Trump annuncia dazi al 50% sul rame dal primo agosto, risposta dura da Cina e Brasile

Trump annuncia dazi al 50% sul rame dal primo agosto, risposta dura da Cina e Brasile

L’amministrazione Trump introduce un dazio del 50% sul rame dal primo agosto 2025, scatenando forti reazioni di Pechino e Brasilia e riaccendendo tensioni commerciali e politiche con Stati Uniti, Cina e Brasile.
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Gli Stati Uniti annunciano un dazio del 50% sul rame dal 2025, scatenando forti reazioni di Cina e Brasile e riaccendendo tensioni commerciali e politiche internazionali. - Gaeta.it

L’amministrazione Trump ha deciso di intensificare la pressione sui commerci internazionali, applicando un dazio del 50% sul rame a partire dal primo agosto 2025. La scelta riguarda un materiale strategico per molte industrie, dalla difesa all’elettronica, e ha suscitato reazioni immediate da parte di Pechino e Brasilia. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti, Cina e Brasile si sono quindi riaccese, con scontri anche su questioni politiche oltre che economiche.

La reazione della cina nei confronti dei dazi americani

La decisione di introdurre dazi pesanti sul rame non è passata inosservata a Pechino. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha espresso forte opposizione contro l’ampliamento del concetto di sicurezza nazionale utilizzato da Washington per giustificare queste misure. Mao ha ribadito che la Cina si oppone a qualsiasi tentativo di abusare degli strumenti tariffari per ottenere vantaggi unilaterali.

La portavoce ha evidenziato che le guerre commerciali non portano vincitori, sottolineando l’importanza di risolvere le dispute economiche tramite il dialogo e la cooperazione. Il governo cinese teme che la strategia americana aumenti le tensioni già presenti nei rapporti bilaterali e produca danni sia al mercato globale che alle aziende impegnate nei settori strategici del rame e dei semiconduttori.

La strategia di trump per rilanciare l’industria americana

Donald Trump, attraverso un messaggio pubblicato su Truth, ha annunciato l’introduzione di un dazio del 50% sul rame, spiegando come questo materiale sia essenziale in diversi ambiti industriali. Il rame è usato per produrre semiconduttori, aeromobili, navi, munizioni, data center, batterie agli ioni di litio e sistemi di difesa avanzati, inclusi radar e armi ipersoniche. Secondo Trump, l’industria del rame americana è stata gravemente danneggiata da precedenti decisioni politiche considerate sbagliate e il nuovo dazio mira a correggere questo errore.

Il presidente ha sottolineato come il rame rappresenti il secondo materiale più impiegato dal Dipartimento della Difesa, mettendo l’accento sull’importanza strategica nazionale del settore estrattivo. A suo avviso, la misura tariffaria stimolerà la rinascita di un settore chiave per la sicurezza e l’economia nazionale, definendo questa fase come “l’età dell’oro” per l’industria americana del rame. L’obiettivo, dunque, è favorire la produzione interna e ridurre la dipendenza dalle importazioni estere.

Il brasilia e l’affondo di lula contro la mossa di trump

Luiz Inácio Lula da Silva ha risposto con un messaggio altrettanto deciso, pubblicato su X, dopo la pubblicazione da parte di Trump della lettera dove si annunciavano dazi al 50% sui prodotti brasiliani dal primo agosto. Lula ha ricordato l’indipendenza del Brasile e il rispetto per le sue istituzioni sovrane, dichiarando che il paese non accetterà imposizioni o forme di tutela dall’estero.

Il presidente brasiliano ha chiarito che le indagini giudiziarie in corso relative a presunte irregolarità politiche sono un fatto interno, che riguarda esclusivamente la magistratura nazionale senza interferenze esterne. Ha inoltre contestato le affermazioni di Trump su un presunto deficit commerciale Usa verso il Brasile, definendole inesatte. Lula ha puntualizzato che eventuali aumenti unilaterali dei dazi saranno gestiti seguendo la legge brasiliana recentemente modificata sulla reciprocità economica, lasciando intendere che il Brasile procederà secondo la propria normativa.

Questa presa di posizione evidenzia come le tensioni commerciali si sommano a contrasti politici, con il Brasile che rivendica autonomia e rifiuta pressioni dagli Stati Uniti. Le prossime settimane saranno decisive per capire se questi scontri si intensificheranno o ci sarà spazio per un confronto più disteso tra le parti.

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