Trump licenzia Carla Hayden primo direttore afro-americano della biblioteca del congresso

Trump licenzia Carla Hayden primo direttore afro-americano della biblioteca del congresso

Donald Trump revoca l’incarico a Carla Hayden alla Biblioteca del Congresso, suscitando critiche per motivi legati a inclusione e contenuti culturali; tensioni crescenti sulle istituzioni culturali di Washington.
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Donald Trump ha revocato l'incarico a Carla Hayden, prima donna afro-americana a guidare la Biblioteca del Congresso, motivando la decisione con critiche alle sue politiche di inclusione e alla selezione di contenuti culturali. - Gaeta.it

Donald Trump ha deciso di revocare immediatamente l’incarico a Carla Hayden, la prima donna afro-americana e prima bibliotecaria professionista a guidare la Biblioteca del Congresso. Hayden, nominata da Barack Obama, avrebbe dovuto rimanere in carica fino al 2026, ma la sua uscita è avvenuta con una lettera breve inviata dall’ufficio del personale della Casa Bianca.

Iniziative culturali durante il mandato di hayden e l’impatto sulla comunità

Tra le iniziative più recenti di Carla Hayden spicca l’inclusione del musical rap “Hamilton“, scritto e musicato da Lin-Manuel Miranda, nella collezione dei “tesori” audio della Biblioteca. Il musical racconta la storia dei padri fondatori degli Stati Uniti attraverso una prospettiva multirazziale e utilizza il rap come linguaggio. Miranda aveva espresso l’auspicio che questo lavoro potesse diffondersi nelle scuole, aprendo nuove strade per l’educazione storica e culturale. Questa scelta rappresentava un tentativo di modernizzare la visione storica e culturale della Biblioteca, accogliendo espressioni artistiche contemporanee e diversificate.

Motivazioni ufficiali del licenziamento e le critiche della politica

La Casa Bianca, tramite la portavoce Karoline Leavitt, ha attribuito il licenziamento di Hayden a due ragioni principali: la scelta di includere libri per bambini considerati non adatti all’infanzia e la sua gestione di politiche di diversità, equità e inclusione. Queste ultime erano state bandite dal presidente Trump sin dal suo insediamento. La decisione ha suscitato dure reazioni tra politica e istituzioni culturali. Parlamentari democratici hanno definito il provvedimento un attacco diretto a istituzioni culturali e un tentativo di cancellare ogni forma di riflessione critica o aggiornamento sociale nei testi promossi dalla Biblioteca.

Il contesto più ampio degli attacchi alle istituzioni culturali di washington

L’uscita di Carla Hayden non si inserisce come un episodio isolato. Trump ha messo in atto diverse azioni contro istituzioni culturali a Washington. Tra queste c’è stata l’occupazione del Kennedy Center, noto centro culturale e teatrale della città, gli ordini indirizzati allo Smithsonian per rimuovere qualsiasi riferimento a presunte ideologie “anti-Usa” e una revisione del board del Museo dell’Olocausto che ha portato all’allontanamento dell’ex Second Gentleman Doug Emhoff e di altri membri democratici. Questi provvedimenti mostrano una linea di forte controllo e revisione delle rappresentazioni culturali e storiche ufficiali negli enti pubblici della capitale.

Il significato della biblioteca del congresso e il ruolo di carla hayden

La Biblioteca del Congresso, situata a Washington, rappresenta una delle raccolte più vaste e importanti di materiali bibliografici a livello globale. Custodisce documenti, libri e archivi indispensabili non solo per la cultura generale, ma anche per il lavoro legislativo di Capitol Hill. Carla Hayden è stata la prima direttrice a possedere un background da bibliotecaria di professione, portando un’esperienza tecnica e operativa diretta nella gestione di questa istituzione. Durante il suo mandato, ha promosso iniziative per ampliare l’accesso ai materiali e valorizzare contenuti multimediali, concentrandosi su inclusività e diversità nella selezione dei materiali conservati.

Gli sviluppi riguardo al futuro della Biblioteca del Congresso e dei suoi programmi resteranno al centro dell’attenzione, mentre la politica americana continua a confrontarsi con questioni delicate su cultura, inclusione e memoria collettiva.

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