’acquisto della tesla da parte di trump
A marzo, quando i rapporti tra Trump e Musk sembravano solidi, la società Tesla affrontava una fase delicata. La quotazione del titolo in borsa stava subendo un forte calo, aggravato dall’introduzione di dazi che colpivano le esportazioni e la produzione. Proprio in quell’occasione, Trump annunciò pubblicamente il suo sostegno al dirigente di Tesla, impegnandosi a comprare un’auto elettrica del gruppo.
Un evento mediatico per sottolineare il supporto
L’acquisto divenne subito un evento mediatico. La vettura, di un rosso acceso, fu recapitata presso la Casa Bianca. Trump organizzò un incontro con Musk per mostrare la sua adesione al progetto, rilanciando il valore della compagnia e la figura dell’imprenditore. Il gesto non si limitava a un semplice acquisto, ma assumeva i toni di una manifestazione pubblica di supporto in un periodo complicato per Tesla.
Leggi anche:
Il ruolo simbolico della tesla rossa alla casa bianca
L’auto, una volta consegnata, non venne utilizzata direttamente da Trump. Le regole di sicurezza del Secret Service impediscono infatti all’ex presidente di guidare, circostanza che lui stesso chiarì durante la presentazione. La Tesla rossa rimase parcheggiata sulla West Executive Avenue e venne affidata al personale della Casa Bianca.
Trump celebrò la qualità del prodotto, definendolo “un ottimo prodotto” e sottolineando come Musk avesse dedicato la sua vita a quel progetto. Nel suo discorso, ribadì la sua difesa dell’imprenditore, denunciando un trattamento giudicato ingiusto da parte di certi gruppi ristetti, ritenendo Musk un “grande patriota” che non avrebbe dovuto subire penalizzazioni. L’acquisto confermò l’immagine di Trump come sostenitore della tecnologia americana e dei suoi protagonisti.
Le dichiarazioni di trump e musk durante l’acquisto
Durante l’evento di marzo, Trump sottolineò la sua intenzione di pagare la Tesla anche se Musk avrebbe voluto offrirgliela scontata. “Sono il presidente e voglio pagare l’auto a prezzo pieno”, disse, dimostrando un approccio diretto e concreto, anche nelle questioni più simboliche. Fece anche battute sul pagamento con assegno, definendoli “meglio dei sistemi moderni”.
Sul possibile numero di targa della vettura, Trump rispose con la parola “Truth”, traducibile in italiano con “verità”, una scelta simbolica che accompagnò tutto l’evento. Musk ringraziò pubblicamente per la solidarietà, riconoscendo la portata di quel sostegno in un momento critico. Quel momento rappresentava un raro slancio di collaborazione tra due figure pubbliche di primo piano, uniti da un intento comune, almeno per un breve periodo.
Il simbolismo del numero di targa
La scelta di “Truth” come numero di targa aggiunse un chiaro messaggio simbolico all’iniziativa, rafforzando l’idea di trasparenza e integrità nell’ambientazione di quel periodo.
La situazione attuale della tesla e le prospettive della vettura
A distanza di quasi due anni dall’acquisto, l’auto rossa non sembra più un prezioso simbolo per Trump. I rapporti personali e politici con Musk si sono complicati, e i nuovi scenari potrebbero portare al cambiamento di destinazione della Tesla. Il fatto che l’auto sia parcheggiata e non utilizzata attivamente alla Casa Bianca conferma un disinteresse crescente.
Il piano di vendere o regalare la vettura riflette l’attuale momento, mentre Tesla continua ad affrontare nuove sfide sul mercato tra competizione e contesti economici mutati. La Tesla rossa, che aveva a marzo incarnato un gesto di fiducia e amicizia, diventa così un oggetto col quale Trump potrebbe chiudere un capitolo iniziato in modo molto diverso.
Questa evoluzione lascia aperti molti interrogativi sul futuro dei rapporti tra ex presidente e imprenditore, e sul valore politico e mediatico di quei gesti pubblici compiuti a Washington in piena tempesta finanziaria per Tesla. La vicenda resta un episodio curioso nella cronaca delle ultime stagioni, con continui riflessi tra potere, economia e immagine pubblica.